Sant'Anastasio (Volterra)

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Sant'Anastasio
frazione
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Toscana
Provincia Pisa
Comune Volterra
Territorio
Coordinate43°23′57.5″N 10°56′53.5″E / 43.399306°N 10.948194°E43.399306; 10.948194 (Sant'Anastasio)
Altitudine412 m s.l.m.
Abitanti
Altre informazioni
Cod. postale56048
Prefisso0588
Fuso orarioUTC+1
Patronosant'Anastasio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Sant'Anastasio
Sant'Anastasio

Sant'Anastasio è una località del comune di Volterra, in provincia di Pisa, Toscana.

Il borgo sorge su una collina a 412 m s.l.m. e lo si raggiunge percorrendo la strada regionale 68 di Val Cecina da Volterra.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Come altre località del volterrano anche il borgo di Sant'Anastasio si sviluppò nel tempo attorno a un antico castello, uno dei trentatré già ricordati negli statuti volterrani del 1401, ma le cui origini si fanno risalire al X secolo[1][2].

Già nella prima metà del Trecento doveva esistervi un Ospitale o Spedale, “loco atto a ospitare i pellegrini e i poveri dello uno e dello altro sesso, tanto sani che malati”, come se ne ha notizia scritta ufficiale in data 24 giugno 1348, in un testamento di Giovanni da Montescuro ed in un altro di Tommaso di fu Giovanni di Sancto Nastasio del 21 ottobre 1359. Dalla rilevazione catastale del 1429 risultano abitanti nel borgo 28 persone, pari a “3 fochi”.

La distruzione del castello, operata dai fiorentini provenienti dai dintorni di Colle di Val d'Elsa, nei principali testi è datata 1472, l'anno della guerra voluta da Lorenzo de' Medici per il possesso delle miniere d'allume non potendo ottenerle per via diplomatica.
A partire dal XVIII secolo il borgo si trovava situato al centro di un vasto latifondo costituitosi per successioni ereditarie e confluito alla nobile famiglia volterrana dei Guarnacci, di cui monsignor Mario Guarnacci rimane il più illustre esponente, che sulle rovine dell'antico castello costruirono una grande villa signorile di campagna[3]. Alla fine del XIX secolo la vasta proprietà comprendente il borgo di Sant'Anastasio e la villa dei Guarnacci passò di mano diverse volte fino ad essere acquistata nel 1919 dall'ex-industriale svizzero Alfredo Zopfi che la convertì nella Tenuta agricola Sant'Anastasio successivamente smembrata a seguito di alterne vicende.

Attualmente il borgo Sant'Anastasio fa parte di una struttura residenziale composta da sette edifici ristrutturati nel rispetto dei valori ambientali, un parco, uliveti e un vigneto all'interno di una proprietà privata recintata di otto ettari.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nella toponomastica volterrana il termine castello è usato per identificare un borgo anche se le originarie strutture fortificate non esistono più; talvolta il termine di borgo prevale su quello di castello o, come nel caso del borgo Sant'Anastasio, si usa anche quello di villa.
  2. ^ La villa, intesa come borgo, di Sant'Anastasio è citata nel “Dizionario” del Repetti quale “contrada ridotta a villa signorile nel popolo di Spicchiaola, nel suburbio meridionale di Volterra”.
  3. ^ La villa padronale ex-Guarnacci, ex-Zopfi. All'esterno della struttura della villa non è rimasta traccia dell'antica postazione difensiva eccezion fatta per alcune strutture medioevali all'altezza del piano terreno e per l'utilizzo in ordine sparso di resti di materiale da costruzione di recupero di tale epoca. Su una delle facciate maggiori si poteva leggere su una targa in marmo: altitudine 412 m s.l. m. Nella parte interrata si notavano ancora fino alla metà degli anni novanta, del XX secolo, i resti di feritoie e finestre sbarrate ricavate in pareti di bozze di pietra di circa due metri di spessore. Nel piano attualmente interrato vi era anche un pozzo per la raccolta dell'acqua ed una fonte sorgiva naturale che presumibilmente alimentava il pozzo stesso; questo conservava ancora un boccapozzo in pietra con i solchi lasciati dalla corda usata per sollevare il secchio. La parte sottostante l'edificio attuale era stata presumibilmente rinterrata, utilizzando materiale diverso per composizione da quello del terreno naturale circostante, per consolidare la vecchia struttura militare in modo da garantire solido appoggio per la successiva edificazione della struttura originaria della villa padronale, databile all'incirca al XVIII secolo e successivamente in più riprese ampliata. Sulla chiave di volta in pietra del portone del locale adibito allo stoccaggio dei coppi dell'olio si leggeva la data del 1746, mentre la struttura parallelepipeda più recente della villa padronale è databile al 1799. Davanti ad essa sorgeva una cappella gentilizia. Parte dell'antica postazione militare si ritrovava fino all'altezza del secondo piano fuori terra, costituita sempre in muratura di pietra per spessore di circa un metro dove si rinvenne una feritoia, la parete era visibilmente affumicata probabilmente causa dell'incendio che avrebbe distrutto l'edificio militare. Fonte: Paolo Zopfi.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Caciagli, Pisa e la sua provincia, vol. 3, tomo II, Pisa, Colombo Cursi Editore, 1972, pp. 1029–1030.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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