Behice Hanım

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Behice Hanım
Ikbal
Consorte Imperiale
In carica10 maggio 1900 –
27 aprile 1909
Nome completoBehiye Hanim Maan (alla nascita)
Behice Maan (dopo il 1934)
NascitaAdapazarı, Impero ottomano, 10 ottobre 1882
MorteIstanbul, Turchia, 22 ottobre 1969
Luogo di sepolturaCimitero Yayha Efendi, Istanbul
DinastiaMaan (per nascita)
Casa di Osman (per matrimonio)
PadreAlbus Bey Maan
MadreNazli Hanım Kuçba
Consorte diAbdülhamid II
FigliŞehzade Ahmed Nureddin
Şehzade Mehmed Bedreddin
ReligioneIslam sunnita

Behice Hanım (turco ottomano: بھیجه خانم, "felicità"; nata Behiye Maan; dopo la legge sul cognome del 1934: Behice Maan; Adapazarı, 10 ottobre 1882Istanbul, 22 ottobre 1969) è stata una consorte del sultano ottomano Abdülhamid II.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia[modifica | modifica wikitesto]

Behice Hanım nacque il 10 ottobre 1882 a Beynevid, Adapazarı, provincia di Sakarya.[1][2] Nata come Behiye Maan, era abcasa. Suo padre era Albus Bey Maan, nipote di Kats Bey Maan. Sua madre era Nazli Hanım Kucba,[3][4] figlia di Hacı Kuç Pasha. Aveva un fratello, Rauf Bey, e quattro sorelle, Atiye Hanım,[5] Tasvire Hanım,[6] Ihsan Hanım, e Nimet Hanım.[5] Era cugina di Sazkar Hanim, anche lei consorte del Sultano Abdul Hamid II.[4] Era anche imparentata con la moglie di Halil Kut Pasha. Venne descritta come bellissima, alta e bionda, con gli occhi blu, di carattere orgoglioso e molto arrogante.[3]

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Il padre di Behiye venne a sapere che Abdul Hamid stava cercando una moglie per suo figlio, Şehzade Mehmed Burhaneddin, e quindi, nel 1899 la condusse a corte, e presentata al Sultano. Tuttavia, Abdülhamid fu conquistato dalla bellezza della giovane ragazza che lui stesso chiese la sua mano in matrimonio, che il padre accettò malgrado Behiye si fosse opposta alla cosa.[7] Il matrimonio ebbe luogo il 10 maggio 1900 nel Hünkar Kiosk del Palazzo di Yıldız. Behice aveva diciotto anni, mentre Abdülhamid II ne aveva cinquantotto.[8] Le fu dato il nome Behice e il titolo di "Quinta Ikbal"[9]

Un anno dopo il matrimonio, il 22 giugno 1901, diede alla luce due gemelli, Şehzade Ahmed Nureddin e Şehzade Mehmed Badreddin.[10] Badreddin morì all'età di due anni il 13 ottobre 1903, di febbre cerebrale.[9][11][12][13]

Il 27 aprile 1909, Abdul Hamid fu deposto, e inviato in esilio a Tessalonica.[1] Lei non lo seguì, e rimase a Istanbul. Fu inviata con suo figlio nel palazzo di Maslak.[14] Dopo che Tessalonica divenne parte della Grecia nel 1912, Abdul Hamid ritornò a Istanbul nel Palazzo di Beylerbeyi, dove lui morì nel 1918.[2]

Ultimi anni e morte[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1924, la famiglia imperiale fu inviata in esilio. Behice andò a Napoli con suo figlio, in un appartamento in via Generale Orsini. Suo figlio in seguito si trasferì a Parigi, lasciandola lì, dove lui morì nel 1945. Dopo la morte di suo figlio, la vita per lei divenne difficile, perché rimase senza soldi dopo che la sua serva la derubò di quel che le fu inviato dalla famiglia in Turchia.[15] Un parente la rintracciò nel 1969 e rimase sconvolto dalle sue condizioni: i suoi capelli erano spettinati, le sue unghie erano diventate estremamente lunghe e non si lavava da settimane. Riuscì a riportarla a Istanbul a marzo, ma era così malata che morì pochi mesi dopo, il 22 ottobre 1969 all'età di ottantasette anni. Fu sepolta nel Cimitero di Yayha Efendi a Istanbul.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Da Abdülhamid II, Behice Hanım ebbe due figli gemelli:

  • Şehzade Ahmed Nureddin (22 giugno 1901 - dicembre 1944). Ebbe una consorte e un figlio.
  • Şehzade Mehmed Bedreddin (22 giugno 1901 - 13 ottobre 1903). Morto di meningite, venne sepolto nel cimitero Yahya Efendi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Oğuzhan Ekinci, BİLİŞİM SOSYOLOJİSİ BAĞLAMINDA UZAYIN SANALLAŞMASI: SİBER UZAY, in Felsefelogos, vol. 21, n. 65, 1º gennaio 2017, pp. 29–43, DOI:10.17819/felsefelogos.42. URL consultato il 25 giugno 2022.
  2. ^ a b Anetoderma, Springer Berlin Heidelberg, 2004, pp. 48–48. URL consultato il 25 giugno 2022.
  3. ^ a b Sakaoğlu, Necdet (2008). Bu Mülkün Kadın Sultanları: Vâlide Sultanlar, Hâtunlar, Hasekiler, Kandınefendiler, Sultanefendiler. Oğlak Yayıncılık. ISBN 978-6-051-71079-2.
  4. ^ a b Açka 2004, p. 47
  5. ^ a b Okan Ekinci e Asli Ekinci, The determinants of benzodiazepine prescription at discharge from a psychiatric inpatient clinic, in Anatolian Journal of Psychiatry, 2017, p. 1, DOI:10.5455/apd.218029. URL consultato il 25 giugno 2022.
  6. ^ Açba 2004, p. 46
  7. ^ Açba 2004, p. 48
  8. ^ Açba 2004, p. 49
  9. ^ a b Uluçay 2011, p. 251
  10. ^ Hülya Tezcan, Osmanlı sarayının çocukları: şehzadeler ve hanım sultanların yaşamları, giysileri, Aygaz, 2006, pp. 147, ISBN 978-9-759-83722-8.
  11. ^ Osmanoğlu 2000
  12. ^ Brookes 2010, p. 287
  13. ^ Sakaoğlu 2008, p. 279-280
  14. ^ Sakaoğlu 2008, 680
  15. ^ 2004 Miracle Yearbook, 2004, DOI:10.15385/yb.miracle.2004. URL consultato il 25 giugno 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Açba, Leyla (2004). Bir çerkes prensenini harem hatiralari. L&M. ISBN 978-9-756-49131-7.
  • Brookes, Douglas Scott (2010). The Concubine, the Princess, and the Teacher: Voices from the Ottoman Harem. University of Texas Press. ISBN 978-0-292-78335-5
  • Ekinci, Ekrem Bugra (31 marzo, 2017) Sultan Abdulhamid'in Son Zevcesi , Timas Tarih. ISBN 978-6-050-82503-9
  • Osmanoglu, Ayse (2000) Babam Sultan Abdulhamid. Mona Kitap Yayinlari. ISBN 978-6-050-81-202-2
  • Sakaoglu, Necdet (2008) Bu Mulkun Kadin Sultanlari: Valide Sultanlar. Hatunlar, Hasekiler, Kandineefendiler, Sultanefendiler. Oglak Yayincilik. ISBN 978-6-051-71079-2
  • Uluçay, M. Cagatay (2011) Padisahlarin kadinlari ve kizlari. Otuken. ISBN 978-9-754-37840-5.

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