Battesimo di Cristo (Battistello Caracciolo)

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Battesimo di Cristo
AutoreBattistello Caracciolo
DataTra il 1610 e il 1615
Tecnicaolio su tela
Dimensioni116×145 cm
UbicazioneQuadreria dei Girolamini, Napoli

Il Battesimo di Cristo è un dipinto olio su tela (116×145 cm)[1] di Battistello Caracciolo databile tra il 1610 e il 1615[2] e conservato presso la Quadreria dei Girolamini di Napoli.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il dipinto, citato per la prima volta dalla guida del Celano del 1692 nella sacrestia dei Girolamini,[1] proviene con grande probabilità dalla collezione di Domenico Lercaro, facoltoso sarto e commerciante di tessuti che lasciò, con testamento del 1623, la sua collezione di opere d'arte alla Congregazione dell'Oratorio.

L'opera rappresenta un punto di svolta della carriera di Battistello, essendo datata agli anni giovanili del pittore;[2] il dipinto si può considerare, infatti, il momento di maggior contatto con la pittura di Caravaggio, operante a Napoli nel 1607 e nel 1610. Il maestro napoletano utilizza la luce con la stessa forza del maestro lombardo per evidenziare la scena e dare risalto in modo naturalistico ai particolari delle figure; sia Cristo che il Battista sono colti nelle loro imperfezioni fisiche e anche gli indumenti semplici e poveri sono raffigurati in maniera realistica senza forme elaborate. Le figure sono rese non mediante un contorno definito, ma attraverso il contrasto di colori chiari e scuri. La luce che filtra tra le mani giunte di Cristo è uno dei punti di maggiore forza espressiva.

Il quadro ritrae san Giovanni che impartisce il Battesimo a Cristo Gesù, mentre la colomba, simboleggiante lo Spirito Santo, aleggia sulla scena.

Il dipinto è quasi un monocromo; i colori utilizzati sono il marrone ed il bianco con diverse tonalità. La tela, che ricorda nella struttura compositiva quella del Martirio di sant'Orsola (1610) di Caravaggio, pertanto da datare successivamente alla medesima, è dominata da una luce fredda, con i personaggi ripresi senza profondità scenica, disposti tutti vicini l'uno all'altro quasi a voler assumere un significato "allegorico". Nel quadro del Merisi è però solo la santa ad assumere un colorito argenteo, quasi a evidenziare il momento del martirio, mentre nel Battesimo, il Caracciolo avvolge in una luce lunare bronzea[1] tutta la scena, che è dominata dal senso di angoscia incombente, premonizione del destino di entrambi i personaggi. Un ulteriore rimando ad una pittura del Caravaggio è riscontrabile nell'indumento che indossa il Cristo, analogo a quello della Flagellazione (1607) di Capodimonte, mentre il profilo del Battista appare simile a quello dell'Adamo ritratto nella pala dell'Immacolata Concezione con i santi Domenico e Francesco di Paola (1607-1608), sempre del Battistello e conservata nella chiesa di Santa Maria della Stella a Napoli.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Caravaggio Napoli, p. 202.
  2. ^ a b R. Causa, I seguaci del Caravaggio a Napoli, collana "I Maestri del Colore", Fratelli Fabbri, Milano, 1966

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA. VV., Caravaggio Napoli, catalogo della mostra di Napoli a cura di Sylvain Bellenger e Maria Cristina Terzaghi, Milano, Electa, 2019, ISBN 9788891824004.
  • Stefano Causa, Battistello, in cat. mostra Battistello Caracciolo e il primo naturalismo a Napoli, a cura di Ferdinando Bologna, Napoli 1991.
  • Carlo Celano, Delle Notitie del bello, dell'antico, e del curioso della Città di Napoli, Napoli, 1692.
  • P. Leone de Castris e R. Middione La quadreria dei Girolamini, Napoli 1986.
  • Nicola Spinosa, Pittura del Seicento a Napoli - da Caravaggio a Massimo Stanzione, Napoli, Arte'm, 2008.
  • Raffaele Traettino, Il Battesimo di Cristo, in Il racconto del cielo - Capolavori dei Girolamini a Lecce, Artem, Napoli 2013.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]