Avvelenamento da organofosfati

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Avvelenamento da organofosfati
Organofosfato
Specialitàmedicina d'emergenza-urgenza
EziologiaEsposizione agli organofosfati
Mortalità mondiale15%
Incidenza mondiale3 milioni di persone ogni anno
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM989.3
ICD-10T60.0
MeSHD062025
eMedicine1009888 e 167726

L'avvelenamento da organofosfati è l'intossicazione dovuta agli organofosfati (OP),[1] sostanze utilizzate come insetticidi, farmaci e agenti nervini.[1]

Epidemiologia[modifica | modifica wikitesto]

Gli organofostati sono una delle cause più comuni di avvelenamento in tutto il mondo,[2] con i primi casi segnalati nel 1962.[3] Si contano quasi 3 milioni di avvelenamenti ogni anno che provocano duecentomila morti.[2][4] Il tasso di mortalità si aggira dunque intorno al 15%.[2]

Eziologia[modifica | modifica wikitesto]

Gli organofostati sono una delle cause più comuni di avvelenamento in tutto il mondo[2] e sono spesso collegati ai tentativi di suicidio nelle aree agricole dei paesi in via di sviluppo. Difficilmente questo tipo di avvelenamento è accidentale[2] e l'esposizione può avvenire bevendo tali sostanze, inalandone i vapori o per via cutanea.[1]

Sintomi[modifica | modifica wikitesto]

I sintomi includono salivazione eccessiva, aumento della lacrimazione, diarrea, vomito, miosi, sudorazione, tremori muscolari e confusione.[2] Sebbene l'insorgenza dei sintomi avvenga spesso entro pochi minuti o ore, alcuni sintomi possono manifestarsi anche dopo settimane,[5][6] durando all'incirca qualche giorno o settimana.[2]

Diagnosi[modifica | modifica wikitesto]

La diagnosi è generalmente basata sui sintomi e può essere confermata misurando l’attività della butirrilcolinesterasi nel sangue.[2] Può presentarsi in modo simile anche l'avvelenamento da carbammato.[2]

Inoltre, i ritardanti di fiamma organofosfati impediscono la maturazione degli oligodendrociti.[7]

Trattamento[modifica | modifica wikitesto]

I trattamenti principali prevedono la somministrazione di atropina e ossime, come la pralidossima e il diazepam.[1][2] Si raccomanda inoltre l'utilizzo di trattamenti generici quali la somministrazione di fluidi per via endovenosa e di ossigenoterapia.[2] Il carbone attivo o altri mezzi somministrati per via orale non si sono invece dimostrati utili.[2] Anche se teoricamente esiste il rischio di contaminazione degli operatori sanitari che vengono in contatto con i pazienti, esso risulta essere relativamente basso.[2]

Prevenzione[modifica | modifica wikitesto]

Le strategie di prevenzione includono il divieto di utilizzo degli organofosfati più tossici.[2] A chi lavora con i pesticidi è raccomandato l'uso di indumenti protettivi e di fare la doccia prima di rientrare nella propria abitazione.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Andrew M. King e Cynthia K. Aaron, Organophosphate and Carbamate Poisoning, in Emergency Medicine Clinics of North America, vol. 33, n. 1, febbraio 2015, pp. 133–151, DOI:10.1016/j.emc.2014.09.010, PMID 25455666.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n Michael Eddleston, Nick A Buckley e Peter Eyer, Management of acute organophosphorus pesticide poisoning, in The Lancet, vol. 371, n. 9612, febbraio 2008, pp. 597–607, DOI:10.1016/S0140-6736(07)61202-1, PMID 17706760.
  3. ^ (EN) Neurological Practice: An Indian Perspective, Elsevier India, 2005, p. 479, ISBN 9788181475497.
  4. ^ (EN) Sheri Berg e Edward A. Bittner, The MGH Review of Critical Care Medicine, Lippincott Williams & Wilkins, 2013, p. 298, ISBN 978-1-4511-7368-0.
  5. ^ Clinical features of organophosphate poisoning: A review of different classification systems and approaches, in Indian J Crit Care Med, vol. 18, n. 11, 2014, pp. 735–45, DOI:10.4103/0972-5229.144017, PMID 25425841.
  6. ^ (EN) James K. Stoller, Franklin A. Michota e Brian F. Mandell, The Cleveland Clinic Foundation Intensive Review of Internal Medicine, Lippincott Williams & Wilkins, 2009, p. 108, ISBN 978-0-7817-9079-6.
  7. ^ AGI-Agenzia Italia, Alcuni prodotti di uso comune fanno male al nostro cervello, ecco perchè, su www.agi.it, 2 aprile 2024. URL consultato il 25 aprile 2024.
  8. ^ SA Quandt, MA Hernández-Valero e JG Grzywacz, Workplace, household, and personal predictors of pesticide exposure for farmworkers., in Environmental Health Perspectives, vol. 114, n. 6, giugno 2006, pp. 943–52, DOI:10.1289/ehp.8529, PMID 16759999.
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