Archimede Orlandini

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Archimede Orlandini (Paradigna, 1º agosto 1909Parma, 11 febbraio 1998) è stato un liutaio italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Fu liutaio autodidatta attivo a Parma dal 1923[1], ma la liuteria non fu la sua attività principale (lavorava infatti come falegname nella fabbrica Bormioli di Parma).

Ebbe i primi riconoscimenti nel 1932 durante un'esibizione a Parma e nel 1937 in occasione della Mostra Concorso di Liuteria Moderna di Cremona alla quale presentò un suo violino.[2] Partecipò alla mostra cremonese anche nel 1949 e nel 1971. Nel 1980, ottenne un premio per la vernice al concorso di liuteria di Bagnacavallo di Romagna.[3][4]

In alcuni casi i ricci dei suoi strumenti sono intagliati con teste d'animale, teste di donna o addirittura la figura di Paganini.

Non esiste una catalogazione precisa degli strumenti realizzati da Orlandini, ma in una conversazione con il violinista Luca Fanfoni lo stesso Orlandini dichiarò di aver costruito circa 150 violini, 50 viole, 10 violoncelli e 10 contrabbassi.[5]

Nella bottega di Orlandini si è formato il liutaio Giorgio Giliotti.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Artemio Versari, Liuteria moderna in Emilia-Romagna, Il Salabue, 2002, ISBN 9788887618020. URL consultato il 18 marzo 2019.
  2. ^ Dizionario della Musica, su lacasadellamusica.it. URL consultato il 18 marzo 2019.
  3. ^ (EN) Amati Instruments Limited, Archimede Orlandini, su amati.com. URL consultato l'11 marzo 2019.
  4. ^ Nuova rivista musicale italiana, Edizioni RAI, 1971. URL consultato il 18 marzo 2019.
  5. ^ Luca Fanfoni, Archimede Orlandini, liutaio di Parma, Cremona, Turris Editrice, 1998, ISBN 88-7929-159-9.
  6. ^ Nella casa magica del liutaio Giliotti - Parma - Repubblica.it, su Parma - La Repubblica, 27 agosto 2015. URL consultato il 18 marzo 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giulio Pasquali, Remy Principe, Il violino, Milano, Curci, 1987, p. 23.
  • Luca Fanfoni, Archimede Orlandini, liutaio di Parma, Cremona, Turris Ed., 1998.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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