Antikvariat

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L'Antikvariat (in russo Антиквариат?) era un dipartimento del Ministero del Commercio russo istituito da Lenin in 1921, dopo la Rivoluzione russa, per gestire la vendita e l'esportazione di opere d'arte che il governo rivoluzionario aveva acquisito da musei come l'Ermitage e il Palazzo di Gatčina, dalle chiese e da membri delle élite russe che erano stati costretti a cederle al nuovo governo, o le avevano lasciate quando erano fuggiti dal paese, o che erano stati giustiziati durante la rivoluzione.[1][2] Tra questi tesori dello stato c'erano 30 delle 40 Uova Fabergé che erano custodite nel Palazzo dell'Armeria dopo l'abdicazione dell'ultimo zar di Russia, Nicola II.[3]

Il nuovo governo russo iniziò la sua esistenza in gravi difficoltà finanziarie: Lenin e più tardi Stalin avevano bisogno di soldi il più rapidamente possibile e si ritenne che la liquidazione delle opere d'arte russe fosse un modo per raggiungere questo obiettivo. I membri dell'Antikvariat non erano curatori o specialisti d'arte ma membri del Partito Comunista selezionati da altri membri del Partito per ricavare quanto più denaro possibile dalla vendita di arte russa a uomini d'affari e diplomatici occidentali. Gli storici dell'arte russi incaricati di custodire queste opere tentarono di contrastare questo processo e hanno camuffato o nascosto alcune opere che Antikvariat, se avesse saputo della loro esistenza, avrebbe venduto; per questo, molti di coloro che desideravano conservare queste opere furono arrestati, inquisiti e giustiziati.[4][5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Proler, Skurlov, p. 64
  2. ^ Faber, p. 164
  3. ^ Faber, p. 169
  4. ^ (EN) Christopher Morgan e Irina Orlova, Saving The Tsar's Palaces, Polperro Heritage, 1º novembre 2012, ISBN 978-0-9530012-9-3.
  5. ^ Proler, Skurlov, p. 84

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]