Andrisco

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Andrisco è il nome di un artigiano-avventuriero originario della Tracia, anche conosciuto come lo Pseudofilippo, che si fece proclamare re di Macedonia nel 149 a.C. e sobillò una rivolta contro Roma.

Egli rappresenta nella sua figura e nel suo avventuroso tentativo di ribellione la reazione macedone all'occupazione da parte di Roma dopo la battaglia di Pidna (168 a.C.), avvenuta durante l'ultimo regno (dal 179 a.C. al 168 a.C.) di Perseo. Approfittando del malcontento dei ceti popolari macedoni si finse il figlio del re macedone Perseo, Filippo (in realtà morto a soli 18 anni in Italia), e di Laodice III principessa della Siria e moglie di Antioco III re di dinastia seleucide). Sobillata e ingannata la popolazione con facilità, anche a causa del suo aspetto fisico effettivamente molto simile a Perseo, a causa della mancanza di mezzi materiali il suo primo tentativo di rivolta fallì e dovette scappare in Siria dove si fece ricevere alla corte di Demetrio I Soter, parente di Perseo stesso. Accortosi però di come lo Pseudofilippo fosse in realtà solo un impostore lo fece arrestare e lo consegnò ai romani. Tuttavia giudicato del tutto innocuo Andrisco viene immediatamente liberato.

Andrisco quindi nel 149 a.C. tornò in Tracia, sua terra natale, dove riuscì a reclutare alcuni uomini per la sua causa. Quindi aiutato da due principi macedoni, Tere e Barsada, riuscì finalmente a proclamarsi re della Macedonia come legittimo figlio di Perseo. Con un esercito misto di traci e macedoni fu accolto come liberatore dall'oppressione romana e infiammò gli spiriti nazionalistici e indipendentistici tipici delle popolazioni elleniche. Grazie a tutto questo entusiasmo nei primi tempi riuscì a tenere a bada l'esercito romano sconfiggendo prima Scipione Nasica in Tessaglia e successivamente distruggendo addiritura una legione romana comandata dal pretore Iuvenzio. Subito dopo Andrisco prese contatti con Cartagine che in quegli anni stava combattendo contro Roma la Terza guerra punica.

Solo un anno dopo però, nel 148 a.C., la sorte sembrò voltare la faccia ad Andrisco. Roma decise che era giunta l'ora di far concludere quell'avventurosa esperienza di Andrisco. Approfittando del fatto che lo stesso Pseudofilippo stava già perdendo popolarità presso i ceti popolari, Roma inviò in Macedonia un grosso esercito comandato da Quinto Cecilio Metello. Nonostante le iniziali vittorie, alla lunga Andrisco dovette arrendersi a Metello che lo fece prigioniero e lo portò a Roma condannandolo a morte e facendolo sfilare nel corso del trionfo seguito alla campagna di Macedonia.

Con la fine dell'avventura di Andrisco si ha anche la fine della seppur formale indipendenza della Macedonia che dal 147 a.C. assunse lo status di provincia romana.

Nel 142 a.C. un altro avventuriero che si fece chiamare Filippo, emulo di Andrisco, tentò una rivolta analoga a quella del 149 a.C./148 a.C., ma ebbe scarsissima fortuna. Sconfitto dal questore Lucio Tremellio fu catturato e messo a morte.

Fonti antiche