Alfred Józef Potocki

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Alfred Józef Potocki

Primo ministro della Cisleitania
Durata mandato12 aprile 1870 –
6 febbraio 1871
MonarcaFrancesco Giuseppe I
PredecessoreLeopold Hasner von Artha
SuccessoreKarl Sigmund von Hohenwart

Governatore della Galizia
Durata mandato1875 –
1883
MonarcaFrancesco Giuseppe I
PredecessoreAgenor Gołuchowski
SuccessoreFilip Zaleski

Alfred Józef Potocki (Łańcut, 29 luglio 1817Parigi, 18 maggio 1889) è stato un nobile e politico polacco[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era figlio del conte Alfred Wojciech Potocki e della principessa Józefina Maria Czartoryska[2]. Nacque in una famiglia nobile di spicco ed ereditò le proprietà di Łańcut dal padre. Suo nonno era lo scrittore Jan Potocki, meglio conosciuto per il romanzo "Manoscritto trovato a Saragozza".

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

Fu parlamentare del Sejm della Galizia (1863-1889), Maresciallo del Sejm (1875-1877)[3] e governatore della Galizia (1875-1883)[4].

Nel 1848 fu eletto alla camera bassa del Reichsrat, alla camera dei deputati (Abgeordnetenhaus) e nel 1861 alla camera alta (Herrenhaus).

Prestò servizio nel corpo diplomatico e fu ministro dell'Agricoltura d'Austria (30 dicembre 1867-15 gennaio 1870)[3]. Il 12 aprile divenne il quinto primo ministro della Cisleitania[5] e contemporaneamente ministro della Difesa. Il suo mandato comprese l'abrogazione del concordato del 1855. Non riuscendo a promuovere il federalismo e ad ottenere la cooperazione dei cechi nel Reichsrat, si dimise il 6 febbraio 1871[3], inaugurando un breve governo conservatore sotto il conte Karl Sigmund von Hohenwart, altrettanto inefficace nell'attuazione del federalismo, cosicché il potere tornò rapidamente al liberalismo.

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Sposò, 18 marzo 1851 a Sławuta, la principessa Maria Klementyna Sanguszko (1830-1903), figlia di Roman Stanisław Sanguszko. Ebbero quattro figli:

  • Roman Potocki (1852-1915);
  • Julia Potocka (1854-1921): sposò il conte Vladislav Branitski;
  • Klementyna Potocka (1856-1921): sposò il conte Jan Tyszkiewicz;
  • Józef Mikołaj Potocki (1862-1922)[6].

Potocki è noto per la costruzione del magnifico Palazzo Potocki, una grande residenza a Leopoli. Nel 1873 ha co-fondato l'Accademia polacca della cultura a Cracovia. Gestì una distilleria di famiglia, oggi nota come Polmos Łańcut.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere del Toson d'Oro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona Ferrea - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'ordine reale di Santo Stefano d'Ungheria - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Carlo III (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Meyers Großes Konversations-Lexikon Band 16, Leipzig 1908, S. 235.
  2. ^ Józefina Maria Czartoryska, su genealogia.grocholski.pl (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2017).
  3. ^ a b c (DE) W. Goldinger – J. Zdrada: Potocki, Alfred Graf. In: Österreichisches Biographisches Lexikon 1815-1950 (ÖBL). vol. 8, Verlag der Österreichischen Akademie der Wissenschaften, Vienna 1983, ISBN 3-7001-0187-2, p. 230.
  4. ^ Template:Cytuj książkę
  5. ^ (DE) Christian Schärf: Ausgleichspolitik und Pressekampf in der Ära Hohenwart. Die Fundamentalartikel von 1871 und der deutsch-tschechische Konflikt in Böhmen. Verlag Oldenbourg, Monaco di Baviera, 1996, ISBN 3-486-56147-2, S. 75.
  6. ^ Erika Schiele, The Arab Horse in Europe, 1970, p. 148.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • W. Goldinger – J. Zdrada: Potocki, Alfred Graf. In: Österreichisches Biographisches Lexikon 1815–1950 (ÖBL). Band 8, Verlag der Österreichischen Akademie der Wissenschaften, Wien 1983, ISBN 3-7001-0187-2, S. 230.
  • Meyers Großes Konversations-Lexikon Band 16, Leipzig 1908, S. 235.
  • Christian Schärf: Ausgleichspolitik und Pressekampf in der Ära Hohenwart. Die Fundamentalartikel von 1871 und der deutsch-tschechische Konflikt in Böhmen. Verlag Oldenbourg, München 1996, ISBN 3-486-56147-2, S. 75.

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