Ahmed Abdul-Ghafur

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Ahmad Abdul Ghafur al-Samarrai (Samarra, 1955Amman, 24 febbraio 2024[1]) è stato un politico iracheno; è stato a capo dell'Ufficio del Waqf sunnita dal 2005 al 2013[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ahmad Abdul Ghafur è nato a Samarra nel 1955. Egli ha ottenuto una laurea presso il College di Scienze islamiche e in seguito un PhD in Storia islamica.[3]

Egli è stato un membro dell'Associazione degli ulema islamici sin dalla sua fondazione nel 2003,[4][5] ma ha lasciato l'organizzazione dopo le elezioni generali del gennaio 2005, in quanto voleva prendere parte al processo politico.[4][6] Come imam della moschea Umm al-Qura in Baghdad,[7] egli ha sostenuto la formazione di forze di sicurezza sunnite contro Al-Qaida, e ha condannato le loro violenze contro i civili.[3][7][8]

Nell'agosto 2005 è stato nominato presidente dell'ufficio del Waqf sunnita dal Partito Islamico Iracheno,[2][3] e ha promosso il referendum per l'approvazione della Costituzione irachena.[9]

Nel 2006, ha protestato contro il bombardamento della moschea di Samarra e ad aprile 2007 ha criticato la politica di Nuri al-Maliki, che richiese la sua rimozione dal Sunni Endowment.[3] A quell'epoca il leader dell'AMSI Harith al-Dhari avva ricevuto un mandato di arresto dal governo e la maggior parte degli ulama erano fuggiti all'estero. Quaranta di loro avevano formato ad Amman un Consiglio di ulema iracheni e lo sheikh Ahmed Abdul-Ghafur era diventato il loro portavoce in Baghdad.[7][8]

In quegli anni, le forze Sahwa dello sheikh Abdul Sattar Abu Risha ottennero la maggior parte delle moschee agli insorti, che furono quindi trasferite all'amministrazione del Sunni Endowment dello sheikh Samarra;[10] tra esse dal novembre 2007 anche la moschea Umm al-Qura, ex quartier generale dell'AMSI.[8][11] Il quartier generale del Sunni Endowment era in al-A'zamiyya.

Nel 2008 sheikh Samarrai formò anche un partito politico, e dopo le elezioni provinciali del 2009 si unì con l'Alleanza Nazionale Irachena del Risveglio e degli Indipendenti di Abu Risha formando l'Alleanza unitaria dell'Iraq,[12] ma non ottenne un seggio nelle elezioni legislative del 2010.[3][13]

Sotto la guida dello sheikh Abdul-Ghafur Samarrai, il Sunni Endowment ottenne anche un ruolo di moderazione culturale,[2] e divenne noto come un religioso contro al-Qaida, così come il deputato di al-Anbar Khaled al-Fahdawi,[2] della coalizione Iraqiyya, che fu ucciso da un attacco suicida alla moschea nell'agosto 2011.[11][14][15]

Durante la seconda insorgenza irachena, il presidente Nuri al-Maliki rimosse sheikh Abdul Ghafur dal Sunni Endowment nel novembre 2013.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ https://earthiq.news/archives/338684
  2. ^ a b c d Endowment Rules, 2005. URL consultato il 17 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2019).
  3. ^ a b c d e B.K. Dougherty, E.A. Ghareeb, Historical Dictionary of Iraq, Ed. Scarecrow, 7 November 2013; 858 pages - p.540
  4. ^ a b AMS calls for united Sunni front, Al Jazeera, 13 febbraio 2005. URL consultato il 14 marzo 2019.
  5. ^ What's new, what's uncertain in Sunnis' first vote, Asianews, 15 dicembre 2005. URL consultato il 14 marzo 2019.
  6. ^ Call made for Iraqi prisoner release, Al Jazeera, 16 aprile 2005. URL consultato il 14 marzo 2019.
  7. ^ a b c Abduction of italian journalist Giuliana Sgrena, Tgcom24, 5 febbraio 2005. URL consultato il 24 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2021).
  8. ^ a b c Bill Roggio, Sunni clerics turn on Association of Muslim Scholars, 17 novembre 2007. URL consultato il 15 marzo 2019.
  9. ^ Iraqi Interior Ministry faces Sunni flak, Al Jazeera, 24 agosto 2005. URL consultato il 14 marzo 2019.
  10. ^ Today was a good day, 28 novembre 2008. URL consultato il 21 gennaio 2019.
  11. ^ a b Dozens killed in suicide attack on Baghdad mosque, in France 24, 28 agosto 2011. URL consultato il 15 marzo 2019.
  12. ^ Cf. CIA World Factbook 2018 - "Irak"
  13. ^ Political alliances ahead of Iraq's 2010 election, Reuters, 21 ottobre 2009.
  14. ^ Salam Faraj, Iraqi MP among 27 killed in Baghdad suicide attack, National Post, 28 agosto 2011. URL consultato il 15 marzo 2019.
  15. ^ Baghdad suicide attack leaves at least 29 dead, The Guardian, 28 agosto 2011. URL consultato il 15 marzo 2019.