Agriotherium

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Agriotheriinae)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Agriotherium
Mandibola di Agriotherium maraghanus
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Carnivora
Famiglia Ursidae
Sottofamiglia Ursinae
Tribù Ursavini
Genere Agriotherium
(Wagner, 1837)
Specie
  • Agriotherium africanus
  • Agriotherium inexpectans
  • Agriotherium roblesi
  • Agriotherium sivalensis

Agriotherium (Wagner, 1837) è un genere estinto di orsi, vissuto dal Miocene all'inizio del Pleistocene (tra 11,6 e 2,5 milioni).[1] Fossili di A. africanum indicano che questa specie sia sopravvissuta fino al Gelasiano.[2]

I resti si sono ritrovati in Francia, Italia, Myanmar, Cina e Sud Africa.[3] È l'unico urside che risulta aver colonizzato l'Africa subsahariana.[4]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

A. africanum aveva una lunghezza di circa 2 m e un peso che secondo alcuni autori poteva raggiungere i 750 kg, cioè più degli attuali orsi;[5][6] altri autori riportano stime più contenute con un peso compreso tra 317 e 540 kg.[7][8]

Abitudini alimentari[modifica | modifica wikitesto]

L'analisi dei denti, delle mascelle e il tipo di usura dentaria indica che Agriotherium era un animale onnivoro che si nutriva anche di vegetali. La dentatura non mostra un adattamento a una dieta completamente carnivora, ma l'analisi isotopica suggerisce che si nutrisse di un quantitativo notevole di carne animale, in modo analogo al moderno orso bruno.

Studi dello scheletro, incluso il confronto con Hemicyon ursinus, un orso fossile comunemente ritenuto un predatore, mostrano che Agriotherium non aveva una robustezza degli arti e la velocità necessaria per una caccia di predazione attiva, e che doveva ricorrere quindi agli agguati o nutrirsi di animali già morti. Doveva quindi avere una dieta mista che includeva vegetali, frutta e invertebrati, oltre a utilizzare le grandi dimensioni e la forza per scacciare i concorrenti dalle carcasse per procacciarsi la carne e il midollo osseo.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fossilworks: Agriotherium, su fossilworks.org. URL consultato il 17 dicembre 2021.
  2. ^ Fossilworks: Agriotherium africanum, su fossilworks.org. URL consultato il 17 dicembre 2021.
  3. ^ (EN) Shintaro Ogino, Naoko Egi, Zin-Maung-Maung-Thein, Thaung-Htike e Masanaru Takai, New species of Agriotherium (Mammalia, Carnivora) from the late Miocene to early Pliocene of central Myanmar, in Journal of Asian Earth Sciences, Suture Zones and Geodynamic Processes, vol. 42, n. 3, 10 agosto 2011, pp. 408–414, Bibcode:2011JAESc..42..408O, DOI:10.1016/j.jseaes.2011.05.017, ISSN 1367-9120 (WC · ACNP).
  4. ^ F. Clark Howell e Garcia, Nuria, Carnivora (Mammalia) From Lemudong'o (Late Miocene: Narok District, Kenya) (PDF), in Kirtlandia, vol. 556, Cleveland Museum of Natural History, dicembre 2007, pp. 121–139. URL consultato il 15 ottobre 2009.
  5. ^ Palmer, D. (a cura di), The Marshall Illustrated Encyclopedia of Dinosaurs and Prehistoric Animals, London, Marshall Editions, 1999, p. 217, ISBN 1-84028-152-9.
  6. ^ Burness, G. P., Diamond, J., & Flannery, T. (2001). Dinosaurs, dragons, and dwarfs: The evolution of maximal body size. Proceedings of the National Academy of Sciences, 98 (25), 14518–14523. https://doi.org/10.1073/pnas.251548698
  7. ^ (EN) C. C. Oldfield, C. R. McHenry, P. D. Clausen, U. Chamoli, W. C. H. Parr, D. D. Stynder e S. Wroe, Finite element analysis of ursid cranial mechanics and the prediction of feeding behaviour in the extinct giant Agriotherium africanum, in Journal of Zoology, vol. 286, n. 2, 2012, pp. 171, DOI:10.1111/j.1469-7998.2011.00862.x, ISSN 1469-7998 (WC · ACNP).
  8. ^ Sorkin, B. (2006). Ecomorphology of the giant short-faced bears "Agriotherium" and "Arctodus". Historical Biology, 18 (1), 1–20. https://doi.org/10.1080/08912960500476366
  9. ^ (EN) B. Sorkin, Ecomorphology of the giant short-faced bears Agriotherium and Arctodus, in Historical Biology, vol. 18, n. 1, gennaio 2006, pp. 1–20, DOI:10.1080/08912960500476366, ISSN 0891-2963 (WC · ACNP).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]