Afete

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Afete
Mappa dei movimento di truppe della battaglia delle Termopili dove è indicata l'ubicazione di Afete, a sud di Magnesia, al largo di Capo Artemisio e a nord dell'Eubea.
Nome originale Ἀφεταί
Territorio e popolazione
Lingua greca antica
Localizzazione
Stato attuale Bandiera della Grecia Grecia
Coordinate 39°08′26.88″N 23°16′27.48″E / 39.1408°N 23.2743°E39.1408; 23.2743
Cartografia
Mappa di localizzazione: Grecia
Afete
Afete

Afete (in greco antico: Ἀφεταί?) era una città dell'antica Grecia in Tessaglia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo una tradizione citata da Strabone, il significato del suo nome è legato all'essero stato il punto di partenza degli Argonauti nella loro spedizione alla ricerca di vello d'oro; tuttavia Erodoto scrisse che il suo significato era legato al luogo dove gli Argonauti abbandonarono Ercole dopo averlo inviato a prendere l'acqua.[1] Strabone colloca Afete nei pressi di Pagase e aggiunge che la sua regione era caratterizzata dal candore della sua terra.[2]

Afete fu il porto dove attraccarono le navi persiane nel 480 a.C., e divenne la loro base navale, prima e durante la Battaglia di Capo Artemisio. Si racconta che, Scilla di Scione, considerato il miglior tuffatore del suo tempo, aveva abbandonato l'esercito persiano ed era passato con i greci, dopo essersi tuffato in mare ad Afete e aver fatto la traversata sott'acqua fino ad Artemisio, sebbene Erodoto considerò falsa questa notizia e credeva che Scilla avesse raggiunto Artemisio in barca.[3] Visto che Erodoto dice c'erano 80 stadi tra Afete e Artemisio, si suppone che Afete dovesse trovarsi sulla costa di Magnesia, di fronte alla baia di Pevki in Eubea. È stato anche suggerito che Afete avrebbe potuto essere all'interno del golfo di Pagase, a seguito di un altro passaggio in cui Erodoto menziona che le navi persiane erano entrate nel suddetto golfo.[4][5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Strabone IX,5,15; Erodoto VII,193.
  2. ^ Strabone IX,5,15; IX,5,18.
  3. ^ Erodoto VIII,4; VIII,8.
  4. ^ Erodoto VII,193; VIII,8.
  5. ^ Erodoto, Storia libri VIII-IX, p.21, nota 22 di Carlos Schrader, Madrid: Gredos (1989), ISBN 84-249-1399-X.
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