Aeque principaliter
Aeque principaliter (traduzione: "ugualmente importanti") è un'espressione latina usata dalla Santa Sede per indicare l'unione di due (o più) diocesi, quando, per evitare questioni di predominanza, viene loro attribuita pari importanza.
Più raro è il caso in cui dopo l'unione le diocesi conservano disparità di importanza e quella meno importante diviene sede di concattedrale. Un caso simile fu quello dell'unione tra le diocesi di San Marco Argentano e di Bisignano stabilita il 27 giugno 1818 dalla bolla De utiliori di papa Pio VII.[1]
Spesso si è arrivati all'unione di più diocesi aeque principaliter dopo che le stesse erano state precedentemente unite in persona episcopi.
L'unione aeque principaliter si distingue in genere da quella in persona episcopi, perché viene sancita da una bolla pontificia, che può determinare una nuova denominazione nella sede (per esempio Diocesi di Atri e Penne oppure Arcidiocesi di Acerenza e Matera); mentre l'unione in persona episcopi si forma con la semplice nomina del vescovo.
Esempi di diocesi unite aeque principaliter
- Diocesi di Atri unita aeque principaliter alla diocesi di Penne (dal 15 marzo 1252 al 1º luglio 1949)
- Diocesi di Prato unita aeque principaliter alla diocesi di Pistoia (dal 22 settembre 1653 al 25 gennaio 1954)
- Diocesi di Bitonto unita aeque principaliter alla diocesi di Ruvo (dal 27 giugno 1818 al 30 settembre 1982)
- Diocesi di Cervia unita aeque principaliter all'arcidiocesi di Ravenna (dal 22 febbraio 1947 al 30 settembre 1986)
- Diocesi di Tudela unita aeque principaliter all'arcidiocesi di Pamplona (dall'11 agosto 1984)
- Prelatura territoriale di Santo Cristo de Esquipulas unita aeque principaliter alla diocesi di Zacapa (dal 24 giugno 1986)
Note
- ^ (LA) Bolla De utiliori, in Bullarii romani continuatio, Tomo XV, Romae 1853, pp. 56-61