Abdelhakim Belhadj

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Abdelhakim Belhadj
NascitaTripoli, 1° maggio 1966
Dati militari
Paese servito Gruppo dei combattenti islamici libici
Consiglio nazionale di transizione
Forza armata Esercito Nazionale di Liberazione Libico
Anni di servizio1995 - anni '2000
2011 - 2012
GradoComandante
GuerreGuerra civile in Afghanistan (1989-1992)
Prima guerra civile in Libia
Comandante diPartito al-Watan
Consiglio militare di Tripoli
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Abdelhakim Belhadj, o Abd al-Hakim Balhaj (Nome di battaglia Abu Abdallah Assadaq[1]) (Tripoli, 1º maggio 1966), è un guerrigliero libico.

È un comandante dei ribelli anti-Gheddafi della guerra civile libica iniziata nel 2011. È un noto combattente islamista ed è stato membro del Gruppo dei combattenti islamici libici (in arabo الجامعة الإسلامية المقاتلة بليبيا?)[2] e veterano della guerra russo-afghana.[2] È stato arrestato in Thailandia nel 2004, e fu interrogato dalla CIA prima di essere consegnato alle autorità libiche.

Nel 2008 le autorità Libiche lo hanno rilasciato assieme ad altri 170 islamisti.[2] È stato a capo delle forze ribelli che hanno conquistato Tripoli il 21 agosto 2011[3] ed è diventato conseguentemente il comandante del Consiglio Militare della città[2]. Belhadj criticò aspramente pochi giorni dopo la sua liberazione, la partecipazione delle autorità statunitensi e britanniche al suo arresto ed annunciò di voler prendere in considerazione un'azione legale contro di esse.[4]

  1. ^ (EN) Libya to free 170 Islamist prisoners -charity, su reuters.com, Reuters. URL consultato il 26 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2011).
  2. ^ a b c d (EN) From Holy warrior to hero of a revolution: Abdelhakim Belhadj, su asharq-e.com, asharq alawsat. URL consultato il 26 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2011).
  3. ^ (FR) Tripoli: Un islamiste à la tête des forces rebelles, su francesoir.fr, France Soir. URL consultato il 29 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2011).
  4. ^ (DE) Rebellen-Offizier erwägt Klage gegen USA und Großbritannien, in Spiegel Online, 5 settembre 2011. URL consultato il 5 settembre 2011.

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Controllo di autoritàVIAF (EN311037542 · ISNI (EN0000 0004 3741 6704 · GND (DE105898375X · BNF (FRcb16727206x (data)