A Distant Shore (romanzo)

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A Distant Shore
AutoreCaryl Phillips
1ª ed. originale2003
Genereromanzo
Lingua originaleinglese
ProtagonistiDorothy Jones & Solomon

A Distant Shore è il settimo romanzo[1] dell'autore britannico Caryl Phillips (St. Kitts, 13 marzo 1958), pubblicato nel 2003 da Secker & Warburg nel Regno Unito e da Knopf negli Stati Uniti. Nel 2004 il romanzo arriva finalista al PEN/Faulkner Award, e sempre nello stesso anno vince il premio come Miglior Libro nella categoria dell’Europa e dell’Asia del sud al Commonwealth Writers Prize del 2004. Il New York Times lo definisce come uno dei giganti letterari del nostro tempo[2].

Introduzione alla trama[modifica | modifica wikitesto]

Ambientato nell'Inghilterra contemporanea, A Distant Shore è la storia di Solomon, un uomo africano e di Dorothy Jones, una donna inglese le cui vite segrete, e i mondi, sono rivelati nella loro fragile, fatale connessione[3]. Come l'autore stesso afferma, A Distant Shore è un romanzo sull'identità mancante di due individui, ma è anche un romanzo sull'identità nazionale inglese[4].

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il romanzo si apre con il trasferimento di Dorothy a Stoneleigh, un paesino vicino a Weston, dove è nata e cresciuta. Dorothy ha un passato molto difficile. La vita sentimentale di Dorothy è segnata da un marito che la abbandona per una donna più giovane, dalla relazione con un uomo sposato, Mahmood, e dalla relazione con il suo collega Geoff Wawerly, episodio che la costringe a ritirarsi dal lavoro e andare in pensione in anticipo. Nonostante ciò, cerca di ricostruirsi una vita dando lezioni di musica a degli adolescenti annoiati. Fin dall’inizio il lettore capisce che lei è una donna di mezza età, completamente sola ed emotivamente fragile a causa degli eventi del passato, in particolare quello della morte della sorella Sheila. L’unico amico che Dorothy trova è il suo vicino di casa Solomon, che si prende cura di lei accompagnandola alle sue visite dal dottore[5].

A questo punto il racconto cambia improvvisamente scena e personaggi. Dal presente si ritorna al passato, dall’Inghilterra si passa a un paese sconosciuto dell’Africa, dove viene raccontata la vita precedente di Gabriel (il vero nome di Solomon). Il suo paese è distrutto dalla guerra civile, e Gabriel si arruola nell’esercito. La sua famiglia è torturata, violentata e assassinata brutalmente dalla milizia. Per questo motivo Solomon decide di fuggire dal suo paese con l’aiuto dello zio Joshua; e per ottenere il denaro per il viaggio, uccide il suo ex datore di lavoro Felix. Riesce ad imbarcarsi nel lungo e pericoloso viaggio alla volta dell’Inghilterra, e quando vi arriva percepisce un senso di delusione. Qui incontra una ragazza inglese, Denise, che poi lo accusa falsamente di averla violentata. A seguito di questo episodio Gabriel viene arrestato. Mentre Gabriel è in prigione fa esperienza di numerose atrocità, tra cui gli insulti delle guardie e la morte senza dignità del suo compagno di cella Said.

Quando alla fine esce di prigione, si dirige verso il nord dell’Inghilterra, e cambia il suo nome in Solomon. Qui incontra Dorothy, i due hanno subito un’intesa reciproca, forse a causa delle loro esperienze passate e soprattutto a causa della loro solitudine: Dorothy infatti è appena uscita da un matrimonio durato trent'anni che l'ha segnata emotivamente. Solomon appare agli occhi di Dorothy molto diverso rispetto alla gente del posto, a partire dal suo aspetto, dalle sue abitudini e la sua routine. Tutto ciò suggerisce a Dorothy, ma anche al lettore stesso, la complessa storia che si cela dietro al personaggio di Solomon. L'unica cosa che entrambi i personaggi hanno in comune è una lingua condivisa: l'inglese. Tra i due vi è una sorta di empatia, ma non riusciranno mai a stabilire un rapporto duraturo[6]. Solomon diventa di nuovo vittima del razzismo: riceve lettere minatorie e oltraggiose. L’amicizia tra lui e Dorothy non dura a lungo poiché Solomon viene brutalmente assassinato e il suo corpo abbandonato in un canale da una banda di teppisti che si divertiva a spaventarlo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Caryl Phillips e Renée Schatteman, Conversations with Caryl Phillips, Jackson : University Press of Mississippi, 2009, p. 135, OCLC 263498108.
  2. ^ (EN) A Conversation with Caryl Phillips, author of the novel A Distant Shore, su nathanielturner.com. URL consultato il 12 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2016).
  3. ^ (EN) A Distant Shore, su carylphillips.com.
  4. ^ (EN) Jill Morrison, "A Conversation with Caryl Phillips" in Conversations with Caryl Phillips, University Press of Mississippi, 2009, p. 135.
  5. ^ (EN) A Distant Shore, su carylphillips.com. URL consultato il 21/01/2017.
  6. ^ (EN) A Distant Shore, su carylphillips.com.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Bénédicte Ledent e Daria Tunca, The Civilized Presence: Caryl Phillips and "A Distant Shore", in Caryl Phillips : writing in the key of life, Cindy Gabrielle, Amsterdam, Rodopi B.V., 2012, pp. 309-318, OCLC 779881715.
  • (EN) Calbi, Maurizio, “Encounters on the Estate: Memory, Secrecy, and Trauma in Caryl Phillips’s A Distant Shore.” In The Representation and Transformation of Literary Landscapes: Proceedings of the 4th AISLI Conference, Venice, Italy: Cafoscarina,, Francesco Cattani & Amanda Nadalini, 2006.
  • (EN) Clingman, S., “The grammar of identity : transnational fiction and the nature of the boundary”, Oxford, Oxford university press, 2009, OCLC 311815514.
  • (EN) Ellis David, They are us: Caryl Phillips' A Distant Shore and the British Transnation, in The Journal of Commonwealth Literature, vol. 48, n. 3, pp. 411-423.
  • (EN) Clingman, S.; Phillips, C., “Other Voices: An Interview with Caryl Phillips”.
  • (EN) Cooper, Richard Rand, “There’s No Place That’s Home.” Review of A Distant Shore, by Caryl Phillips., in The New York Times, 19 ottobre 2003.
  • (EN) Ellis, D., “They are us”: Caryl Phillips’ A Distant Shore and the British Transnation, in The Journal of Commonwealth Literature, vol. 48, n. 3, 2013, pp. 411-423.
  • (EN) Goldberg Elizabeth Swanson, Plotting, Finally, the Human: Unsettling the Manichean Allegory in Caryl Phillips's Cambridge and A Distant Shore, in South Atlantic review, vol. 75, n. 2, pp. 135-154.
  • (EN) Maufort Jessica, 'Man-as-Environment': Spatialising Racial and Natural Otherness in Caryl Phillips's A Distant Shore and In the Falling Snow, in European Journal of Literature, Culture and Environnement, vol. 5, n. 1, 2014, pp. 155-174.
  • (EN) McCluskey Alan, Cosmopolitanism and Subversion of "Home" in Caryl Phillips' A Distant Shore, in Transnational Literature, vol. 6, n. 1, p. 11.
  • (EN) Sarvan, Charles, “Caryl Phillips: A Distant Shore.”, in International Fiction Review, vol. 32.
  • (EN) Warnes, Andrew, “Enemies Within: Diaspora and Democracy in Crossing the River and A Distant Shore.”, in Moving Worlds: A Journal of Transcultural Writings, vol. 7, pp. 33-45.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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