Pietro Domenico Polfranceschi: differenze tra le versioni
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Divenne capitano della [[Repubblica di Venezia|Serenissima]] fino al [[1797]] con l'arrivo di [[Napoleone]] in [[Verona]]. Nello stesso anno (11 nov. 1797) sposò a [[Parigi]] Carolina Hubert<ref>{{Cita|Dizionario Biografico degli Italiani}}</ref>. Nel [[1801]] divenne, per qualche mese, ministro della guerra nella seconda [[Repubblica Cisalpina]]. |
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Venne nominato conte al Palazzo delle Tuileries nell'ottobre del [[1810]] da Napoleone I in persona{{citazione necessaria}}, con cui aveva già avuto rapporti personali nella [[Napoleone_Bonaparte#La campagna d'Italia|campagna d'Italia]]. Con la caduta dell'Impero napoleonico si ritirò a vita privata. |
Venne nominato conte al Palazzo delle Tuileries nell'ottobre del [[1810]] da Napoleone I in persona{{citazione necessaria}}, con cui aveva già avuto rapporti personali nella [[Napoleone_Bonaparte#La campagna d'Italia|campagna d'Italia]]. Con la caduta dell'Impero napoleonico si ritirò a vita privata. |
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Per ingraziarsi il nuovo governo austriaco mandò il figlio Girolamo alla Scuola militare di [[Vienna]].{{citazione necessaria}} |
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Versione delle 14:55, 3 feb 2017
Pietro Domenico Polfranceschi (Verona, 28 aprile 1766 – Verona, 25 febbraio 1845) è stato un politico e militare italiano.
Pietro Domenico nacque a Verona da Girolamo e . Divenne capitano della Serenissima fino al 1797 con l'arrivo di Napoleone in Verona. Nello stesso anno (11 nov. 1797) sposò a Parigi Carolina Hubert[1]. Nel 1801 divenne, per qualche mese, ministro della guerra nella seconda Repubblica Cisalpina.
Venne nominato conte al Palazzo delle Tuileries nell'ottobre del 1810 da Napoleone I in persona[senza fonte], con cui aveva già avuto rapporti personali nella campagna d'Italia. Con la caduta dell'Impero napoleonico si ritirò a vita privata. Meraviglia destò la sua astensione nel voto palese di fronte all'inviato del Direttorio di Parigi, Trouvé, circa l'approvazione della Costituzione della Cisalpina. Tra i 64 dell'Assemblea tenuti a votare, in 16 si astennero. Il Trouvé, a votazioni ultimate, chiese " Cittadino Polfranceschi, proprio Voi non date voto alla Costituzione ? di quale scherzo di tratta ? "- al che il Polfranceschi " scherzare non è nella mia natura, tantomeno quando si tratta della libertà del mio popolo"- denunciando così la fine del sogno del Bonaparte liberatore. Dopo mesi di silenzio su documenti ufficiali della vita politica, riappare come Ministro della Guerra. Di questo periodo le lettere di Ugo Foscolo a lui indirizzate presenti nell'Epistolario. Terminata l'epopea napoleonica e data l'età si ritira a vita privata.
Per ingraziarsi il nuovo governo austriaco mandò il figlio Girolamo alla Scuola militare di Vienna.[senza fonte]
Note
Bibliografia
- Giovanni Cerino Badone, Pietro Domenico Polfranceschi, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 84, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2015. URL consultato il 3 febbraio 2017.
