1822 (saggio)

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1822
Titolo originale1822
AutoreLaurentino Gomes
1ª ed. originale2010
Generesaggistica
Sottogenerestorico
Lingua originaleportoghese
AmbientazionePortogallo e Brasile
ProtagonistiD. Pedro I de Bragança, Imperatore del Brasile
CoprotagonistiLord Thomas Cochrane conte di Dundonald
Altri personaggiMaria Leopoldina Josefa Carolina de Asburgo, José Bonifàcio de Andrada e Silva

«Come un uomo saggio, una principessa triste e uno scozzese pazzo per i soldi aiutarono Dom Pedro a creare il Brasile, un Paese dove tutto poteva andare storto.»

1822 rappresenta il seguito di 1808 del giornalista brasiliano Laurentino Gomes che in Brasile e Portogallo ha ottenuto un clamoroso successo di critica e pubblico.

La presentazione ufficiale del libro da parte dell'Autore è avvenuta il 7 settembre 2010, giorno della proclamazione di Indipendenza, presso il Museo del Caffè di Santos (SP).

In esso si sviluppa il racconto delle vicende successive al ritorno di D. João VI nel natìo Portogallo, a causa delle pressioni della nobiltà, dopo una permanenza di 13 anni in Brasile.

A Rio de Janeiro rimase il figlio Dom Pedro IV de Bragança, con funzioni di luogotenente e futuro primo imperatore del Brasile dal 1822 al 1831 con il nome di Dom Pedro I.

In questa nuova avventura storica L. Gomes conduce il lettore in un viaggio verso l'indipendenza del Brasile. La nuova opera, risultato di tre anni di ricerche, è composta da 22 capitoli inframezzati da illustrazioni di fatti e personaggi dell'epoca e comprende un periodo di 14 anni, tra il 1821, data del ritorno di D. João VI con la Corte a Lisbona, e il 1834, anno della morte dell'Imperatore D. Pedro I.

Quest'opera, secondo l'Autore, cerca di spiegare come il Brasile riuscì a mantenere l'integrità del suo territorio malgrado la difficile situazione dell'epoca, affermandosi poi come Nazione indipendente nel 1822.

Inoltre L. Gomes afferma:

«L'Indipendenza fu il risultato di una peculiare combinazione di fortuna, caso, improvvisazione ed anche saggezza di alcune leadership incaricate di condurre i destini del Paese in quel periodo di grandi sogni e pericoli.»

«Il Brasile moderno deve la sua esistenza alla capacità di vincere ostacoli che, nel 1822, apparivano insuperabili e già questo costituì una enorme vittoria. Il Paese era praticamente indifeso, senza un esercito e marina militare adeguate, circondato da nazioni ostili, con un apparato industriale appena avviato e soprattutto dotato di vie di comunicazione ancora molto arretrate.»

Sempre secondo l'Autore infine il cosiddetto Grido dell'Ipiranga fu la conseguenza diretta della fuga della Corte portoghese da Lisbona per Rio de Janeiro del 1808 e conclude:

«Nel trasformare il Brasile in forma profonda ed accelerata, durante i 13 anni della sua permanenza, D. João VI rese la separazione dal Portogallo inevitabile e irreversibile»

(Le precedenti citazioni sono ricavate da una lunga conversazione tra l'Autore e l'editore esecutivo della rivista brasiliana "Veja", Carlos Graieb, avvenuta il 9 settembre 2010. L'intervista è disponibile in formato flash nel sito della rivista oppure divisa in 5 parti su youtube.com)

Sommario[modifica | modifica wikitesto]

  • L'Ambasciatore
  • Introduzione
  • Il grido
  • La tempesta
  • Il paese improbabile
  • I Brasili di D. João
  • Le Corti
  • Dal Minas all'Ipiranga
  • D. Pedro I
  • La principessa triste
  • Un uomo saggio
  • La guerra
  • Pazzo per i soldi
  • La Battaglia del Jenipapo
  • Verso Bahia
  • Il trono e la costituente
  • La confederazione
  • La massoneria
  • Gli orfani
  • La marchesa
  • I re portoghesi
  • Addio al Brasile
  • La guerra dei fratelli
  • La fine

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

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