Édouard Depreux

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Édouard Depreux nel 1946

Édouard Depreux (Viesly, 31 ottobre 1898Parigi, 16 ottobre 1981) è stato un avvocato, politico e partigiano francese. Militante socialista (SFIO) dal 1918, partecipò alla Resistenza durante la seconda guerra mondiale; fu poi deputato e ministro durante la IV Repubblica. La sua opposizione alla guerra d'Algeria lo portò a lasciare la SFIO nel 1958 per fondare il Partito Socialista Autonomo (PSA), poi il Partito Socialista Unificato (PSU) nel 1960.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato in una famiglia borghese e fortemente repubblicana, Depreux frequentò il liceo dal 1915 al 1917 studiando letteratura; arruolato come ufficiale a 19 anni partecipò ai combattimenti della prima guerra mondiale nel 1917, durante i quali rimase vittima del gas; sopravvissuto, fu decorato con la Croce di guerra. Congedato nel 1919 aderì alla Lega dei diritti dell'uomo e poi all'Internazionale operaia. Intanto si diplomava in diritto e si iscriveva all'ordine degli avvocati [1].

Socialista influenzato da Jean Jaurès e Jean Longuet, divenne consigliere comunale a Sceaux nel 1935, poi consigliere generale della Senna (1938-1941). Esercitò le funzioni di direttore di gabinetto di Vincent Auriol, ministro della Giustizia del Fronte popolare. Entrò nella Resistenza militando in Libération-Nord [2], fece parte del comitato direttivo clandestino della SFIO e partecipò alla redazione di Le Populaire, che nel 1942 era diventato clandestino.

Alla Liberazione divenne sindaco di Sceaux, mandato che mantenne fino al 1959, e membro dell'Assemblea consultiva provvisoria [3]. Fu eletto deputato nel 1945 e sedette in Parlamento fino al 1958. Qui fu per due volte presidente del gruppo parlamentare socialista dell'Assemblea nazionale.

Ministro dell'Interno dal giugno 1946 al novembre 1947, rese pubblico il 30 giugno 1947 il complotto di estrema destra detto "Piano Blu", che mirava a rovesciare la IV Repubblica. Ma prima Depreux aveva preparato (e depositato il 24 settembre 1946) il progetto di legge governativo recante "statuto organico dell'Algeria", atto che sarà adottato nel 1947, ma non applicato.

Dopo la proclamazione dello Stato d'Israele nel 1948 Depreux si oppose al riconoscimento immediato di quest'ultimo da parte della Francia, dichiarando in Consiglio dei ministri: «la Francia, potenza musulmana, deve attenersi a una posizione prudente» [4]. Il riconoscimento di Israele da parte del governo francese avvenne comunque nel 1949, dopo la sua uscita dal governo.

Ostile alla Comunità europea di difesa e anticolonialista, Depreux prese le distanze dalla SFIO, che lasciò definitivamente nel 1958. Si oppose alla nomina di de Gaulle a Presidente del Consiglio nella votazione del 1º giugno 1958, con cui l'Assemblea nazionale gli conferiva i pieni poteri, e in settembre partecipò alla fondazione del Partito Socialista Autonomo (PSA); in vista delle elezioni legislative del novembre 1958 fece parte dell'Ufficio nazionale del cartello dell'Unione delle forze democratiche (UFD), istituito per contrastare l'avanzata gollista [5] . Nessuno dei membri dell'Ufficio nazionale del cartello fu eletto. Il non eletto Depreux diventò poi il primo segretario nazionale del Partito socialista unificato (PSU) dal 1960 al 1967, e alla fine di questo incarico ne fu eletto Segretario generale onorario. Dopodiché si dedicò a scrivere le proprie memorie, e donò il proprio corpo alla scienza.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Una biografia di Depreux si trova nel "Dizionario biografico del movimento operaio" Morin citato.
    La scheda dei mandati esercitati è presente nell'archivio dell'Assemblée Nationale.
  2. ^ Libération-Nord è stato uno dei principali movimenti francesi di resistenza durante la seconda guerra mondiale, creato nella zona occupata a partire dalla fine del 1940 e operante anche nella zona Sud a partire dal 1942. È uno degli otto grandi movimenti rappresentati dal 1943 nel Conseil national de la Résistance.
  3. ^ L'Assemblea consultiva provvisoria fu l'assemblea francese che rappresentava i movimenti resistenti, i partiti politici e i territori impegnati nella seconda guerra mondiale a fianco degli alleati sotto la direzione del Comitato francese di Liberazione nazionale (CFLN).
    Riunita in applicazione dell'ordinanza del Comitato francese di liberazione nazionale del 17 settembre 1943, tenne dapprima le sue sedute ad Algeri, nel palazzo Carnot, tra il 3 novembre 1943 e il 25 luglio 1944.
    Il 3 giugno 1944 fu posta sotto l'autorità del Governo provvisorio della Repubblica francese (GPRF) che succedeva al CFLN. Dopo la Liberazione, rinnovata e ampliata, tenne le sue sessioni a Parigi, nel Palazzo del Lussemburgo, tra il 7 novembre 1944 e il 3 agosto 1945.
  4. ^ Frédérique Schillo, La France et la création de l'État d'Israël: 18 février 1947-11 mai 1949, Artcom, 1997, ISBN 978-2-912741-02-8
  5. ^ L'Unione delle forze democratiche (UFD) è stata un cartello elettorale istituito nel luglio 1958 per raggruppare la sinistra non-comunista che si opponeva al ritorno al potere del generale de Gaulle sull'onda della crisi del maggio 1958, con l'obiettivo di far votare no al Referendum sulla Quinta Repubblica del 28 settembre 1958. L'UFD continuò ad esistere fino alla creazione del Partito Socialista Unificato (PSU), nell'aprile 1960.
    L'Ufficio nazionale dell'UFD era composto da dieci membri, cioè, in ordine alfabetico : Albert Châtelet, Edouard Depreux (SFIO), Jean Hyppolyte, Maurice Lacroix (Jeune République), Gilles Martinet (UGS), Pierre Mendès-France (Parti radical), François Mitterrand (UDSR), Joseph Perrin (UDSR), Laurent Schwartz e Robert Verdier (SFIO).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Renouvellement du socialisme, préface de Pierre Mendès France, Calmann-Lévy, 1960 ;
  • La nouvelle Chine et son héritage, Éditions du Burin, 1967 ;
  • Souvenirs d'un militant : cinquante ans de lutte, de la social-démocratie au socialisme (1918-1968), Fayard, 1972 ;
  • Servitude et grandeur du PSU, Éditions Syros, 1974 ;
  • Comment j'ai pu, en décembre 1941, sous l'occupation nazie, dire non à Pétain et à Hitler, Presses de l'Atelier Graphique, Reims, 1979.