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[[Paul Hindemith]], [[Robert Donington]], in Italia articolo [[Luigi Rovighi]] del 1973.<br />
[[Paul Hindemith]], [[Robert Donington]], in Italia articolo [[Luigi Rovighi]] del 1973.<br />
Tra i pionieri vanno innanzitutto ricordati anche personaggi che si situavano a metà strada tra il violino barocco ed il violino attuale, come ad esempio [[Eduard Melkus]], brillante musicista che fece pregevoli registrazioni, quali ad esempio le Sonate del Rosario di [[Heinrich Biber]] nel 1967, o le Sonate op. V di [[Arcangelo Corelli]], arricchite dalle fioriture dello stesso Corelli e di altri virtuosi dell'epoca. Egli suonava con un violino ed un arco barocco, ma per rendere più agevoli le sue esecuzioni utilizzava corde moderne al posto di quelle di budello ed ignorava le tecniche esecutive dell'epoca barocca, per cui oggi le sue registrazioni suonano non distinguibili da quelle con strumenti moderni; analogo discorso si potrebbe fare per la pur pregevole orchestra tedesca [[Collegium Aureum]]<ref>http://www.bach-cantatas.com/Bio/Collegium-Aureum.htm</ref>, nella quale solo il suono dei fiati è avvicinabile alle esecuzioni definite oggi con l'etichetta di "strumenti originali", ma non quello degli archi.<br />
Tra i pionieri vanno innanzitutto ricordati anche personaggi che si situavano a metà strada tra il violino barocco ed il violino attuale, come ad esempio [[Eduard Melkus]], brillante musicista che fece pregevoli registrazioni, quali ad esempio le Sonate del Rosario di [[Heinrich Biber]] nel 1967, o 5 anni più tardi le Sonate op. V di [[Arcangelo Corelli]], arricchite da fioriture e variazioni dello stesso Corelli, di Francesco Geminiani, Matthew Dubourg (1703-1767) e [[Giuseppe Valentini]]. Egli suonava con un violino ed un arco barocco, ma per rendere più agevoli le sue esecuzioni utilizzava corde moderne al posto di quelle di budello ed ignorava le tecniche esecutive dell'epoca barocca, per cui oggi le sue registrazioni suonano non distinguibili da quelle con strumenti moderni; analogo discorso vale per la pregevole orchestra tedesca [[Collegium Aureum]]<ref>http://www.bach-cantatas.com/Bio/Collegium-Aureum.htm</ref>, nella quale solo il suono dei fiati è avvicinabile alle esecuzioni definite oggi con l'etichetta di "strumenti originali", ma non quello degli archi.<br />
[[Image:Lars fryden.jpg|thumb|larghezzapx|Il violinista svedese Lars Frydén]]
[[Image:Lars fryden.jpg|thumb|larghezzapx|Il violinista svedese Lars Frydén]]
Tra le prime incisioni in cui, pur con l'ingenuità e la scarsezza di mezzi e conoscenze, si cercò di avviare un serio progetto di esecuzione su strumenti ad arco barocchi e secondo la prassi esecutiva storica, si deve annoverare nel 1967 la registrazione della [[Passione secondo Giovanni]] di [[Johann Sebastian Bach]] ad opera del [[Concentus Musicus Wien]] diretto da [[Nikolaus Harnoncourt]].
Tra le prime incisioni in cui, pur con l'ingenuità e la scarsezza di mezzi e conoscenze, si cercò di avviare un serio progetto di esecuzione su strumenti ad arco barocchi e secondo la prassi esecutiva storica, si deve annoverare nel 1967 la registrazione della [[Passione secondo Giovanni]] di [[Johann Sebastian Bach]] ad opera del [[Concentus Musicus Wien]] diretto da [[Nikolaus Harnoncourt]].
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[[File:Earlybaroque-Violinposition-Kuijken.jpg|thumb|larghezzapx|Sigiswald Kuijken suona il violino rinascimentale in un'immagine recente.]]
[[File:Earlybaroque-Violinposition-Kuijken.jpg|thumb|larghezzapx|Sigiswald Kuijken suona il violino rinascimentale in un'immagine recente.]]
*1976: Sigiswald Kuijken, insieme ad un ampio ensemble, firma una storica registrazione di [[François Couperin]], comprendente i [[Concerts royaux]] ed altra musica da camera<ref>{{cita pubblicazione |quotes= |cognome=Higginbottom |nome=Edward |linkautore= |coautori= |anno=1976 |mese=marzo |titolo=Concerts royaux; Nouveaux Concerts; L'apothéose de Corelli; L'apothéose de Lully; La superbe; La steinquerque; La sultane by François Couperin; Sigiswald Kuijken; Wieland Kuijken; Bart Kuijken |rivista=The Musical Times |volume=117 |numero=1597 |pagine=235 |id= |url= |lingua=inglese |accesso= |abstract= }}</ref>.
*1976: Sigiswald Kuijken, insieme ad un ampio ensemble, firma una storica registrazione di [[François Couperin]], comprendente i [[Concerts royaux]] ed altra musica da camera<ref>{{cita pubblicazione |quotes= |cognome=Higginbottom |nome=Edward |linkautore= |coautori= |anno=1976 |mese=marzo |titolo=Concerts royaux; Nouveaux Concerts; L'apothéose de Corelli; L'apothéose de Lully; La superbe; La steinquerque; La sultane by François Couperin; Sigiswald Kuijken; Wieland Kuijken; Bart Kuijken |rivista=The Musical Times |volume=117 |numero=1597 |pagine=235 |id= |url= |lingua=inglese |accesso= |abstract= }}</ref>.
*1977: Alice Harnoncourt registra [[Il cimento dell'armonia e dell'inventione]] di [[Antonio Vivaldi]], tra cui le 4 stagioni, con il Concentus Musicus Wien diretto dal marito Nikolaus Harnoncourt, per la prima volta su strumenti originali; un'edizione ancora oggi emozionante<ref>...</ref>.
*1977: Alice Harnoncourt registra [[Il cimento dell'armonia e dell'inventione]] di [[Antonio Vivaldi]], tra cui le 4 stagioni, con il Concentus Musicus Wien diretto dal marito Nikolaus Harnoncourt, per la prima volta su strumenti originali; un'edizione ancora oggi emozionante<ref>{{cita web|http://www.musicweb-international.com/classrev/2010/Jan10/Vivaldi_Harnoncourt_3564690548.htm|Critica di Carla Rees su MusicWeb International|2 marzo 2012}}<br />
{{cita web|http://www.gramophone.net/Issue/Page/December%201976/87/860777/VIVALDI.+CONCERTOS.+Vienna+Concentus+Musicus+directed+by+Nikolaus+Harnoncourt.+Telefunken+Das+Alte+Werk+AW6+41961+%28335%29.+Oboe+Concerto+In+A+minor,+P89+%28with+JUrg+Schaettlein,+oboe%29.+Concerto+In+G+minor+for+flute,+oboe,+violin,+bassoon+and+continuo,+P360+%28with+Leopold+Stastny,+flute+JUrg+Schneftlein,+oboe+Alice+Harnoncourt,+violin+Milan+Turkovic,+bassoon%29.+Bassoon+Concerto+In+E+minor,+P137+%28with+Milan+Turkovic,+bassoon%29.+Concerto+in+G+minor+for+strings+and+continuo,+P361.#header-logo|Critica su Gramophone, Dicembre 1976|2 marzo 2012}}<br />
{{cita web|http://www.classicalnotes.net/classics/vivaldi.html|Peter Gutmann, ''Antonio Vivaldi - The Four Seasons'', da ''Classical Notes'', 2004|2 marzo 2012}}</ref>.
*1978: ancora Vivaldi, uno storico disco di concerti, tra cui il "Grosso Mogul" RV 208 (senza le cadenze di Vivaldi, che furono trovate dopo la registrazione di quest'album), con Jaap Schröder come solista e direttore insieme al gruppo Concerto Amsterdam<ref name="Schr disco" />.
*1978: ancora Vivaldi, uno storico disco di concerti, tra cui il "Grosso Mogul" RV 208 (senza le cadenze di Vivaldi, che furono trovate dopo la registrazione di quest'album), con Jaap Schröder come solista e direttore insieme al gruppo Concerto Amsterdam<ref name="Schr disco" />.
*1979: [[Sigiswald Kuijken]], alla testa della [[La Petite Bande|Petite Bande]] registra i [[Dodici concerti grossi, op. 6 (Corelli)|12 Concerti Grossi op. VI]] di [[Arcangelo Corelli]]
*1979: [[Sigiswald Kuijken]], alla testa della [[La Petite Bande|Petite Bande]] registra i [[Dodici concerti grossi, op. 6 (Corelli)|12 Concerti Grossi op. VI]] di [[Arcangelo Corelli]]

Versione delle 10:26, 2 mar 2012


sezione da aggiungere a Violino barocco

titolo provvisorio: La riscoperta del violino barocco

«si racconta che, quando un'orchestra dei Pellegrini d'Oriente suonava in pubblico una suite d'epoca anteriore a Händel, senza alcun crescendo o diminuendo, con l'ingenua castità di altri tempi e d'un altro mondo, gli ascoltatori o rimanevano perplessi, senza capire, o invece aguzzavano le orecchie e credevano di ascoltare musica per la prima volta nella loro vita.»

La riscoperta del violino barocco si situa nel quadro del movimento di riscoperta della prassi esecutiva storica (authenticity), a partire dalla figura emblematica del suo iniziatore all'inizio del XX secolo, Arnold Dolmetsch, che nelle sue sperimentazioni alla riscoperta degli antichi strumenti caduti in disuso si cimentò anche col violino barocco[1].

Paul Hindemith, Robert Donington, in Italia articolo Luigi Rovighi del 1973.

Tra i pionieri vanno innanzitutto ricordati anche personaggi che si situavano a metà strada tra il violino barocco ed il violino attuale, come ad esempio Eduard Melkus, brillante musicista che fece pregevoli registrazioni, quali ad esempio le Sonate del Rosario di Heinrich Biber nel 1967, o 5 anni più tardi le Sonate op. V di Arcangelo Corelli, arricchite da fioriture e variazioni dello stesso Corelli, di Francesco Geminiani, Matthew Dubourg (1703-1767) e Giuseppe Valentini. Egli suonava con un violino ed un arco barocco, ma per rendere più agevoli le sue esecuzioni utilizzava corde moderne al posto di quelle di budello ed ignorava le tecniche esecutive dell'epoca barocca, per cui oggi le sue registrazioni suonano non distinguibili da quelle con strumenti moderni; analogo discorso vale per la pregevole orchestra tedesca Collegium Aureum[2], nella quale solo il suono dei fiati è avvicinabile alle esecuzioni definite oggi con l'etichetta di "strumenti originali", ma non quello degli archi.

Il violinista svedese Lars Frydén

Tra le prime incisioni in cui, pur con l'ingenuità e la scarsezza di mezzi e conoscenze, si cercò di avviare un serio progetto di esecuzione su strumenti ad arco barocchi e secondo la prassi esecutiva storica, si deve annoverare nel 1967 la registrazione della Passione secondo Giovanni di Johann Sebastian Bach ad opera del Concentus Musicus Wien diretto da Nikolaus Harnoncourt.

In campo cameristico, abbiamo una interessante primizia del 1963: la registrazione delle sonate per violino e clavicembalo concertato di Johann Sebastian Bach per opera di un giovane Gustav Leonhardt con il violinista svedese Lars Frydén[3].

Altre tappe storiche:

  • 1969: l'Alarius Ensemble di Bruxelles, con Janine Rubinlicht ed un giovanissimo Sigiswald Kuijken ai violini, Wieland Kuijken alla viola da gamba e Robert Kohnen all'organo e cembalo, pubblica uno straordinario disco di musica violinistica italiana dell'epoca di Claudio Monteverdi. La registrazione porta alla luce un repertorio completamente dimenticato e di altissima qualità. Questa esecuzione diventa un punto di riferimento assoluto[4]; farà scuola per molto tempo, almeno fino alle prime registrazioni di Reinhard Goebel negli anni '80.
  • 1973: il violinista Jaap Schröder[5] registra i Concerti per violino e orchestra KV 207 e KV 211 di Wolfgang Amadeus Mozart con il Mozart-Ensemble Amsterdam diretto da Frans Brüggen[6].
  • 1974: sempre Schröder registra le sonate per violino e fortepiano di Mozart con Stanley Hoogland[6].
  • 1975: il quartetto Esterhazy (Jaap Schröder, Alda Stuurop, violini; Wiel Peeters, viola; Wouter Möller, cello) registra alcuni quartetti di Franz Joseph Haydn, seguiti nel 1978 da quelli di Mozart[6].
Sigiswald Kuijken suona il violino rinascimentale in un'immagine recente.

Note

  1. ^ (EN) Robert Donington, Arnold Dolmetsch, in Early Music, vol. 3, n. 3, luglio 1975, pp. 236-239. Per chi desiderasse approfondire la personalità e l'importanza di questo personaggio, si suggerisce The Dolmetsch Story (in inglese e francese), su dolmetsch.com. URL consultato il 1º marzo 2012.
  2. ^ http://www.bach-cantatas.com/Bio/Collegium-Aureum.htm
  3. ^ In svedese: sv:Lars Frydén
  4. ^ (EN) Peter Allsop, Recordings: (...) Sonatas of the High Baroque by Heinrich Biber; Dietrich Buxtehude; Johann Rosenmüller; Alarius Ensemble; Janine Rubinlicht; Sigiswald Kuijken; Wieland Kuijken; Robert Kohnen, in Early Music, vol. 9, n. 3, luglio 1981, pp. 411-414.
  5. ^ In inglese: en:Jaap Schröder, http://www.bach-cantatas.com/Bio/Schroder-Jaap.htm
  6. ^ a b c d Discografia di Jaap Schröder, su ikanlundu.com. URL consultato il 29 febbraio 2012.
  7. ^ (EN) Edward Higginbottom, Concerts royaux; Nouveaux Concerts; L'apothéose de Corelli; L'apothéose de Lully; La superbe; La steinquerque; La sultane by François Couperin; Sigiswald Kuijken; Wieland Kuijken; Bart Kuijken, in The Musical Times, vol. 117, n. 1597, marzo 1976, p. 235.
  8. ^ Critica di Carla Rees su MusicWeb International, su musicweb-international.com. URL consultato il 2 marzo 2012.
    Critica su Gramophone, Dicembre 1976, su gramophone.net. URL consultato il 2 marzo 2012.
    Peter Gutmann, Antonio Vivaldi - The Four Seasons, da Classical Notes, 2004, su classicalnotes.net. URL consultato il 2 marzo 2012.