Villa Salvotti

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Villa Salvotti
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneTrentino Alto Adige
LocalitàTrento
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVIII
StileNeoclassico
UsoResidenza

Villa Salvotti (o San Giorgio) è una villa storica situata sul colle di san Giorgio a Trento.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fu costruita verso la fine del XVIII secolo sopra i resti di un antico convento seicentesco per conto del mercante Giovanni Salvotti.

Dopo la morte del Salvotti, la villa passò al figlio il magistrato austriaco e consigliere imperiale Antonio Salvotti che la adibì a propria residenza, personale dove trascorse gli ultimi anni di vita.

Nella seconda metà del '900 il bisnipote di Antonio Salvotti, l'architetto Giovanni Leo Salvotti De Bindis riorganizzò gli spazi esterni arredandoli con policromi; dopo questi interventi la villa venne definita un "gioiello d'arte" neoclassica.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Situata sul colle di San Giorgio, la maestosa villa domina la città di Trento. Dal punto di vista architettonico, la villa è un ibrido che unisce diversi stili. Internamente è una villa-museo, essendo al centro di un parco alberato privato di 6 ettari, cinto da mura. Al suo interno vi si trova una cappella con una croce longobarda e statue alate. Nel giardino si possono vedere svariati simboli e blasoni legati alla famiglia Salvotti tra cui il motto di famiglia RUMPOR NON FLECTOR. Nella villa sono presenti sale impreziosite da affreschi, porte dipinte da Luigi Ratini e arredamenti antichi oltre ad una biblioteca con centinaia di libri principalmente di diritto e storia.[2][3][4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Villa Salvotti, slalom tra gli avi - Trento, su Trentino. URL consultato il 29 giugno 2022.
  2. ^ Vittorio Sgarbi, Il Postmoderno abita a casa dell’architetto, su Il Quotidiano del Sud. URL consultato il 16 giugno 2022.
  3. ^ TrentinoMese Aprile by Trentino Mese, su issuu.com. URL consultato il 16 giugno 2022.
  4. ^ Effermeridi. Il documentario su Gian Leo Salvotti. URL consultato il 16 giugno 2022.

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