Utente:VivaU/bozza

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Tittytainment (o anche, meno comune, Tittitainment). Neologismo composto da "titty" (seno, nel linguaggio 'slang') e 'entertainment' (intrattenimento), coniato da Zbigniew Brzezinski,membro della Trilateral Commission ed ex-national security advisor degli Stati Uniti con il Presidente Jimmy Carter. Il concetto, ed il relativo nuovo lemma, fu proposto all'attenzione nel 1995 nel primo"State of the World Forum", indetto del Presidente JimmyCarter, a cui preseroparte 500 tra le persone più autorevoli del mondo (tra questi, Mikhail Gorbachev, George Bush, Margaret Thatcher, Václav Havel, Bill Gates, Ted Turner, etc.) e tre soli giornalisti. Il termine si basa su ricerche sociologiche e psico-cognitiviste condotte per cogliere le tendenze emergenti nella nuova Società dell'informazione e della conoscenza e sta ad indicare comportamenti, prevalenti nelle comunità dei Paesi sviluppati ("La profezia annunciata su Der Spiegel è allarmante: a fronte di un mondo con il 20 per cento di occupati ci sarà un 80 per cento di disoccupati (si ritrova in ciò il principio di Pareto che nel campo dell'attività economica afferma che l'80% del valore lo si ottiene con circa il 20% dello sforzo complessivo per giungere ad ottenere il 100%). Ben chiaro che per occupati si intendono soggetti con un ruolo forte nel sistema, mentre per disoccupati soggetti connessi ai sistemi di tittitainment"[1]). Nella sostanza, si può affermare che il termine indica un'inedita modalità di stratificazione sociale, a cui si correlano specifici strumenti e tecniche di controllo delle masse, che partendo dai millenari schemi di governo del consenso noti con l'espressione latina di "panem et circenses", ne decreta il superamento per effetto dell'utilizzo dei nuovi strumenti multimediali nella società dell'informazione. L'applicazione di strategie di tittitainment può incidere in modo significativo sulla percezione della realtà da parte dei cluster di popolazione meno istruiti o intellettualmente meno attrezzati con strumenti critici [2]. L'intervento dei sistemi di potere - tra loro interconnessi anche al di là dei confini statuali - volti a mantenere il controllo sulle masse si manifesta mediante una gestione coerente dell'informazione, della comunicazione e dell'intrattenimento, che instaura meccanismi e metodiche in grado di far leva su pulsioni basilari; ciò anche allo scopo di evitare che l'ampia disponibilità di tempo libero. conseguenza dell'affrancamento dai bisogni primari, metta in condizione gli individui di dedicare attenzione ed energia alla riflessione sullo stato della società e possa generare movimenti collettivi capaci di modificare l'assetto di potere. Si tratta, oltre al resto, di consentire la fruizione - attraente in ragione del poco sforzo da compiere per consumarli - di prodotti e servizi a basso costo, caratterizzati da scarso impatto sulle capacità ctitiche, che quotidianamente possono procurare uno stato di piacevole abbandono per tempi lunghi, anche a più riprese. Si tende a riprodurre una situazione mentale simile all'atto primigenio di suzione dal seno, una sorta di aggancio nutritivo al 'sistema' che offre divertimento, animazione, spettacolarizzazione, creando dipendenze televisive, da video giochi e da quant’altro utile allo scopo. Può considerarsi un esempio di intervento sulla sfera biopolitica della persona[3], funzionale al controllo dinamico dell'evoluzione della società, grazie alla continua rielaborazione delle informazioni generate dal processo di produzione e distribuzione dell'industria dell'intrattenimento.

  1. ^ Vincenzo Masini, in 'Orientare Perché', Sansepolcro
  2. ^ Tullio De Mauro, La cultura degli italiani, a cura di Francesco Erbani, Laterza, 2004.
  3. ^ Michael Hardt-Antonio Negri, Impero. Il nuovo ordine della globalizzazione, Rizzoli, 2002.