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Gianni Russian (Trieste, 17 marzo 1922Trieste, 24 novembre 1962) è stato un pittore e incisore italiano.

Giancarlo Sirotich a 40 anni

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ha compiuto la sua prima formazione artistica a Venezia, presso l'Istituto d'Arte ai Carmini. Nel 1943 ha ottenuto l'abilitazione all'insegnamento artistico.

Venne chiamato alla leva militare ma l'8 settembre 1943 venne fatto prigioniero dall'esercito tedesco e recluso in un campo di prigionia in Germania. Della tragica esperienza, oggi resta un album di disegni in cui l'artista testimonia la crudezza e la disumanità di quei giorni.

Venne liberato il 5 maggio 1945 ma, rientrato nella città natale, il suo primo e unico desiderio fu "riprendere contatto con la libertà".

Il 1946 è stato l'anno della svolta. Egli iniziò a insegnare presso una scuola media e in parallelo ha ripreso l'attività artistica.


Nacque nella città di Verteneglio d’Istria (ora, Brtonigla) da Giovanni[1] e Maria Civitan[2]. Finita la Seconda Guerra Mondiale suo padre è stato profugo ad Albona[3] e si sposterà con tutta la famiglia d'origine a Trieste, ma Giancarlo ricevette il battesimo e la prima comunione nella chiesa di San Zenone, a Verteneglio[4].

Subì l’esodo, ma tornava fino agli anni 68 in Istria, ma poi l’ha abbandonata. Cominciò a scrivere fin da subito. Quando era nell’esercito ha vinto un concorso di poesie e subito dopo, nel 1972, ha pubblicato la sua prima opera, Le voci sepolte.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Ha pubblicato in poesia le raccolte:

  • Le voci sepolte (1972);
  • Ore nostre (1981);
  • Carso (1989);
  • El mar xe altra aqua (1994);
  • Canti delle strade perse (2002), comprendenti El trozo sul mar e La via del silenzio.

Per il teatro ha scritto:

  • Il braccio intorno alla testa (Premio Candoni 1983);
  • Il diluvio che ci sommerge (Premio Candoni 1986).

Nel 2000 vince il premio Teatrale Ulcigrai di Trieste. Tra la fine degli anni ’80 e gli inizi del 2000 è finalista al Premio Teatrale Flaiano per tre volte con: Parole nel vuoto, Nuvole in cantina, gli atti unici Il pagliaccio è una maschera tragica e Mi lascio a me stessa (rappresentati da "La Macchina del Testo" nel 2002 presso il Teatro Miela Reina di Trieste). Sempre a cura de "La Macchina del Testo" viene messo in scena, nel 2003, Nel duro silenzio. Esce nel 2004, per le Edizioni del Ramo d’Oro, il romanzo postumo Memoriale apocrifo di Elio Verten, drammaturgo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Norberto Fragiacomo, Incontro con Giancarlo Sirotich. Poeta, drammaturgo, impiegato e rugbysta "apolide", Trieste, Tipografia Zenit, 2009.
  • Norberto Fragiacomo, Incontro con Giancarlo Sirotich. , pp. VIII+348, con numerosi esempi musicali, Zecchini Editore, Varese, 2018, ISBN 978-88-6540-189-7.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Archivi di Teatro - Napoli, Foto di Antonio Smareglia, su cir.campania.beniculturali.it. URL consultato il 4 settembre 2016.


Categoria:Compositori classici Categoria:Compositori d'opera