Utente:Martinautuori/Sandbox

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Dopo aver studiato a Parigi sotto Manegoldo di Lautenbach e poi sotto Anselmo di Laon e Roscellino, insegnò nella scuola di Notre-Dame, di cui fu arcidiacono nel 1103.

Tra i suoi allievi vi era Pietro Abelardo, con quale entrerà poi in polemica. Nel 1108 lasciò le sue dignità ecclesiastiche per ritirarsi lontano dalla vita cittadina presso un eremo appena fuori l’Île-de-la-Cité nell'abbazia di canonici regolari di San Vittore. I cronachisti di epoca medievale e gli storici del pensiero sono concordi nell’attribuire a Guglielmo l’atto di fondazione della scuola (monasterium clericorum)[1] che divenne sede di una celebre scuola di teologia.

Le fonti a disposizione impediscono una datazione definitiva delle fondazione della scuola e delle sue prime attività

Vescovo di Châlons-en-Champagne, prese parte alla lotta per le investiture, appoggiando le posizioni della Chiesa e rappresentando papa Callisto II nel concilio di Mousson.

Nelle opere che ci sono pervenute, sostenne che i bambini che muoiano non battezzati sono necessariamente dannati, essendo l'anima infetta dai peccati del corpo e afferma che la volontà di Dio non può essere oggetto di discussione. Sostenne anche la teoria della creazione di un'anima per ciascun corpo.

Sostenne la dottrina della communitas universalium, ossia che l'essenza delle specie apparterrebbe a tutti gli individui, persone o cose, distinguendosi queste ultime solo per i loro accidenti, come il colore, il sapore, il peso, ecc.; in tal modo, gli individui Socrate e Platone avrebbero in comune l'essenza "uomo", distinguendosi fra di loro per caratteristiche individuali. In logica fu il principale assertore mel medioevo della concezione realistica degli universali. Gli universali secondo Guglielmo di Champeaux esistono nella mente di Dio "Ante rem" come modelli trascendenti delle cose particolari. Esistono "In re" come forme sostanziali delle cose, e "post rem" come concetti esistenti nell'intelletto umano.

In seguito all'obiezione di Abelardo, secondo la quale se l'essenza "uomo" appartiene interamente all'individuo Socrate non può appartenere contemporaneamente all'individuo Platone, Guglielmo modificò la sua teoria, sostenendo che ogni cosa individuale, distinta da qualunque altra, è tuttavia la stessa nell'indifferenza (non - differenza) della sua essenza: così, Socrate e Platone sono uomini distinti in quanto hanno accidenti diversi e tuttavia non sono differenti.

Fu maestro di Ugo di San Vittore.

  1. ^ R. H. BAUTIER, Les origines et les primiers dévelopments de l’abbaye Saint Victor de Paris, in L’abbaye parisienne de Saint-Victor ou Moyen-Âge,, Turnhout, a cura di J. Longère, 1991, pp. 23-52.