Utente:Lisa Longhi (BEIC)/Sandbox
Con il termine incunabolo (o incunabulo) si definisce convenzionalmente un documento stampato con la tecnologia dei caratteri mobili e realizzato tra la metà del XV secolo e l'anno 1500 incluso. A volte è detto anche quattrocentina. Il termine deriva dal latino incunabulum (plurale incunabula), che significa "in culla". Il termine venne coniato da Bernard von Mallinkrodt, allora decano della cattedrale di Münster, nel 1639 quando in un suo testo celebrativo della stampa, definì gli anni che vanno dal 1455 (anno in cui venne inventata la stampa a caratteri mobili) al 1501 come "prima typographiae incunabola". Il termine restò in uso nei secoli successivi e divenne termine tecnico in tutte le lingue europee[1].
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Nel secolo successivo le opere a stampa vengono dette cinquecentine, anche se, secondo alcuni studiosi, soprattutto di area anglosassone, la definizione di incunabolo può essere estesa anche a edizioni realizzate nei primi vent'anni del Cinquecento, in quanto fino a quel limite cronologico i libri presentano delle caratteristiche comuni con quelli stampati nel XV secolo.
Generalmente gli incunaboli non presentano un frontespizio, ma solo una indicazione, spesso approssimativa, che riporta il nome dell'autore dell'opera e un titolo nell'incipit. Il primo frontespizio compare in Italia nel 1476. Le note tipografiche, cioè le indicazioni sulle responsabilità dello stampatore, quando presenti, sono riportate nel colophon. Questo perché i primi libri realizzati con i caratteri mobili tendevano a imitare l'aspetto dei libri manoscritti, dove spesso, viste le loro modalità di produzione, tali indicazioni erano del tutto superflue.
Gli incunaboli sono quindi i primi libri moderni, cioè realizzati in serie con delle modalità proto-industriali, ma circa 10.000 dei 40.000 testi noti sono costituiti da fogli sciolti, in quanto la nuova tecnologia permetteva di realizzare anche bandi, proclami, lettere di indulgenza, modulistica, etc.
Al mondo vi sono circa 450.000 incunaboli (di molti testi esistono svariate copie) e di questi circa 110.000 si trovano in Italia. Sono considerati prodotti molto preziosi e conservati in musei e biblioteche specialistiche.
L'incunabolo più antico è la Bibbia di Gutenberg, in latino, così chiamata perché stampata da Johann Gutenberg tra il 1452 e il 1455.
Galleria fotografica[modifica | modifica wikitesto]
-
Distribuzione geografica delle città sedi di tipografie nel XV secolo[2]
-
Distribuzione percentuale degli incunaboli del XV secolo per lingua[2]
-
Distribuzione percentuale degli incunaboli del XV secolo per regione[2]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Fondazione BEIC, Gli incunaboli, su beic.it. URL consultato il 19 gennaio 2016.
- ^ a b c Incunabula Short Title Catalogue, 02.03.2011
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Piero Scapecchi, Incunabolo: itinerario ragionato di orientamento bibliografico, Roma, 2004 ISBN 8878121134
- Alfredo Stussi, Breve avviamento alla filologia italiana, Bologna, 2002 ISBN 8815087885
- Antonella Grassi, Giuliano Laurentini, Incunaboli e cinquecentine delle biblioteche dei Cappuccini di Toscana, 2003, ISBN 88-8304-642-0
- Lodovica Braida, Stampa e cultura in Europa, Bari, Laterza, 2000. ISBN 8842060313
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (DE) Sito Gesamtkatalog der Wiegendrucke, su gesamtkatalogderwiegendrucke.de.
- (EN) Sito Incunabula Short Title Catalogue - Catalogo internazionale online degli incunaboli, su bl.uk.
- Template:Thesaurus BNCF
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lisa Longhi (BEIC)/Sandbox
[[Categoria:Libro]] [[Categoria:Storia della letteratura]]