Utente:Giuseppe Marchetta 1968/Personal Sandbox/Giovanni Battista Schiari Conte di Piemonte

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Giovanni Battista Schiari (disambigua).
Disambiguazione – "Schiari" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Schiari (disambigua).

« Oculi mei semper ad Dominum» (motto di famiglia)

Giovanni Battista Schiari (Foto ritratto di Gustave Le Gray, 1860)
Felicita Scamuzzi, la seconda amatissima moglie (Ritratto)

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Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni Battista Schiari conte di Piemonte (Torino, Chiesa di S. Dalmazzo 17 gennaio 1791 – Torino, Chiesa del Carmine 25 dicembre 1864) è stato Senatore del Regno di Piemonte nonché Presidente della Corte Suprema di Cassazione di Torino, l’ultimo del Regno di Piemonte, il primo del Regno d’Italia, nonché Presidente di Classe nel Senato di Piemonte. Originario di Viù, in Val di Lanzo, da una celebre famiglia di notai, di nomina pontificia. Nipote per parte materna di Isabella Luisa Savoia Principessa di Carignano, la nota “Madamoiselle di Savigliano”, figlia primogenita di Emanuele Filiberto Savoia Principe di Carignano. Il padre, il notaio Domenico Schiari ricevette in dote dalla moglie, la contessa Lucia Cambiano di Ruffia, figlia della principessa, la Villa Schiari di Druent, al tempo inclusa entro i Poderi Reali del Parco delle Mandrie. Alla fine degli anni ’20 la Villa fu ceduta ad una locale nota famiglia di medici oculisti, tutt’ora proprietaria dello storico stabile. Oggi il piano terra è occupato da un rinomato Ristorante: il “Night and Day” di via Torino 22.

Villa Schiari a Druent (To) alla fine del XIX secolo, circondata dal Parco delle Mandrie di proprietà di Casa Savoia (Foto d'epoca di Henri Le Lieure, 1860).


Gli ancestrali[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni Battista Schiari, essendo discendente di Emanuele Filiberto di Savoia, Principe di Carignano e della moglie Angelica Caterina d’Este, eredita la discendenza delle 5 più importanti casate nobiliari d’Europa, di cui ai seguenti capostipiti:

  • Carlo Magno Re dei Franchi e I Imperatore del Sacro Romano Impero;
  • Ugo Capeto Re di Francia;
  • Ferdinando I Borbone Re di Leon-Castiglia;
  • Alfonso Henriques Re di Portogallo;
  • Guglielmo I Re d’Inghilterra.


Lo stemma nobiliare della famiglia Schiari.
Lo stemma nobiliare della famiglia Schiari/Riccardi.
Giovanni Battista Schiari Conte di Piemonte Padre: Domenico Schiari Causidico Collegiato Notaio di Viù (TO) Nonno paterno: Giambattista Schiari Notaio di Viù (TO) Bisnonno paterno: Domenico Schiari Notaio di Viù (TO)
Bisnonna paterna: N.N.
Nonna paterna: N.N. Bisnonno paterno: N.N.
Bisnonna paterna: N.N.
Madre: Lucia Cambiano Contessa di Ruffia Nonno materno: Eugenio Cambiano Conte di Ruffia Bisnonno materno: Giambattista Cambiano Conte di Ruffia
Bisnonna materna: Teresa Cordero Marchesa di Pamparato
Nonna materna: Luisa Isabella Savoia Principessa di Carignano Bisnonno materno: Emanuele Filiberto Savoia Principe di Carignano
Bisnonna materna: Angelica Caterina d’Este Duchessa di Modena e Principessa di Carignano

Infanzia e educazione[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni Battista Schiari nacque dal notaio e causidico collegiato Domenico Schiari di Viù e dalla contessa Lucia Cambiano Contessa di Ruffia, nata dalle nozze segrete tra Eugenio Cambiano Conte di Ruffia e Isabella Luisa di Savoia Principessa di Carignano (già vedova di Alfonso Taparelli Conte di Lagnasco e cugino del celebre Massimo Taparelli Marchese d’Azeglio). La madre si risposò nel 1755 con il cavaliere Carlo Biandrate di San Giorgio [2]. Giovanni Battista Schiari ebbe una fervida e veloce formazione di stampo classico/umanistica, potendo usufruire delle ricca biblioteca di famiglia sia a Viù sia a Druent [3] presso cui soggiaceva parte della ricchissima biblioteca di casa Savoia. A differenza dei famosi avi, non intraprese la carriera di Notaio, per avviarsi esclusivamente verso quella di Avvocato. Fu iscritto all'Accademia Reale di Torino. Lo Schiari frequentò l'Accademia dove compì i suoi studi di grammatica, retorica, filosofia, legge.

Villa Schiari a Druento (To) oggi (Foto di Giuseppe Marchetta).

La carriera[modifica | modifica wikitesto]

Senatore del Regno di Piemonte[modifica | modifica wikitesto]

Entra in magistratura nel 1815, l’anno del Congresso di Vienna, a soli 24 anni, come sostituto dell’Avvocato Fiscale, ovvero Procuratore del Re di Torino. Nel 1829 entra nel Real Senato di Piemonte, che dal 1848, data della Costituzione di Re Carlo Alberto di Savoia, diverrà la Corte d’Appello del Regno Sabaudo.

Presidente della Corte di Cassazione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1853, diviene presidente della Seconda Classe Criminale della Corte d’Appello di Torino. Mentre ricopre questa carica, presiede i processi relativi ai più rilevanti terroristi, criminali e assassini del Regno di Piemonte/Sardegna. Il processo più famoso è quello al bandito Francesco Delpero (1858), che nel 1857 aveva compiuto atti terroristici nel mandamento di Bra (Cuneo) con rapine e omicidi. Giovanni Battista è mandato in congedo nel 1860 con il grado di Presidente Capo della Corte di Cassazione di Torino.

Busto del Conte Alessandro Domenico Schiari, figlio primogenito di Giovanni Battista, Presidente del Tribunale di Torino, un tempo custodito anonimamente presso il Tribunale di Torino, ora parte di una collezione privata (foto).

Il Conte Schiari e la Chiesa[modifica | modifica wikitesto]

Lo Schiari era un uomo mosso da grande Fede e Carità e forte senso di appartenenza alla Chiesa di Cristo, dandone esplicita testimonianza attraverso numerose opere. Nella generosa ospitalità data più volte ai Marchesi Tancredi e Giulia Falletti di Barolo presso la celebre Villa Schiari di Viù, testimonia da un lato lo spirito di accoglienza dall’altro la profonda amicizia “eucaristica” con i due coniugi, famosi in tutta la Valle di Lanzo per la loro gratuità benefica. Si ricordi inoltre la nobile ospitalità donata al famoso patriota Silvio Pellico [4] di ritorno dall’esilio d’oltralpe e dalla lunga prigionia entro lo spietato Spielberg. Il soggiorno presso il Conte fu per il Pellico l’opportunità di ristorare lo spirito e la mente, riordinare le idee, e redigere la prima bozza del testo de “Le mie Prigioni”.

Il Santuario di Notre Dame de La Salètte[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1846 la Madonna apparve a due pastorelli Maximin Giraud e Melanine Calvat il 19 settembre 1846 in una località francese appena al di là delle Alpi, nel dipartimento dell’Isère, presso Corps, alle tre del pomeriggio, mentre stavano pascolando delle vacche. La Madonna in lacrime parla loro in dialetto locale, il Poits, inviando tramite loro un messaggio rivolto all’intera umanità: l’abbandono della via del peccato, la conversione come mezzo di salvezza per ottenere la Misericordia di Dio. Avvengono poi alcuni miracoli, tra cui la conversione del padre di Maximin. Il 19 settembre dell’anno successivo, il primo anniversario, si recano sul luogo dell’apparizione ben 50.000 fedeli pellegrini. Presumibilmente anche lo Schiari, dalla vicina Viù, vi si reca. Nel 1852 incominciano i lavori di edificazione del Santuario dedicato alla Madonna presso il luogo dell’Apparizione. Nel 1865 vengono ultimati i lavori. Nel 1861, proprio sul luogo dell’apparizione viene costruito un altro Santuario per accogliere i numerosi fedeli.

Il Santuario di Notre Dame de la Salette nel Dipartimento dell’Isère, vicino a Corps (Francia).

La Società Salesiana di San Giovanni Bosco[modifica | modifica wikitesto]

La metà del XIX secolo, a Torino come nelle grandi metropoli europee, è caratterizzata da profonde crisi economiche e sociali, legate alla Rivoluzione Industriale. Profonde sacche di povertà si riversano nelle strade, ove la gente, in condizioni di assoluta miseria e di precarietà igenico-sanitaria, chiede pane e lavoro. In tale contesto San Giovanni Bosco a partire dalle sue prime opere di carità e apostolato tra i poveri ed i giovani del rione Valdocco di Torino nel 1859 arriva a fondare la Società Salesiana i cui membri venivano comunemente detti “salesiani”. Questi ricevettero la consacrazione ufficiale della loro opera e del loro operato dapprima con il Pontificio Decreto di Lode del 1864, poi con l’approvazione delle “Costituzioni” del 1874. Lo scopo principale dell’opera salesiana era l’educazione e l'istruzione dei giovani. Vennero pertanto edificati in breve tempo oratori, scuole, centri di formazione professionale ed agricola. Altro grande braccio operativo era costituito dall'apostolato della stampa e dalle missioni. Lo Schiari assai attento alle dinamiche sociali del tempo ed aperto ad iniziative di Carità, si adopera affinché opere di questo tipo abbiano buon fine anche a livello istituzionale. Tale passione fu tramandata al figlio Domenico e alla nuora Felicita Robbio di Varigliè, che fece numorose e profique donazioni alla Congregazione dei Salesiani.

Le Conferenze di San Vincenzo De Paoli[modifica | modifica wikitesto]

La Società di San Vincenzo De Paoli fu fondata a Parigi nel 1833 da Federico Ozanam, un giovane studente universitario della Sorbona, insieme alla comunità cattolico-studentesca della sua Facoltà. La società parigina, come quella delle più grandi metropoli europee dell’epoca, tra cui anche Torino, versava in condizioni di drammatica miseria, ove l’unico istituto ad occuparsi dei miseri era proprio la Chiesa Cattolica. Il giovane ebbe l’idea di creare dei gruppi laici che avevano il compito di aiutare le folle di disadattati che invadevano ormai la metropoli. Il motto che incarnò la missione di Oznam fu “Libera Chiesa in libero stato”. Federico Ozanam è stato poi beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 22 Agosto 1997. Il giornalista Emanuel Bailly mise in piedi per questi studenti universitari alcuni incontri detti “Conferenze di Diritto e di Storia”, a cui aderivano credenti e non ed erano animati da profonde riflessioni e fervide discussioni, ove spesso si scontravano le opinioni laiciste di Saint Simon con quelle cattoliche dell’Ozanam. Questi ad un certo punto mosse gli animi degli astanti a partecipare a riunioni più pratiche ed improntate alla carità, ossia passando più esplicitamente dalle parole ai fatti. Il 23 aprile 1833 si tenne la prima vera “Conferenza di Carità” in cui furono sanciti i 2 capisaldi fondamentali per le future adunate: 1) carattere di semplicità, amicizia e di scambievole confidenza tra i partecipanti; 2) l’ideale pratico, di fede attiva e capace di opere concrete. Dopo opportuni consigli forniti da padre Emanuel Bailly, prete della parrocchia di S.Stefano del Monte e di Suor Rosalie Rendu, Madre Superiore del Convento delle Figlie della Carità, si decise di fare visita ad alcune famiglie bisognose e di assumere come patrono e protettore San Vincenzo De Paoli e il 4 febbario 1834 le Conferenze furono denominate “Conferenze di San Vincenzo De Paoli”. La Società ebbe il riconoscimento pontificale di Gregorio XVI il 10 gennaio 1845. In Piemonte fu il Conte Rocco Bianchi di Ovada a fondare la prima Conferenza il 13 maggio 1850 presso la Chiesa dei Santi Martiri di Torino. Egli coinvolse alcuni notabili locali, tra cui il Conte Giovanni Battista Schiari, che subito cominciò a partecipare attivamente alle prime Conferenze. Anche il figlio primogenito, il Conte Domenico Alessandro Schiari-Riccardi, compare nei decessi del Rendiconto del 1877 e nel “Bulletino” del 1878. Partecipò alle conferenze anche il Conte Petitti di Roreto (Asti 6 gennaio 1824, Cherasco 9 settembre 1886), genero di Giovanni Battista, che sposò sua figlia Luisa Emilia Clotilde. In seguito, agli inizi del XX secolo partecipò con grande entusiasmo e quotidiana presenza anche Beato Piergiorgio Frassati.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

La ristrutturazione della Chiesa di San Sebastiano a Druent[modifica | modifica wikitesto]

Subito dopo il matrimonio con la prima moglie Giuseppa Riccardi, il Conte fece ristrutturare la Chiesa di San Sebastiano di Druent [3], ubicata nella piazzetta centrale del paese, poco distante dalla Villa residenziale dello Schiari. La Chiesa in stile Barocco fu edificata nel 1557 oggi è sede della Biblioteca Comunale. [4]

La Chiesa di San Sebastiano a Druento (TO) oggi

La ristrutturazione della Villa di Viù[modifica | modifica wikitesto]

La Villa venne acquistata dagli Schiari agli inizi del ‘700 e da essi completamente restaurata ed ampliata. Non si conosce l’anno di costruzione. Probabilmente la casa insiste su fondazioni di antica origine.

Villa Schiari a Viù (TO) oggi (Foto)

L’edificazione del Santuario della Madonna delle Salette a Viù[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1858 lo Schiari decise di edificare un Santuario dedicato alla Madonna delle Salette nel giardino di Villa Schiari a Viù, per onorare la Vergine e ringraziarla per la miracolosa guarigione della sua figlia più piccola e cara, Camilla Schiari, ormai in fin di vita. L’edificio fu benedetto nel 1863, lo stesso anno della consacrazione del Santuario di La Salètte. All’interno del Santuario trovasi, sempre del medesimo anno, una tela di Rodolfo Morgari, [5] ove la Madonna appare ai due pastorelli. Nel 1917 Camilla Schiari, rimasta senza discendenza diretta e non avendo più contatti con i numerosi nipoti, decise di devolvere i beni di Villa Schiari, compreso il Santuario a Padre Giovanni Battista Fogliati della Congregazione dei Padri Oblati alla Vergine Maria, che sono tuttora i proprietari del Santuario e dell’annessa Villa Schiari. Gli Oblati entrarono in casa dopo la morte della contessa Camilla avvenuta nel 1925, che con la vendita aveva mantenuto l’usufrutto della Villa.

La ristrutturazione del Palazzo Schiari/Riccardi (ex Villa D’Angennes) di Villarbasse[modifica | modifica wikitesto]

Costruito su di un’antica Casaforte nell’ultimo ventennio del ‘600 dal Conte Carlo Bartolomeo Rolando, in un decennio di lavori, ne venne mutata profondamente la fisionomia. Il conte bretone Pietro Eugenio Reminiac d’Angennes al servizio del duca di Savoia, agli inizi del 1700 e poi Carlo Eugenio III d’Angennes tra il 1825 ed il 1835 ne mutarono ulteriormente l’aspetto, aggiungendo un’ala all’edificio preesistente, dandone cioè l’odierna forma ad elle ed aggiungendo la decorazione pittorica. Nel 1860 Enrichetta d’Angennes vendette al Conte Giovanni Battista Schiari, il quale fece restaurare completamente gli esterni e gli interni del complesso. Per gli interni si affidò alla sapiente mano di Rodolfo Morgari. [5] Solo nel 1972, la Villa venne ceduta dagli Schiari Riccardi, i discendenti del primogenito del nostro Giovanni Battista, ossia Domenico Alessandro, a Vincenzo Capello.

Palazzo Schiari Riccardi a Villarbasse (TO).

Le minestre del Conte Schiari a Druent[modifica | modifica wikitesto]

Sono rimaste celebri nei secoli le mitiche “Minestre del Conte Schiari”. Singolare è il fatto che oggi la Chiesa locale di Druent [3] abbia rivalutato la memoria di questo celebre gesto, in un periodo di attuale forte secolarizzazione, in quanto la notte del 31 ottobre di ogni anno, tradizionalmente la “Notte dei Santi” per la Chiesa Cattolica, oggi ormai celebrata per definizione come la “notte di Hallowen”, Giovanni Battista Schiari instituì una sorta di Banco Alimentare [6] ante litteram. Imbandiva vere e proprie tavolate all’aperto e distribuiva minestre calde per la povera gente, che ivi accorreva in massa a beneficiare del caritatevole gesto. Il figlio primogenito, il Conte Domenico, portò avanti tale tradizione finché rimase in vita.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Dal I° matrimonio con la contessa Giuseppa Riccardi nacquero:

  • Domenico (TO Carmine 20/06/1817 – TO Madonna degli Angeli 18/03/1877) che sposò la Contessa Felicita del Conte Michelangelo Robbio di Varigliè da cui discese la casata dei conti Schiari/Riccardi [7].


Dal II° matrimonio con Felicita Scamuzzi nacquero:

  • Maria (1826 - nn);
  • Giuseppe (TO Carmine 04/10/1827 – TO Carmine 17/06/1812), che sposò la contessa Maria Vicenza, da cui discese la casata dei Conti Schiari.
  • Vincenzo (1829 - 1829);
  • Luisa Clotilde (1829 - 1902), che sposò il Cav. Leopoldo Gay di Quarti;
  • Alessandro (1835 - 1870); che frequentò l’Accademia Militare dal 1847 al 1853, la Cavalleria di Nizza, i Carabinieri e partecipò alla campagna del 1859.
  • Luisa Emilia Clotilde (1837 - 1857), che sposò il Cav. Giuseppe Petitti di Roreto
  • Camilla (1840 - 1925), che da bambina fu miracolata dalla Madonna delle Salette.


Titoli[modifica | modifica wikitesto]

  • Conte di Viù;
  • Conte di Piemonte nomina del 14/01/1843 da parte di Re Carlo Alberto di Sardegna;
  • Procuratore del Re nel 1815;
  • Senatore del Regno di Piemonte;
  • Presidente della Seconda Classe Criminale della Corte d’Appello di Torino nel 1853;
  • Presidente Capo della Corte di Cassazione di Torino nel 1860;
  • Grand’Ufficiale dell’Ordine dei SS Maurizio e Lazzaro.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Grand’Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro. - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il motto è posto, come di consueto, all’interno dello stemma di famiglia.
  2. ^ I Conti di Biandrate di San Giorgio hanno come capostipite il Conte Alberto, nato nel 1093 in quel di Novara, a sua volta discendente dei Conti di Piombia, della zona di Vienne in Francia.
  3. ^ la definizione Druent è dovuta alle origine francesi del borgo, risalente al 1200. Con l’avvento del fascismo la denominazione è stata tramutata nell’italiano”Druento”.
  4. ^ Nel 1987 la Chiesa di San Sebastiano venne sconsacrata di comune accordo tra le autorità ecclesiali e quelle civili locali. Oggi è sede della Biblioteca Comunale.
  5. ^ Rodolfo Morgari (Torino *1827 + 1907). Pittore e restauratore di corte di Casa Savoia e di altre illustri casate nobili, tra cui gli Schiari.
  6. ^ Il Banco Alimentare tiene oggi giorno la sua giornata culmine in Italia l’ultimo week-end di novembre con la giornata della “Colletta Alimentare”, in cui alcuni volontari insieme agli abituali clienti dei principali supermercati dell’intero territorio nazionale italiano, si adoperano a raccogliere alcuni alimenti appena acquistati e subito offerti dai clienti stessi. Tali alimenti, tramite la Fondazione del Banco Alimentare, vengono poi distribuiti ai bisognosi, su scala nazionale e non solo.
  7. ^ Il figlio primogenito Edoardo sposò Laura del Conte Stefano Gallina (il loro ultimo di 5 figli, Gaetano, sposò Clotilde Mazzonis di Pralafera, cugina di primo grado nonché cognata del Barone Giovanni Mazzonis, che appunto sposò Paola Mazzonis di Pralafera, sorella di Clotilde. Il Barone fu presidente dello Juventus Football Club dal 1935 al 1940 e succedette nella carica ad Edoardo Agnelli). La figlia Elena sposò il Marchese Alerame Alfredo Pallavicino.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gustavo Mola di Nomaglio, Feudi e nobiltà negli Stati dei Savoia: materiali, spunti, spigolature, Lanzo torinese (TO), Società Storica delle Valli di Lanzo, edizione 2006.
  • Donatella Cane, C’era una volta a Viù, Biblioteca Treccani edizione Torino 1980.
  • Donatella Cane, Favole e Leggende della Valle di Viù, Biblioteca Treccani edizione Torino 1980.
  • Amato Amati Il Foro italiano: vol. 24, Dizionario Geografico dell’Italia, Francesco Vallardi Editore.
  • Filippo Bettini, Giurisprudenza degli Stati Sardi, Asti, Pompe & C. Editori, 1852.
  • Maurizio Ceste, Testimoni della Carità, Effata Editore 2003.
  • AAVV, Elenco degli oggetti generosamente donati a benefizio degli oratorii di San Francesco di Sales in Valdocco, Tipografia di Giulio Speirani & figli, Torino 1862.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Santuario della Madonna de La Salètte [1]
  • Palazzo Schiari Riccardi a Villarbasse (TO) [2]
  • Villa Schiari a Viù [3]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Villa Schiari a Viù [4]
  • La vita di Giovanni Battista Schiari [5]
  • Genealogia dei conti Schiari tra i nobili degli Stati dei Savoia [6]
  • Le sang royal de la famille Schiari [7]
  • Villa Schiari a Viù [8]
  • Giovanni Battista Schiari per Geneall [9]
  • Lucia Cambiano di Ruffia per Geneall [10]
  • Domenico Schiari per Geneall [11]
  • Eugenio Cambiano di Ruffia per Geneall [12]
  • Palazzo Schiari Riccardi a Villarbasse [13]
  • Il cognome Schiari per l’ Hearaldry Institute [14]
  • Prolyta Joannes Baptista Schiari Taurinensis [15]
  • Stephanus Ignatius Schiari Viucensis e Padi præfectura [16]
  • Palazzo Schiari Riccardi a Villarbasse (TO) [17]
  • Gli Schiari Riccardi al Castello di Sangano (TO) [18]
  • La contessa Felicita Schiari Riccardi nel Bollettino Salesiano [19]
  • Giovanni Battista Schiari presso l’Archivio di Stato di Torino [20]