Utente:Federico Meloni/Sandbox

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William Dwight Whitney, patriarca della linguistica americana

"Il passo più difficile nello studio della lingua è il primo passo"[1] (Leonard Bloomfield, Language)

Per distribuzionalismo si intende una corrente linguistica fondata negli USA in seguito al 1920, parallela allo strutturalismo europeo, che identifica e classifica gli elementi della lingua in base alla loro distribuzione.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nella seconda metà del 1800, William Dwight Whitney[2] (1827-1894), definito come patriarca della linguistica americana, si concentrò sullo studio della lingua allontanandosi però dal pensiero strutturalista che stava prendendo piede in quegli anni. I suoi studi fecero da fondamenta per la maggior parte dei linguisti del 1900 tra cui Franz Boas (1858-1942), Edward Sapir (1884-1939) e Leonard Bloomfield (1887-1949). Essi furono i principali studiosi della linguistica americana che trovarono terreno solido da cui partire non solo grazie agli studi di Whitney, ma anche grazie al territorio americano che offriva molta materia in ambito linguistico, ma soprattutto grazie alla scoperta delle culture precolombiane che andarono a coinvolgere lo studio della lingua, proprio come fece Sapir, il quale si concentrò in particolare sulla lingua Hopi e un altro linguista americano, Powell, che nel 1891 mise a punto la prima moderna classificazione delle lingue amerindiane.

Franz Boas, considerato il maestro sia di Sapir che di Bloomfield

Nascita[modifica | modifica wikitesto]

A partire dal 1920 si sviluppò in varie università americane un'impostazione di studi distribuzionalista da cui prese il nome questa corrente linguistica noto anche come strutturalismo americano che andò ad espandersi soprattutto in seguito al 1924, anno in cui vennero fondate la Language Society of America[3] e la rivista Language e proprio grazie a questa corrente distribuzionalista, Bloomfield in particolare, concentrò i suoi studi sulla sintassi.


Ideologia distribuzionalista[modifica | modifica wikitesto]

Bloomfield si concentrò sull'analisi sintattica. Fu questo a caratterizzare i primi cinque decenni del 1900 americano, inoltre dette origine alla linguistica Bloomfieldiana.
Il procedimento di analisi più tipico del distribuzionalismo consiste nella scomposizione della frase in costituenti immediati. I costituenti della frase individuati dall'analisi vengono quindi classificati in base alla loro distribuzione, cioè alla loro capacità di combinarsi per formare insiemi più complessi.

Analizzando la frase "il cane mangia l'osso" è possibile notare "il" e "cane", "mangia" che a questo livello non può essere ulteriormente analizzato e "l'osso"che invece può essere ulteriormente distinto anche qui in articolo e nome, proprio come nel primo caso. Ulteriormente esiste un altro livello di scomposizione, Bloomfield arriva fino ad inserire questo livello, detto livello morfologico della divisione in morfi, all'interno della sua analisi sintattica. Ovverosia è presente la possibilità di fare una nuova segmentazione. Questo processo prende il nome di analisi a scatole introdotto per la prima volta dal linguista americano e che riporterà all'interno della sua opera Language (1933).

Esempio della segmentazione secondo l'analisi a scatola:

il cane mangia l'osso
il cane mangia lo osso
il ca n e man ʤ[4] a lo os s o

Questo schema a scatole in seguito venne perfezionato dal punto di vista della sua formalizzazione, il concetto rimase lo stesso, ma venne formalizzato in un altro modo utilizzando uno schema ad albero inizialmente formato da un ramo lungo e una serie di "rami" che partivano da dei punti chiamati "nodi". In ognuno di questi rami si aveva a che fare con un elemento del segmento verbale (sintagma aggettivale con un possessivo), ma questo si presenterà in maniera meno primitiva attraverso la struttura ad albero definitiva, il cosiddetto indicatore sintagmatico. Questi schemi, man mano sempre più sofisticati, permettevano di far emergere gli elementi dominanti e di mettere in luce la struttura gerarchica dei differenti sintagmi. Perciò l'analisi sintattica serviva fondamentalmente a delinearizzare la linearità. Quest'ultima è una delle caratteristiche principali dei linguaggi e delle lingue storico naturali e il fatto che esse si comunichino fra loro, significa che si realizzano nella linearità del tempo. Con l'analisi sintattica abbiamo l'obbiettivo di delinearizzare tale linearità, perchè il modo in cui linearmente le differenti unità si combinano sull'asse sintagmatico, non corrisponde molto spesso a quella che è l'effettiva gerarchia della frase. Viene fatta emergere utilizzando specifiche segmentazioni/analisi come per esempio questa, anche se oggi giorno si utilizza solamente l'indicatore sintagmatico e non più quello a scatola o ad albero.

Verso la fine del 1950 il distribuzionalismo scomparirà con l'arrivo del linguista e filosofo Noam Chomsky che rivoluzionerà la linguistica moderna affermando la grammatica generativa.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Leonard Bloomfield, Language, Chicago, The University of Chicago, 1984. ISBN 1234567890432.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]