Torre di Bardolino

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Torre di Bardolino
Veduta della torre dall'agrumeto
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCalabria
LocalitàPlacanica
Coordinate38°23′55.75″N 16°27′23.65″E / 38.39882°N 16.45657°E38.39882; 16.45657
Informazioni generali
CondizioniVisitabile
CostruzioneXVIII secolo
Realizzazione
ArchitettoVincenzo Lamberti
ProprietarioDomenico Musco
CommittenteGiuseppe Lamberti

La torre di Bardolino si trova in località Giardino a Placanica, sulla sponda est della fiumara Precariti, nella città metropolitana di Reggio Calabria, in Calabria. Fu costruita dalla famiglia Lamberti nella prima metà del XVIII secolo.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La torre, priva di scopi difensivi, fu costruita nella prima metà del XVIII secolo, all'interno di un'ampia tenuta che Giuseppe Lamberti ereditò dal padre Francesco, capostipite della casata nobiliare, per effetto del suo testamento aperto nel 1701; la più antica testimonianza certa della sua esistenza risale soltanto al 1752, quando una torre in due solai ed una casa terrana per notricato fu citata in un documento notarile del 21 giugno di quell'anno. Come documentato da un inventario del 1756, la struttura sorgeva nel fondo denominato "Bardolino lo Medico".[1]

Nel XIX secolo la proprietà fu alienata alla famiglia Musco.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Prospetto sud-est

L'elegante torre, in stato di abbandono, si sviluppa su una pianta quadrata; lievemente rastremata, si eleva su tre livelli fuori terra.[2]

Le facciate, realizzate in muratura mista costituita da ciottoli di fiume e mattoni, sono decorate con paraste angolari, coronate da capitelli a tre fasce, su cui si erge, sostenuto da una serie di beccatelli con caditoie, l'architrave perimetrale in aggetto; non sono invece presenti altri sistemi difensivi, a testimonianza dello scopo prevalentemente rurale dell'edificio.[2]

All'interno gli ambienti dei livelli terreno e secondo sono coperti da volte, mentre il primo piano presenta un soffitto a travetti lignei; in sommità la struttura è coronata da un terrazzo.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Morrone, Naymo 2021, p. 126.
  2. ^ a b c d Morrone, Naymo 2021, p. 127.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]