Sumu-Epuh
| Sumu-Epuh | |
|---|---|
| Re di Yamhad | |
| In carica | 1810 a.C. circa – 1780 a.C. circa (cronologia media) |
| Predecessore | nessuno |
| Successore | Yarim-Lim I |
| Morte | 1780 a.C. |
| Casa reale | Dinastia di Yamhad |
| Consorte | Sumunna-Abi |
| Figli | Yarim-Lim I |
Sumu-Epuh (... – 1780 a.C.) è stato il primo sovrano di Yamhad (Halab)[1], e fondatore della dinastia di Yamhad che controllò la Siria del nord tra il XVIII e il XVI secoli a.C.
Regno[modifica | modifica wikitesto]
Sebbene non si conoscano i primi anni di vita di Sumu-Epuh, né come sia asceso al trono, egli è considerato il primo re di Yamhad, il cui reame incluse Alalakh e Tuba.[2][3] Sumu-Epuh entrò nei registri storici come menzione da Yahdun-Lim di Mari, come uno dei sovrani che lottarono contro di lui.[4] Yahdun-Lim era un sovrano ambizioso che si spinse fino a nord vantandosi di aver raggiunto il Mediterraneo, nonostante avesse avuto un'alleanza dinastica con gli Yamhad per opporsi all'Assiria.[5] Queste campagne spinsero Sumu-Epuh a sostenere le tribù yaminite centrate a Tuttul contro il re mariota;[6][7] quest'ultimo emerse vittorioso, ma morì per mano del proprio figlio Sumu-Yaman. A seguito della morte, Shamshi-Adad I, re dell'Assiria, ebbe via libera per conquistare Mari.
Guerra contro l'Assiria[modifica | modifica wikitesto]
Sumu-Epuh, aiutato da Khashshum, attaccò un regno a Zalmakum (una regione paludosa tra l'Eufrate e il basso Balikh).[8] Khashshum cambiò poi alleanza e si unì a Shamshi-Adad, che circondò Yamhad alleandosi con la città di Urshu e il re Aplahanda di Charchemish a nord, e conquistando Mari a est (dopo la morte di Yahdun-Lim) nel 1796 a.C. circa, installandone il figlio Yasmah-Adad sul trono. Shamshi-Adad concluse poi un'alleanza con il rivale di Yamhad a sud di Qatna, sposando il figlio Yashmah-Adad stesso alla principessa Beltum, figlia di Ishi-Addu, re di Qatna.[9]
Sumu-Epuh accolse Zimri-Lim, l'erede di Mari, in fuga verso Yamhad, nella speranza che si sarebbe un giorno reso utile dato che, agli occhi del popolo di Mari, Zimri-Lim era il sovrano legittimo.[10] La coalizione di Shamshi-Adad attaccò Aleppo, ma non riuscì a conquistarla. Sumu-Epuh si alleò con le tribù dei Sutei e dei Turucchei, che attaccarono il re assiro da est e da sud.[9] Sumu-Epuh conquistò anche la fortezza di Dur-Shamshi-Adad, e la rinominò come Dur-Sumu-Epuh.[11]
Morte ed eredità[modifica | modifica wikitesto]
Sumu-Epuh morì forse assassinato nel 1780 a.C. circa durante la sua lotta contro Shamshi-Adad.[7] Gli succedette Yarim-Lim I, suo figlio avuto dalla regina Sumunna-Abi. La dinastia fondata da Sumu-Epuh avrebbe mantenuto il potere sul Levante fino al 1344 a.C. circa.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Douglas Frayne, Old Babylonian Period (2003-1595 BC), 1º gennaio 1990, p. 780, ISBN 978-0-8020-5873-7.
- ^ Trudy Ring, Robert M. Salkin e Sharon La Boda, International Dictionary of Historic Places: Southern Europe, 1995, p. 10.
- ^ Sarah Melville e Alice Slotsky, Opening the Tablet Box: Near Eastern Studies in Honor of Benjamin R. Foster, 2010, p. 376.
- ^ Douglas Frayne, Old Babylonian Period (2003–1595 BC), 1990, p. 780.
- ^ Mario Liverani, The Ancient Near East: History, Society and Economy, 2013, p. 354.
- ^ Arne Wossink, Challenging Climate Change: Competition and Cooperation Among Pastoralists and Agriculturalists in Northern Mesopotamia, 2009, p. 128, ISBN 978-90-8890-031-0.
- ^ a b Trevor Bryce, The Routledge Handbook of the Peoples and Places of Ancient Western Asia, 7 marzo 2013, p. 773, ISBN 978-1-134-15908-6.
- ^ Sidney Smith, Anatolian Studies: Journal of the British Institute of Archaeology at Ankara. Special number in honour and in memory of John Garstang, 5th May, 1876 - 12th September, 1956, Volume 6, p. 38.
- ^ a b William J. Hamblin, Warfare in the Ancient Near East to 1600 BC, 20 agosto 2006, p. 171, ISBN 978-0-203-96556-6.
- ^ William J. Hamblin, Warfare in the Ancient Near East to 1600 BC, 11 gennaio 2013, p. 259, ISBN 978-1-134-52062-6.
- ^ Horst Klengel, Syria, 3000 to 300 B.C.: a handbook of political history, p. 52.
