Subud

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Subud è un movimento spirituale internazionale fondato in Indonesia negli anni venti del XX secolo da Muhammad Subuh Sumohadiwidjojo, chiamato dai suoi discepoli Bapak o Pak (“padre”). Il movimento, che non si presenta come una vera religione, ruota intorno al latihan, un'espressione che può essere tradotta come “esercizio spirituale”.[1]

Nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome è una contrazione dei tre termini di origine sanscrita Susila (vita in accordo con la Volontà di Dio), Budhi (il Potere Divino che agisce in ogni creatura) e Dharma (sottomissione alla Volontà Divina).[1]

Pratiche[modifica | modifica wikitesto]

La pratica principale del movimento spirituale è il latihan, termine che potrebbe essere tradotto con l'espressione "esercizio spirituale". Questa pratica richiede una preparazione di circa tre mesi; solo al termine di tale periodo avviene l'opening da parte di un helper (aiutante) autorizzato dal movimento.[2] Il latihan non implica alcuna attività da parte del praticante, ma è un totale abbandono alla volontà di Dio.[1] Il Subud dichiara di non avere sacerdoti, dogmi, rituali o dottrine.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Gli esordi del movimento spirituale risalgono al 1924 in Indonesia, quando Muhammad Subuh Sumohadiwidjojo, originariamente di fede islamica, provò una serie di esperienze spirituali. Negli anni trenta si convinse a condividere la sua esperienza con altri; nel 1933 creò il Subud. Successivamente si dedicò a diffondere i suoi insegnamenti in Indonesia e, a partire dal 1956, in Gran Bretagna, Stati Uniti e Australia. Nel 2003 il Subud contava circa 10.000 membri in oltre 70 paesi.[2]

Personaggi[modifica | modifica wikitesto]

Tra i più noti personaggi legati al movimento Subud ci sono stati il musicista Roger McGuinn[3] e Mardiningsih Arquette, madre degli attori Patricia, David, Rosanna, Alexis e Richmond Arquette.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c CESNUR - Centro Studi sulle Nuove Religioni, su cesnur.com. URL consultato il 3 settembre 2014.
  2. ^ a b c Hunt, p.122.
  3. ^ Guglielmi, p.525.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • F. Guglielmi, C. Rizzi, Grande enciclopedia rock, 2002, Firenze, Giunti Editore, ISBN 88-09-02852-X.
  • (EN) Stephen J. Hunt, Alternative religions: a sociological introduction, 2003, Ashgate Publishing, ISBN 0-7546-3410-8.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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