Agostino Dal Pozzo: differenze tra le versioni

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All’età di 18 anni studiò per due anni il corso delle “Filosofiche discipline”, successivamente studiò per due anni medicina a [[Padova]], ma appena dopo due anni interruppe gli studi perché decise di entrare in seminario.
All’età di 18 anni studiò per due anni il corso delle “Filosofiche discipline”, successivamente studiò per due anni medicina a [[Padova]], ma appena dopo due anni interruppe gli studi perché decise di entrare in seminario.
Fu ordinato sacerdote da monsignor Carlo Rezzonico e rimase a Padova per soli due anni , quando poi si trasferì definitivamente a [[Bassano del Grappa]].
Fu ordinato sacerdote da monsignor Carlo Rezzonico e rimase a Padova per soli due anni, quando poi si trasferì definitivamente a [[Bassano del Grappa]].


A Bassano del Grappa si incaricò dell’educazione dei figli del nobile Roberti da Bassano, il piacere più gradito per l’abate Dal Pozzo rimaneva comunque quello di studiare le antiche [[pergamene]], osservarle con occhio filosofico ed osservare le vicende dei tempi antichi.
A Bassano del Grappa si incaricò dell’educazione dei figli del nobile Roberti da Bassano, il piacere più gradito per l’abate Dal Pozzo rimaneva comunque quello di studiare le antiche [[pergamene]], osservarle con occhio filosofico ed osservare le vicende dei tempi antichi.


Stringe molte amicizie con molti eruditi italiani e tedeschi dell’epoca, con gran passione studiò la storia del suo [[Altopiano dei Sette Comuni|Altopiano]], oggi si può affermare cecamente che è stato un profondo conoscitore della geologia, dell’archeologia, dell’ambiente, della lingua, della cultura e dell’economia dell’Altopiano.
Stringe molte amicizie con molti eruditi italiani e tedeschi dell’epoca, con gran passione studiò la storia del suo [[Altopiano dei Sette Comuni|Altopiano]], oggi si può affermare che è stato un profondo conoscitore della geologia, dell’archeologia, dell’ambiente, della lingua, della cultura e dell’economia dell’Altopiano.
La sue opere più famosa sono le "Memorie istoriche dei Sette Comuni vicentini", pubblicate in due volumi: il primo tratta della storia generale, della lingua, della religione e anche delle tradizioni dei Sette Comuni, (pubblicato postumo nel 1820 e nel 1910, versione quest'ultima più conosciuta e più volte ristamapata); il secondo riguarda la storia dei singoli comuni, delle loro chiese e delle contrade annesse (pubblicato nel 1993, dopo il ritrovamento dei manoscritti perduti). Altre opere da lui scritte sono: la biografia della Beata Giovanna Maria Bonomo e una miscellanea di storia della chiesa di Rotzo, soria naturale-geologica dei Sette Comuni e numerose poesie, edita nel 1998.
La sue opere più famosa sono le "Memorie istoriche dei Sette Comuni vicentini", pubblicate in due volumi: il primo tratta della storia generale, della lingua, della religione e anche delle tradizioni dei Sette Comuni, (pubblicato postumo nel 1820 e nel 1910, versione quest'ultima più conosciuta e più volte ristampata); il secondo riguarda la storia dei singoli comuni, delle loro chiese e delle contrade annesse (pubblicato nel 1993, dopo il ritrovamento dei manoscritti perduti). Altre opere da lui scritte sono: la biografia della Beata Giovanna Maria Bonomo e una miscellanea di storia della chiesa di Rotzo, storia naturale-geologica dei Sette Comuni e numerose poesie, edita nel 1998.
Purtoppo è tuttora inedito, perché perduto, il vocabolario dell'antica lingua cimbra dei Sette Comuni del quale esiste una trascrizione, peraltro non fedele, nel Ferdinandeum Museum di Innsbruch.
È rimasto invece inedito, perché perduto, il vocabolario dell'antica lingua cimbra dei Sette Comuni del quale esiste una trascrizione, peraltro non fedele, nel Ferdinandeum Museum di Innsbruch.

Sua è anche la scoperta del villaggio archeologico del Bostel, presso Castelletto di [[Rotzo]], fondato da popolazioni autoctone dell’Altopiano, diventato uno dei siti archeologici principali del Veneto. Nel 2012 nei pressi del Bostel è stato aperto il Museo Archeologico dell'Altopiano dei Sette Comuni
Sua è anche la scoperta del villaggio archeologico del Bostel, presso Castelletto di [[Rotzo]], fondato da popolazioni autoctone dell’Altopiano, diventato uno dei siti archeologici principali del Veneto. Nel 2012 nei pressi del Bostel è stato aperto il Museo Archeologico dell'Altopiano dei Sette Comuni.


[[Categoria:Nati in provincia di Vicenza]]
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Versione delle 01:10, 14 ott 2012

Agostino Dal Pozzo

Agostino Dal Pozzo (Rotzo, 23 gennaio 1732Bassano del Grappa, 28 luglio 1798) è stato un abate, storico e scrittore italiano.

Biografia

Nato a Castelletto di Rotzo nel 1732 da Pietro Dal Pozzo "Prünner" (pozzo) e da Maria Maddalena Dalla Costa, entrambi di Rotzo, fin da giovane manifestò una spiccata intelligenza, tanto che lo zio Don Giovanni Dal Pozzo, rettore della parrocchia di Canove di Roana gli disse: “no no figluol mio, non sarà vero ch’io ti lasci invillire all’aratro”, così la sua prima educazione la ricevette proprio a Canove.

All’età di 18 anni studiò per due anni il corso delle “Filosofiche discipline”, successivamente studiò per due anni medicina a Padova, ma appena dopo due anni interruppe gli studi perché decise di entrare in seminario. Fu ordinato sacerdote da monsignor Carlo Rezzonico e rimase a Padova per soli due anni, quando poi si trasferì definitivamente a Bassano del Grappa.

A Bassano del Grappa si incaricò dell’educazione dei figli del nobile Roberti da Bassano, il piacere più gradito per l’abate Dal Pozzo rimaneva comunque quello di studiare le antiche pergamene, osservarle con occhio filosofico ed osservare le vicende dei tempi antichi.

Stringe molte amicizie con molti eruditi italiani e tedeschi dell’epoca, con gran passione studiò la storia del suo Altopiano, oggi si può affermare che è stato un profondo conoscitore della geologia, dell’archeologia, dell’ambiente, della lingua, della cultura e dell’economia dell’Altopiano. La sue opere più famosa sono le "Memorie istoriche dei Sette Comuni vicentini", pubblicate in due volumi: il primo tratta della storia generale, della lingua, della religione e anche delle tradizioni dei Sette Comuni, (pubblicato postumo nel 1820 e nel 1910, versione quest'ultima più conosciuta e più volte ristampata); il secondo riguarda la storia dei singoli comuni, delle loro chiese e delle contrade annesse (pubblicato nel 1993, dopo il ritrovamento dei manoscritti perduti). Altre opere da lui scritte sono: la biografia della Beata Giovanna Maria Bonomo e una miscellanea di storia della chiesa di Rotzo, storia naturale-geologica dei Sette Comuni e numerose poesie, edita nel 1998. È rimasto invece inedito, perché perduto, il vocabolario dell'antica lingua cimbra dei Sette Comuni del quale esiste una trascrizione, peraltro non fedele, nel Ferdinandeum Museum di Innsbruch.

Sua è anche la scoperta del villaggio archeologico del Bostel, presso Castelletto di Rotzo, fondato da popolazioni autoctone dell’Altopiano, diventato uno dei siti archeologici principali del Veneto. Nel 2012 nei pressi del Bostel è stato aperto il Museo Archeologico dell'Altopiano dei Sette Comuni.