Satis est equitem mihi plaudere

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La locuzione latina Satis est equitem mihi plaudere deriva da una satira di Orazio (Satire, I, 10, 76) e letteralmente significa " mi basta che applaudano i cavalieri".
La protagonista della satira citata è la celebre comica e mima Arbuscola, del secolo I a.c., che appunto rispose così, in maniera audace, ai fischi del pubblico [1]; si cita a volte per affermare il proprio disprezzo verso le critiche provenienti da persone relativamente ignoranti, nella convinzione (o nell'illusione) di rivolgersi ad un uditorio culturalmente o socialmente più elevato.
Viene usato anche in maniera dispregiativa, riferito a chi utilizza la propria arte solo per ingraziarsi i favori dei potenti.

La locuzione viene citata anche nella biografia di Jane Austen "A Memoir of Jane Austen" scritta nel 1869 dal nipote James Edward Austen-Leigh.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ «Non ego; nam satis est equitem mihi plaudere: ut audax,
    Contemtis aliis, explosa Arbuscula dixit»
    Q. Orazio Flacco, Satire I, 10, 76

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