Rudrama Dēvi

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Rudrama Dēvi
రుద్రమదేవి
Una statua di Rudrama Dēvi
Regina di Kākātiya
In carica1263 –
1289
PredecessoreGaṇapatideva
SuccessorePratāparudra
Nascitasconosciuta
DinastiaKākātiya
ConiugeVirabhadra

Rudrama Dēvi, anche nota come Maharani o Rani Rudramadēvi (in telugu: రుద్రమ దేవి o రుద్రమదేవి; ... – ...; fl. XIII secolo), è stata una regina indiana della dinastia di Kākātiya che governò un regno nell'altopiano del Deccan dal 1263 al 1289/1295, fino alla sua morte.

Fu tra le donne che governarono dei regni dell'India come sovrane (non come consorti o reggenti) e promosse un'immagine maschile di sé affinché questo cambiamento venisse accettato in quella che era ancora una società patrilinea e che escludeva le donne dal potere.[1][2] Questo fu un grande cambiamento e fu seguito dal suo successore e dal successivo impero di Vijayanagara.[3][4]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Una statua equestre della sovrana situata a Warangal.

Rudrama Dēvi sposò il principe Virabhadra di Vengi Chalukya intorno al 1240. Questo era quasi certamente un matrimonio politico progettato da suo padre per creare delle alleanze.[5] Praticamente Virabhadra non è documentato e non ebbe un ruolo nella sua amministrazione. La coppia ebbe due figlie (entrambe furono adottate).[4] Probabilmente Rudrama Dēvi iniziò il suo governo del regno di Kākātiya assieme a suo padre, Gaṇapati Deva, come coreggente, dal 1261 al 1262. Ella assunse la piena sovranità nel 1263, dato che alla morte del padre non c'erano altri eredi.[6] Diversamente dai suoi predecessori di Kākātiya, ella scelse di reclutare come guerrieri molta gente che non proveniva dal ceto aristocratico, dando loro dei diritti sulle entrate fiscali fondiarie in cambio del loro sostegno.

Marco Polo, che visitò l'India probabilmente tra il 1289 e il 1293, annotò con parole adulatorie il governo e la natura di Rudrama Dēvi.[7] Marco Polo si riferiva al regno come Mutfili, che era il nome dell'area intorno a un grande porto nei territori della dinastia, oggi noto come Machilipatnam.[7] Ella continuò la fortificazione pianificata della capitale, alzando in altezza le mura di Gaṇapati e aggiungendo un secondo muro di cortina di terra di 2,4 chilometri di diametro con un fossato largo 46 metri.

Subito dopo l'inizio del suo regno, Rudrama Dēvi affrontò le sfide provenienti dalla dinastia Ganga orientale. Fu in grado di respingere le truppe di quest'ultima, che si ritirarono al di là del fiume Godavari alla fine degli anni 1270, e sconfisse anche i Seuṇa, che furono costretti a cederle dei territori nell'Andhra occidentale.[8] Tuttavia, non riuscì ad affrontare il dissenso interno dovuto al capo dei Kāyastha, Aṁbādēva, dopo che divenne la guida del suo gruppo nel 1273.[9] Aṁbādēva era contrario all'idea di essere assoggettato ai Kākātiya e ottenne il controllo di gran parte dell'Andhra nord-orientale e di quello che oggi è il distretto di Guntur.[10]

Rudrama Dēvi potrebbe essere morta nel 1289 mentre combatteva contro Aṁbādēva, anche se alcune fonti affermano che non morì prima del 1295. Un'iscrizione antica scoperta nel 1994 suggerisce che Rudrama Dēvi sia morta in battaglia al villaggio di Chandupatla il 27 novembre 1289, ma delle fonti affidabili più recenti non menzionano questi fatti e altre fonti affermano che morì nel 1295.[6][11] Due sculture scoperte nel 2017 potrebbero forse confermare il luogo e la data del 1289.[12]

Le successe Pratāparudra, il figlio della figlia maggiore Mummadamma, che aveva ereditato un regno che era più piccolo di quello che era quando Rudrama Dēvi era salita sul trono.[4][8]

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Barbara N. Ramusack, Sharon Sievers e Sharon L. Sievers, Women in Asia: Restoring Women to History, Indiana University Press, 22 giugno 1999, ISBN 978-0-253-21267-2. URL consultato il 7 marzo 2023.
  2. ^ (EN) Nivedita Hazra, Rudrama Devi: The Queen Who Wore A King’s Image | #IndianWomenInHistory, su Feminism in India, 7 novembre 2019. URL consultato il 7 marzo 2023.
  3. ^ Talbot 2001, p. 158.
  4. ^ a b c (EN) Bonnie G. Smith, The Oxford Encyclopedia of Women in World History, Oxford University Press, 2008, ISBN 978-0-19-514890-9. URL consultato il 7 marzo 2023.
  5. ^ Talbot 2001, p. 155-156.
  6. ^ a b Talbot 2001, p. 263.
  7. ^ a b (EN) Marco Polo, The Book of Ser Marco Polo, the Venetian: Concerning the Kingdoms and Marvels of the East, Cambridge University Press, 2 dicembre 2010, ISBN 978-1-108-02207-1. URL consultato il 7 marzo 2023.
  8. ^ a b (EN) Archana Garodia Gupta, The Women Who Ruled India: Leaders. Warriors. Icons., Hachette India, 20 aprile 2019, ISBN 978-93-5195-153-7. URL consultato il 7 marzo 2023.
  9. ^ (EN) M. Krishna Kumari, Social and Cultural Life in Medieval Andhra, Discovery Publishing House, 1990, ISBN 978-81-7141-102-3. URL consultato il 7 marzo 2023.
  10. ^ Talbot 2001, p. 133-134.
  11. ^ (EN) Govt. urged to observe death anniversary of Rani Rudrama Devi, in The Hindu, 20 novembre 2014. URL consultato il 7 marzo 2023.
  12. ^ (EN) K. Venkateshwarlu, Two sculptures of Rani Rudrama Devi shed light on her death, in The Hindu, 5 dicembre 2017. URL consultato il 7 marzo 2023.
  13. ^ (EN) Anushka to do a Tamil-Telugu period film? - Times Of India, su web.archive.org, 9 luglio 2013. URL consultato il 7 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2013).
  14. ^ (EN) Rani Rudrama Devi to begin on Star Maa, su Telugu Cinema. URL consultato il 7 marzo 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Cynthia Talbot, Precolonial India in Practice: Society, Region, and Identity in Medieval Andhra, Oxford University Press, 2001.

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