Ritratto del duca d'Antin

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Ritratto del duca d'Antin
AutoreHyacinthe Rigaud
Data1708-1719
Tecnicaolio su tela
Dimensioni138×103 cm
UbicazioneKunsthistorisches Museum, Vienna

Il Ritratto del duca d'Antin è un dipinto realizzato tra il 1708 ed il 1719 dal pittore francese Hyacinthe Rigaud che rappresenta il duca Louis Antoine de Pardaillan de Gondrin.

Storia dell'opera[modifica | modifica wikitesto]

Il ritratto del duca d'Antin venne dipinto da Hyacinthe Rigaud al fine di commemorare la nomina del soggetto raffigurato a direttore dei Bâtiments du Roi, Académies et Manufactures nonché a protettore dell'Académie Royale nel 1708.

«In quel medesimo anno [1708], i signori dell'Académie royale de peinture et de sculpture, avendo preso qual loro protettore monsieur il duca d'Antin, divenuto soprintendente dei bâtiments alla morte di monsieur Mansard, Rigaud venne scelto per illustrare il suo corpo e fare un ritratto di quel signore, da porre nella sala dove tengono le loro assemblee, ornato di appropriata cornice. Questo ritratto è su una tela di quattro piedi e mezzo»

Grazie a questa testimonianza dell'autobiografia dell'artista (1716)[1], ed alla relazione dell'Académie Royale[2], possiamo quindi sapere che l'effigie del duca d'Antin venne commissionata nel 1708 e probabilmente completata attorno al 1719, data nella quale effettivamente l'artista consegnerà la tela all'accademia.

Lo spirito generale della composizione, prova che Rigaud fu particolarmente attento ai desideri rappresentativi del suo modello, è solenne in quanto doveva essere posto in un luogo ufficiale per la medesima accademia[3] ».

Il pittore ancora una volta si servì della descrizione che del soggetto fece il duca di Saint-Simon:

«Nato con grande spirito naturale, deriva questo suo fascino da sa madre e da suo padre, un guascone. Bello come il giorno da giovane, conservò gran parte di queste qualità sino alla fine della sua vita. Nessuno aveva più di lui memoria, brillantezza o conoscenza degli uomini e di ciascuno sapeva come prendere il favore, insinuandosi nei loro discorsi con affabilità, sfruttando le molte lingue che conosceva; innumerevoli furono inoltre i molti talenti che egli aveva a sfoggiava. A un corpo robusto, che forniva la capacità di porsi a sforzo senza problemi, corrispondeva a un genio quasi innaturale. Brutale di carattere, gentile e coscienzioso nel giudizio, accogliente, desideroso di compiacere, non ha mai detto cose cattive su alcuno. Ha sacrificato tutto per la propria ambizione e la propria ricchezza, ed anche se sontuoso, ed è stato il cortigiano più abile e raffinato del suo tempo, come pure il più incomprensibilmente: instancabile faticatore, diligente e prodigioso [...] Era sempre pronto, preciso nei conti che sottoponeva al governo, buon pagatore senza insoluti. Il suo servilismo si piegava solo con sua madre, la sua pazienza era infinita. Difficilmente si potrà trovare un uomo poi così avvezzo al comando: aveva una visione ampia e giusta delle sue forze, un talento singolare per le marce, per i dettagli degli armamenti dei suoi uomini, un'attenzione particolare per la cura della sussistenza e tutto ciò per rendere migliore l'esercito francese, una disciplina senza pedanteria, una sete implacabile di conoscere tutto ciò che in quella materia poteva essere utile. [...] Era certamente un uomo molto raro.»

Descrizione dell'opera[modifica | modifica wikitesto]

L'incisione di Tardin derivata dal dipinto di Rigaud nella quale si possono notare le differenze tra le due opere

Questo grande ritratto, che raffigura il duca in abiti militari, utilizza una posa di successo tipica delle opere di Rigaud, simile a quella maresciallo-duca de Villars del 1704. In quella data, la tela del maresciallo era costata 530 livres[4]. La medesima posa verrà ripresa anche nel 1716 nel ritratto del conte di Hoym ed in quello del principe del Liechtenstein nel 1740. Il soggetto del dipinto è rappresentato con un bastone del comando in una mano, posato su un tavolo accanto al quale si trova un elmo, mentre l'altra mano si posa sul fianco. L'allora marchese (otterrà poi il titolo di duca) è vestito con l'armatura tradizionale e un ampio mantello di ermellino. Porta a tracolla la fascia dell'ordine dello Spirito Santo.

La date precisa della consegna dell'opera, non è certa. Se la committenza commissionò il dipinto nel 1708, infatti, sembra che l'artista vi abbia impiegato più tempo a lavorarvi[5]. Alcuni sono gli elementi che portano infatti a pensare che il dipinto sia stato consegnato e poi ritoccato con aggiunte. Innanzitutto già l'incisore Tardieu ne realizzò nel 1720 una copia[6][7] nella quale non figura logicamente il cordone da cavaliere dell'Ordine dello Spirito Santo che d'Antin ricevette il 7 giugno 1724, pertanto si ha ragione di credere che la copia attuale sia da ritenersi addirittura terminata in maniera definitiva dopo il 1724.

In un'altra copia a mezzobusto venduta da Christie’s nel marzo del 2004, solo la testa del duca è conforme al quadro d'origine: il drappeggio del mantello è differente così come l'aspetto dell'armatura.

Copie dell'opera[modifica | modifica wikitesto]

  • Ritratto eseguito da Rigaud, 138 x 103 cm, Reggia di Versailles (sala 85). Dipinto consegnato da Rigaud nel 1719 all'Académie. Al Louvre dal 1824. A Versailles all'epoca di Luigi Filippo (1833)[8].
  • Ritratto, 120 x 91 (con varianti sulla mano destra, bastone da comandante più corto), Reggia di Versailles. Anticamente all'Académie royale de peinture. A Versailles all'epoca di Luigi Filippo; in deposito al museo di Metz[9].
  • Ritratto, 135 x 104, Reggia di Versailles. Anticamente nella collezione del castello, entrò a Versailles durante la Restaurazione provenendo dal museo del Louvre[10].
  • Ritratto, 138 x 104, Châteauroux, Musée-hôtel Bertrand. Deposito del museo del Louvre nel 1872.
  • Ritratto, 101 x 129, collezioni del duca d'Uzès.
  • Ritratto, 145 x 114, Isola di Torcello (Venezia), collezione di Nicoletta Piccoli (per eredità di un mercante d'arte); venduto a Vienna, casa d'aste Dorotheum, il 16 ottobre 2007 per 30.000 euro; venduto a Monaco di Baviera, casa d'aste Hampel, 5 dicembre 2008.
  • Ritratto (adattamento del busto con abbigliamento differente), 80 x 65,1, venduto a Londra da Christie’s il 4 marzo 2004; venduto a Londra da Christie’s il 22 aprile 2005.
  • Incisione di Nicolas-Henri Tardieu dalla tela di Rigaud, nel 1720.
  • Incisione di François Chéreau dalla tela di Rigaud, nel 1724
  • Incisione di Jean Audran del 1716
  • Incisione di Martin Bernigeroth del 1724, con busto in ovale, 14,3 x 9.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Chennevières-Pointel et al., 1854, p.192
  2. ^ de Montaiglon, 1875-1892, p.62-63
  3. ^ Antoine Joseph Dezallier d'Argenville, 1745, p.314, 316
  4. ^ Joseph Roman, 1919, p.107
  5. ^ Joseph Roman, 1919, p.154, 160, 166, 167, 170, 184, 186, 188, 205
  6. ^ Portalis & Béraldi, 1880, vol. I, p.51,53
  7. ^ Portalis & Béraldi, 1880, vol. III, p.583
  8. ^ Constans, 1995, vol. II, p.764
  9. ^ Constans, 1995, vol. II, p.763
  10. ^ Constans, 1995, vol. II, p.760

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Charles-Philippe de Chennevières-Pointel, Louis Étienne Dussieux, Paul Mantz, Anatole de Montaiglon, Eudore Soulié, Mémoires inédits sur la vie et les ouvrages des membres de l’Académie royale de peinture et de sculpture, publiés d’après les manuscrits conservés à l’école impériale des beaux-arts, II, Paris, Société de l'histoire de l'art français, 1854.
  • Constans Claire, Musée National du château de Versailles : Les peintures, II, Paris, Réunion des musée Nationaux, 1995.
  • Dezallier d'Argenville Antoine Joseph, Abrégé de la vie des plus fameux peintres, avec leurs portraits gravés en taille-douce, les indications de leurs principaux ouvrages, Quelques réflexions sur leurs Caractères, et la manière de connoître les dessins des grands maîtres, IV, Paris, De Bure, 1745.
  • de Montaiglon Anatole, Procès-verbaux de l’Académie Royale de Peinture et de Sculpture (1648-1793) publiés par Anatole de Montaiglon d’après les registres originaux conservés à l’École des Beaux-Arts de Paris, Paris, Société de l’Histoire de l’art français, 1875-1892.
  • Stéphan Perreau, Hyacinthe Rigaud (1659-1743), le peintre des rois, Montpellier, Nouvelles Presses du Languedoc, 2004, ISBN 2-85998-285-X.
  • Roger de Portalis e Henri Beraldi, Les graveurs du dix-huitième siècle, Paris, D. Morgand et C. Fatout, 1880-1882.
  • Roman Joseph, Le livre de raison du peintre Hyacinthe Rigaud, Paris, Laurens, 1919.

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