Portale:Architettura/Storia-Architettura romanica

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Architettura romanica

L'architettura romanica è quello stile del costruire che si diffuse in Europa nell'XI e XII secolo, fino all'affermazione dell'arte gotica, cioè fino verso alla metà del XII secolo in Francia e con persistenze maggiori negli altri paesi europei. Il termine Romanico è posteriore e fu coniato nel 1818 dal francese Charles de Gerville, studioso di archeologia, architettura, e classificazione degli stili. La parola era intesa ad indicare il ritorno, di quell'epoca medievale, alle tecniche di costruzione ed al gusto stilistico che fu in uso nell'Impero romano.

Abbazia di Sant'Antimo, abside con deambulatorio e cappelle radiali

La cultura e la civiltà europea subirono un'accelerazione dopo l'anno Mille, grazie ad una serie di innovazioni tecnologiche, prima di tutto in agricoltura, che permisero di aumentare la produzione di generi alimentari, sollevando la popolazione dall'endemica scarsità di cibo. Ciò innescò un circolo virtuoso che permise un incremento demografico, la ripresa dei commerci e lo sviluppo di villaggi e città quali sedi di mercati; la crescita delle zone urbane gradualmente permise l'affermazione di un nuovo ceto sociale, quello "borghese" dedito alle attività manifatturiere e commerciali ed intermedio tra la massa dei contadini e gli aristocratici o gli ecclesiatici, mentre soprattutto in Francia il sistema feudale frammentava il potere creando una classe di signori della guerra. Tutte queste entità presto innescarono una notevole domanda di nuovi edifici, soprattutto religiosi. A ciò va aggiunta l'attività delle abbazie riformate (come Cluny), il sistema di pievi nelle campagne, la diffusione dei pellegrinaggi con la conseguente necessità di grandi chiese, ospedali e alloggi per i pellegrini.