Nexum

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Il Nexum era una forma di garanzia, forse la più solenne che fosse prevista nell'ordinamento legale di Roma ed era stato codificato in forma scritta nelle Leggi delle XII tavole.

(LA)

«Cum nexum faciet mancipiumque, uti lingua nuncupassit, ita ius esto.»

(IT)

«Quando qualcuno fa un accordo o un trasferimento lo annuncia oralmente, gli sarà data ragione.»

La sua solennità probabilmente derivava dal fatto che le garanzie sottintese al nexum erano della massima delicatezza per chi vi si sottoponeva.

Con l'accettazione del nexum il debitore forniva come garanzia di un prestito l'asservimento di sé stesso - o di un membro della sua famiglia su cui avesse la potestà (un figlio ad esempio) - in favore del creditore fino all'estinzione del debito.

L'estinzione del debito poteva avvenire con il pagamento in contanti, in beni oppure con servizi prestati per un determinato tempo che, naturalmente veniva fissato in relazione al debito.

In genere, d'altronde, il nexus portava alla schiavitù perpetua di chi vi era sottoposto per le ovvie implicazioni dell'operatività di chi era asservito. Non potendo gestire la propria vita in modo da allargare i guadagni diventava sempre più difficile all'asservito poter raccogliere le somme necessarie a pagare il riscatto.

Probabilmente per la rarità dell'evento la manomissione del soggetto avveniva in forma solenne e celebrata davanti alle magistrature della città. Si parlava, in questo caso di solutio per aes et libram.

L'istituto del nexum, a Roma pare sia stato abolito nel 342 a.C. dopo che già dal 312 a.C. Appio Claudio Cieco aveva posto mano ad una prima riforma per favorire il reclutamento di truppe durante le Guerre sannitiche.

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