Maifreda da Pirovano

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Maifreda da Pirovano (... – Milano, settembre 1300) è stata una religiosa italiana. Figlia di Morando dei Pirovano[1] non si conosce la data di nascita.

La Papessa del mazzo Visconti-Sforza disegnato da Bonifacio Bembo, ca. 1450. The Pierpont Morgan Library (inv. M. 630), New York City.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Suora dell'ordine degli Umiliati di Biassono, fu membro di spicco del gruppo dei Guglielmiti, seguaci di Guglielma la Boema e dopo la morte di Gugliema avvenuta nel 1281 o 1282, ne diviene principale punto di riferimento. Nel 1284 venne istituito, dall'Inquisitore che allora a Milano era fra Maifredo da Dovera, un processo a lei ed a alcuni esponenti, che, abiurando, ne uscirono indenni[2]. Le nuove misure di prudenza adottate permisero ai Guglielmiti di arrivare al 1296, quando l'inquisitore di Milano, fra Tommaso da Como, riaprì l'inchiesta, sospesa dal suo richiamo a Roma, in seguito a una denuncia.

Il giorno di Pasqua, 10 aprile del 1300, Maifreda celebra il pontificale pasquale con rito ambrosiano assistita da diaconesse e subdiaconesse da lei investite alla presenza di un paio di centinaia di fedeli.

Il processo del 1300[modifica | modifica wikitesto]

Il 19 aprile viene chiamata dall'inquisitore Guido da Cocconato e il 20 luglio fu avviato un nuovo processo. Nelle undici "imbreviature" del notaio Beltramo Salvagno, relative al processo alle devote e ai devoti di "santa" Guglielma, vengono verbalizzati gli interrogatori dei testimoni e degli accusati di eresia.

Il compito dell'inquisizione, in aderenza alle decretali di papa Bonifacio VIII, era quello di estirpare l'eresia, riportando, ove possibile, gli eretici all'ortodossia, ricorrendo spesso a torture e minacce di morte.

Il processo del 1300 seguì l’iter consueto dell’Inquisizione; gli atti sono incompleti: rimangono sessantacinque dichiarazioni di trentatré diverse persone[3]. Sotto processo, Maifreda da Pirovano, il 6 agosto, gettò dapprima tutta la colpa sul Saramita, accusandolo di essere il vero eresiarca e di professare dottrine cui lei aveva riluttato a conformarsi. Il 20, però, pressata dall’inquisitore (non vi è notizia di tortura, ma gli atti ci sono pervenuti mutili, e non la si può pertanto escludere), confessò di avere mentito per timore del giudizio e si fece carico della sua parte di responsabilità[3].

I Guglielmiti vennero riconosciuti come eretici e condannati al rogo. Furono bruciati, davanti alla chiesa di Sant'Eustorgio, tra il 2 e il 9 settembre non solo Maifreda, Andrea Saramita e una suora Giacoma dei Bassani ma anche le spoglie di Guglielma, che erano state sepolte nel cimitero dell'Abbazia di Chiaravalle[4].

La Papessa[modifica | modifica wikitesto]

Maifreda, che era prima cugina di Matteo Visconti, diede ispirazione all'Arcano maggiore della Papessa, come veniva chiamata dai suoi seguaci, e venne immortalata nel mazzo di Tarocchi dipinti da Michelino da Besozzo per ordine di Filippo Maria Visconti in occasione del suo matrimonio con Maria di Savoia[4].

L'ipotesi che Maifreda (morta 140 anni prima) fosse stata ritratta come Papessa fu formulata per la prima volta da Gertrude Moakley (1905 - 1998) per 40 anni bibliotecaria alla New York City Public Library, che nel 1966 pubblicò un saggio sui mazzi Visconti-Sforza, ipotizzando una relazione diretta tra alcune lame (Papessa, Appeso) e dei membri delle due famiglie (Maifreda Pirovano, Muzio Attendolo Sforza)[5].

Seguaci moderni[modifica | modifica wikitesto]

Esiste una "Chiesa cattolico-guglielmita" che sostiene di essere la continuatrice degli insegnamenti di Guglielma la Boema e che ha un "Matriarcato di occidente" guidato dalla papessa Kyara van Ellinkhuizen[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ I Guglielmiti del secolo XIII, una pagina di storia milanese – Andrea Ogniben - Perugia 1887
  2. ^ Luisa Muraro, Guglielma e Maifreda. Storia di un'eresia femminista, La Tartaruga, 2003, ISBN 978-88-7738-373-0.
  3. ^ a b Stará, Lenka. Vilemína z Milána a její stoupenci 2009
  4. ^ a b Claudio Rendina, Storia segreta della santa Inquisizione, Newton Compton Editori, 2013, ISBN 978-88-541-7106-0.
  5. ^ Gertrude Moakley, The Tarot Cards Painted by Bonifacio Bembo for the Visconti Sforza Family: An Iconographic and Historical Study, New York Public Library, New York, 1966, pp. 72-73.
  6. ^ Matriarcato d'Occidente. Chiesa cattolico-guglielmita Archiviato il 6 gennaio 2018 in Internet Archive. Sito con informazioni e storia della Chiesa.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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