Jorōgumo

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Una Jorōgumo dall'Gazu Hyakki Yagyō di Toriyama Sekien

La Jorōgumo (絡新婦?) è uno Yōkai dall'aspetto di una donna-ragno capace di governare dei piccoli ragni sputafuoco.

Leggende[modifica | modifica wikitesto]

Negli scritti del Periodo Edo, come il Taihei-Hyakumonogatari (太平百物語?) o il Tonoigusa (宿直草?), si ritiene che ci siano degli "jorogumo" camuffati da donne.[1]

Si dice che alle cascate di Jōren di Izu, nella Prefettura di Shizuoka, viva una jorōgumo padrona della zona. Le storie locali raccontano di un uomo che, avvicinandosi alla corrente per dissetarsi, venne attacco dallo Yōkai e riuscì a salvarsi solo lanciando un tronco tra le zampe della bestia, che si ritirò con questo tra flutti.[1]

Da allora nessuno osò avvicinarsi alle cascate, finché un giorno un boscaiolo in cerca della sua ascia preferita si avventurò nel luogo. Lo strumento gli venne restituito da una bellissima donna sconosciuta che gli fece promettere di non rivelare mai quello che aveva visto lì. Il boscaiolo mantenne inizialmente la promessa, finché una sera a un banchetto si ubriacò e raccontò tutto. Quindi andò a dormire per non svegliarsi mai più.[2] In altre versioni, venne trascinato fuori dal suo letto da una corda invisibile per essere impiccato alle cascate.[3]

In un'altra versione ancora, il boscaiolo si innamorò perdutamente della donna delle cascate e tornò a trovarla ogni giorno, ma a ogni incontro si indeboliva sempre di più. L'oshō del villaggio, temendo per la sicurezza dell'uomo, lo seguì di nascosto, per poi palesarsi urlando una preghiera contro la donna. Questa rivelò la sua vera forma e fuggì in acqua, ma il boscaiolo rimase fedele ai suoi sentimenti e, dopo essersi visto rifiutato il permesso di sposare la Jorōgumo dal tengu della montagna, si tuffò nella cascata per non riemergere mai più.[4]

Esistono leggende simili in tutto il Giappone, in particolare a Sendai, dove un sopravvissuto a un incontro con una Jorōgumo udì "bravo, bravo" ("kashikoi, kashikoi") mentre fuggiva. [5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Murakami, Kenji, 1968- e 村上健司, 1968-, Yōkai jiten, Mainichi Shinbunsha, 2000, ISBN 4-620-31428-5, OCLC 45026652. URL consultato il 13 novembre 2020.
  2. ^ Nihon no yōkai no nazo to fushigi., Gakushū Kenkyūsha, 2007, ISBN 978-4-05-604760-8, OCLC 676576705. URL consultato il 13 novembre 2020.
  3. ^ Jinbunsha. Henshūbu. e 人文社. 編集部., Edo shokoku hyaku monogatari : shokoku kaidan kidan shūsei, Dai 1-han, Jinbunsha, 2005, ISBN 4-7959-1955-0, OCLC 298264031. URL consultato il 13 novembre 2020.
  4. ^ Miyamoto, Sachie, 1979- e 宮本幸枝, 1979-, Tsutsu uraura "obake" seisoku mappu, Gijutsu Hyōronsha, Heisei 17 [2005], ISBN 4-7741-2451-6, OCLC 170038736. URL consultato il 13 novembre 2020.
  5. ^ えきねっと(JR東日本)|賢淵(宮城県), su web.archive.org, 7 ottobre 2008. URL consultato il 13 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2008).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]