Il vecchio e il faro

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Il vecchio e il faro
Titolo originaleIl vecchio e il faro
PaeseItalia
Anno1965
Formatominiserie TV
Genereper ragazzi
Durata40 min a puntata
Lingua originaleitaliano
Rapporto4:3
Crediti
IdeatoreAngelo D'Alessandro
RegiaAngelo D'Alessandro
Interpreti e personaggi
ScenografiaGiuliano Tullio
Casa di produzioneRai
Prima visione
Dal29 novembre 1965
Al13 dicembre 1965
Rete televisivaProgramma Nazionale

Il vecchio e il faro è una miniserie televisiva italiana.

La fiction[modifica | modifica wikitesto]

Questa fiction, nel format di sceneggiato per ragazzi, è stata trasmessa nel 1965 in tre puntate sul Programma Nazionale. È stata prodotta dalla RAI presso il Centro di Produzione di Napoli, con la regia di Angelo D'Alessandro che ne curò anche il soggetto e la sceneggiatura. Andava in onda il lunedì pomeriggio alle 17:30 durante la tv dei ragazzi.[1]

Le date di trasmissione furono:

  1. prima puntata 29 novembre 1965,
  2. seconda puntata 6 dicembre 1965,
  3. terza puntata 13 dicembre 1965.

Gli interpreti principali della serie sono Fosco Giachetti (il guardiano del faro Libero) e Roberto Chevalier (suo nipote Giulio).

Le scene sono dello scenografo Giuliano Tullio.[2]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

L'originale televisivo di Angelo D'Alessandro racconta la storia dell'amicizia tra Libero, un guardiano di un faro su un'isola deserta, di carattere solitario e schivo, e il nipote tredicenne Giulio che viene mandato dai genitori per la prima volta in vacanza dallo zio, come premio per la promozione. L'accoglienza iniziale è gelida, ma il ragazzo non si scoraggia e conquista l'affetto del vecchio zio. Palese e allo stesso tempo intrigante è il contrasto fra i due protagonisti, che si vogliono bene ma che appartengono a generazioni diverse e qualche volta entrano in conflitto: lo zio è un personaggio chiuso in sé stesso, perfettamente rispondente al rigido ruolo del solitario guardiano di faro, mentre il giovane nipote è un tipo curioso, desideroso di conoscere e di sperimentare. Tra i due nasce un grande affetto e assieme affrontano e sgominano una rete molto pericolosa di contrabbandieri.[2]

Scenografie e riprese esterne[modifica | modifica wikitesto]

Le scene interne si basano sulla specifica architettura dei fari, realizzate con strutture elicoidali, innovative per l'epoca, capaci di selezionare i vari passaggi e ambienti. Alla testa del faro c’era la lanterna con l’ottica di Fresnel girevole che fu fornita dalla MARIFARI di Napoli[3], il comando di zona dei fari e dei segnalamenti marittimi. Per rendere le scene più realistiche, la documentazione sulle ottiche, sul tipo di lanterne e sui segnalamenti marittimi arrivò dalla Marina Militare.[4][5]

Gli esterni sono stati girati presso il Faro della Rotonda della Madonna sull'isola di Ponza, situato a picco sul mare in un contesto paesaggistico di grande interesse.[6]

Il sequel[modifica | modifica wikitesto]

Il regista Angelo D'Alessandro sarà l'ideatore, nel 1967, di un sequel dello sceneggiato TV per ragazzi, in quattro episodi, dal titolo I racconti del faro. Lo sceneggiato “Il vecchio e il faro” ebbe un grande successo e riscontro di pubblico: fu infatti premiato al Gran Prix Jeunesse a Monaco di Baviera, tanto da venire replicato anche nel 1967 per lanciare ogni martedì pomeriggio i nuovi quattro episodi del sequel.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La tv dei ragazzi, su anni607080edintorni.wordpress.com.
  2. ^ a b (IT) Aldo Grasso e Mondadori, Enciclopedia della televisione, Garzanti, 2008, p. 884, ISBN 978-88-11-50526-6, OCLC 799625288. URL consultato il 15 maggio 2020.
  3. ^ Comando Zona dei Fari e dei Segnalamenti Marittimi di Napoli (MARIFARI Napoli), su difesa.it. URL consultato l'11 aprile 2020.
  4. ^ Nuova Armonia 2-2017.pdf, su Google Docs. URL consultato l'11 aprile 2020.
  5. ^ NUOVA ARMONIA 2017/3 | Nuova Armonia | Pubblicazioni, su RaiSenior. URL consultato l'11 aprile 2020 (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2020).
  6. ^ I fari del territorio di Ponza, su Ponza Racconta. URL consultato l'11 aprile 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Enciclopedia della televisione, Garzanti, terza edizione, 2008, p. 884.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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