Discussione:Temperamento equabile

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Non voglio modificare proprio niente, perché ho trovato finalmente una spiegazione colta, scientifica e profonda del Temperamento. Ho letto la definizione, la storia e l'essenza del Temperament sul mio vecchio ma stupendo "The Oxford Companion to Music" di Percy A.Scholes (1195 pagine), dove però la Matematica è volutamente assente, ma io penso che per capire pienamente il Temperamento si debba assolutamente passare dalla Matematica. Complimenti vivissimi all'autore di questo articolo. Mario Console

23/08/2016

modifiche alla parte iniziale[modifica wikitesto]

[@ L'Occhio del Cigno] ha fatto alcune modifiche alla descrizione del temperamento equabile, che secondo me meritano una più approfondita analisi.

Premessa: su questo argomento esistono testi autorevoli, quindi eviterei di citare siti internet - per quanto ben fatti - e mi rimetterei a quelli, ad esempio la voce Equal temperament sul New Grove. La pagina del sito musyance.com che è stata ora inserita come citazione puntuale indica, come sua unica fonte, precisamente questa pagina di Wikipedia!!. Questo non dovrebbe mai succedere.

Veniamo dunque alle singole modifiche. La definizione ora è diventata:

«Il temperamento equabile o semplicemente il sistema temperato, fornisce uno standard di uguaglianza tra gli intervalli dell'ottava, per risolvere alcuni problemi, tipo quelli relativi alla scala pitagorica e a quella naturale, soprattutto riguardo il cambiamento della tonalità.»

La scala temperata equabile è basata sulla suddivisione dell'ottava in dodici semitoni uguali. Scrivere "fornisce uno standard di uguaglianza" a me pare inutilmente generico. La scala temperata equabile, inoltre, non ha sostituito la scala pitagorica né la scala naturale: la seconda non è mai stata applicata agli strumenti a intonazione fissa, e la prima (la scala pitagorica) era stata abbandonata nella pratica musicale da più di tre secoli quando fu adottata correntemente la scala equabile. Il temperamento equabile ha sostituito, nella pratica musicale europea, il temperamento mesotonico (ancora usato nel XIX secolo, in alcuni contesti) e quelli cosiddetti "inequabili" inventati nei secoli XVII e XVIII. Senza dubbio la motivazione fondamentale per l'adozione del temperamento equabile ha a che fare con la possibilità di usare indifferentemente tutte le tonalità, ma è un'opinione soggettiva il fatto che questi costituisse "un problema". Secondo K. Gann (The arithmetic of listening: tuning theory and history for the impractical musician, 2019), "equal temperament is theoretically necessary only for rigorously atonal music, particularly twelve-tone music."

Segue questo paragrafo:

«Con questo sistema, nella musica occidentale, l'ottava viene suddivisa in 12 gradini (semitoni) con pari intervallo e questo dà la possibilità di poter cambiare/trasportare la tonalità dei brani, in uno spartito o per uno strumento o voce, senza problemi di intonazioni.»

Perché usare il termine "gradini", se già nella frase precedente si usa il termine tecnico appropriato, "intervalli"? E che cosa dovrebbe suggerire al lettore l'espressione "con pari intervallo"? Non sarebbe più corretto specificare "suddivisa in dodici semitoni, tutti corrispondenti al medesimo rapporto di frequenze"?

La possibilità di cambiare/trasportare la tonalità dei brani è un problema assolutamente secondario. Un brano è scritto in una tonalità e trasportarlo in un'altra, nella musica colta, è una necessità del tutto sporadica, che per lo più si verifica solo in vista di cambiamenti dell'organico strumentale (trascrizioni). La questione centrale è, invece, il fatto di poter scrivere musica in qualunque tonalità, e poter modulare da una tonalità all'altra nel corso del brano. Questo non c'entra nulla con la trasposizione.

Il temperamento mesotonico riduce drasticamente il numero di tonalità disponibili, e quindi le possibili modulazioni. I "buoni temperamenti" correntemente usati nel XVIII secolo permettevano, al contrario, di usare tutte le tonalità, ma con effetti timbrici sensibilmente diversi sul medesimo strumento. A fronte di questo, il temperamento equabile introduce una sensibile alterazione di tutti gli intervalli di terza, che determina una differenza timbrica molto marcata, a parità di strumento, soprattutto rispetto al temperamento mesotonico. Non si può in nessun caso affermare che il temperamento equabile risulti "più intonato" e quindi risolva dei "problemi di intonazioni".

Nel paragrafo che comincia "Il temperamento equabile è un espediente teorico..." è stato aggiunto un "benché" che richiederebbe di portare il verbo successivo al congiuntivo ("permettessero" anziché "permettevano"). Il termine "intervallo giusto" è un termine tecnico, per cui più che mettere "giusto" fra virgolette converrebbe mettere un link alla voce intonazione naturale.

Il fatto che la possibilità di variare l'intonazione delle singole note emesse sia riservata solo ad "alcuni" legni mi giunge nuovo, e nel caso sarebbe opportuno indicare quali sono. Il Grove scrive testualmente: "Modern industrially produced woodwind instruments are designed to play in equal temperament, but performers can readily inflect the intonation to suit their musical tastes and ensemble requirements.".

Non vedo vantaggi nell'unire il paragrafo che parla degli ottoni, che producono suoni armonici non appartenenti alla scala equabile, con quello precedente che parla della scelta di accordare gli strumenti secondo la scala equabile o secondo un'altra. Casomai, separerei ulteriormente il discorso fra gli strumenti ad accordatura fissa e gli altri (archi e legni).

In conclusione, ritengo che il testo prima delle modifiche fosse - nel complesso - meglio di com'è ora; ma penso che si possa discutere qui come migliorare la presentazione rispetto ad entrambe le versioni. Ad esempio, anche prima degli ultimi edit, in alcune frasi risultano citati genericamente i "temperamenti inequabili" intendendo fra questi anche quello mesotonico, ma a stretto rigore quest'ultimo non è un temperamento inequabile (nella scala mesotonica tutti gli intervalli di uguale nome hanno lo stesso rapporto di frequenza, però semitoni cromatici e semitoni diatonici sono distinti). Il libro di Stuart Isacoff, che al momento è l'unico testo in bibliografia, è un testo divulgativo ed è decisamente "di parte", poiché afferma la superiorità in senso assoluto del temperamento equabile su qualunque altra scala (e anche la superiorità del pianoforte su qualunque altro strumento musicale...).

Sarebbe interessante, inoltre, dedicare dello spazio alle tappe progressive con cui si è affermato nella pratica il temperamento equabile (visto che Leibniz ne parlava come una possibilità concreta già nel 1709, e tuttavia l'adozione generalizzata come standard ufficiale è avvenuta solo nel XX secolo). Su questo ci sono molti dettagli utili nella voce Temperaments del New Grove, scritta da Mark Lindley. --Guido (msg) 23:22, 19 feb 2023 (CET)[rispondi]

Mi trovi d'accordo su quasi tutti i tuoi approfondimenti. Ho tentato di modificare il meno possibile, ma la voce andava riscritta in modo più radicale.
Proverò a seguire i tuoi appunti, per cercare di correggere il testo. --L'Occhio del Cigno (msg) 12:05, 22 feb 2023 (CET)[rispondi]
Vorrei collegare altre note interessanti:
https://www.treccani.it/enciclopedia/temperamento_(Enciclopedia-Italiana)/ --L'Occhio del Cigno (msg) 10:40, 31 gen 2024 (CET)[rispondi]

invenzione ?[modifica wikitesto]

<Presentato per la prima volta da Chu-Tsai-Yù, principe della dinastia Ming nel 1584, concetto ripreso un anno dopo da Simone Stevino.> leggo su Philip Ball, L'istinto musicale. Come e perché abbiamo la musica dentro, 2011, trad. David Santoro, pag. 84, Edizioni Dedalo, ISBN 978 88 22 0025 25.--Blablato (msg) 10:19, 2 mar 2024 (CET)[rispondi]

Gli autori del XVII secolo (ad esempio Leibniz) fanno tutti risalire il temperamento equabile ad Aristosseno di Taranto. Quello che è sicuro è che non è dai cinesi che Stevino ha ricavato l’idea. --Guido (msg) 12:28, 2 mar 2024 (CET)[rispondi]