Discussione:Politica

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Regime Politico[modifica wikitesto]

Insieme delle regole del gioco, valori, norme e le strutture di autorità in cui agiscono gli attori politicamente rilevanti. Il regime politico è il collegamento tra la Forma di Stato e la Costituzione Materiale(la costituzione, insieme di principi di un ordinamento, realmente vigente e viva).

Partiti politici[modifica wikitesto]

Ho spostato l'elenco dei partiti politici sotto lo stub Partito politico dove va inserito il suo significato. Propongo (in parte) una traduzione dall'inglese. Giorgio. @@@23 Sono 'ui 12:05, Feb 13, 2005 (UTC)

Definizioni di politica[modifica wikitesto]

Ci sono tante correnti di pensiero che studiano la politica: la filosofia politica, la scienza politica, l'antropologia culturale, etc. Queste a loro volta hanno al loro interno ampie discussioni sulla possibile definizione di politica. È quindi difficile, anche in un'enciclopedia, riuscire a mettersi d'accordo su una definizione.. ad ogni modo io vorrei proporne una leggermente diversa e (ritengo) più completa di quella dell'articolo. Premettendo che questa è una definizione su cui ormai tutta la filosofia politica si sta orientando, invito chiunque a discuterla qui e (casomai) a lasciare entrambe le definizioni e a metterne altre.

DEF: La politica è quell'attività umana che regola la lotta per la redistribuzione delle risorse, scarse e distribuite in modo diseguale, tramite rapporti di potere, il quale è garantito in ultima istanza dal possesso monopolistico della forza legittima. --Winterprosit! 11:04, ott 29, 2005 (CEST)


Non comprendo la necessità di legare il potere (garantito?) al monopolio dell'esercizio legittimo della forza, che è solo la tendenza di fondo dello stato moderno e delle teorie della sovranità. Insomma, trovo che il monopolio dell'uso legittimo della coercizione sia un fenomeno un po' troppo "contingente" per poterlo inserire quale elemento basilare di una definizione che, a mio parere, sarebbe meglio mantere più generale possibile. -- Frog 12:43, ott 29, 2005 (CEST)

Invece è il tratto fondamentale e caratteristico dell'attivtà politica.. Fin da quando nella polis greca l'uomo è uscito dallo stato di natura per formare un'associazione politica, le azioni politiche sono state contraddistinte dai rapporti di potere (appunto) politico. Questo è definito dall'essere l'unico potere che in ultima istanza (cioè che è l'ultimo dei suoi possibili mezzi ad essere usato) dal possesso e dalla possibilità di utilizzo della forza. Tanto più che tutti i rapporti politici hanno a che fare in maniera diretta od indiretta con questa possibilità di avere il controllo monopolistico di forza legittima. Che poi questa forza venga usata è un altro discorso, ma c'è comunque sempre la rilevante apettativa che questa possa essere utilizzata. Non sono sicuro di essere riuscito a spiegarmi, ma riassumendo volevo andare a parare sul fatto che tutte le azioni politiche sono in qualche modo implicate nel gioco della detenzione monopolistica della violenza organizzata, che siano moderne o che siano antiche. Su questo non sei d'accordo? Poi per quanto riguarda la formalizzazione della definizione ammetto che non è proprio il massimo ^_^...ci sarebbe comunque da rimetterci le mani. ciao --Winterprosit! 14:31, ott 29, 2005 (CEST)


Esatto, su questo non sono d'accordo: non è la questione formale che non mi trova consenziente: è sul merito che ho da ridire :D Universalizzare così - nel tempo, ma lo penso anche per lo spazio - quelli che sono i caratteri delle tendenze di fondo dello Stato Moderno mi sembra azzardato. Il potere politico non è mai stato il potere che ha avuto "l'ultima parola", né l'unico ad avere la possibilità di ricorrere legittimamente alla coercizione: queste sono finalità che si è posto lo Stato Moderno Europeo finché è esistito - o finché si è reputato esistente, o in costruzione - ossia, a voler essere generosi e un po' approssimativi, dal '500 alla Rivoluzione francese, il momento in cui le contraddizioni di quel sistema politico, amministrativo, sociale ed economico cominciano la loro implosione. (Rimangono - non si sa per quanto ancora - in vita quelli che si usa generalmente chiamare i modi di vivere "moderni".) Insomma, se esiste un momento in cui il potere politico ha avuto realmente l'ultima parola - ed è stato un unico potere insistente su un territorio: se sono più d'uno, addio ultima parola... - e il monopolio dell'uso legittimo della forza, questo è stato il '700; dopo le teorie della sovranità hanno decisamente perso centralità e sono state sostituite da altre nel dibattito. Quanto alla questione del "gioco della detenzione monopolistica della violenza organizzata" mi posso trovare più in sintonia: è nella natura del potere tentare di espandersi, e quindi, in un certo senso anche tendere al monopolio; ma non è di certo il monopolio "l'essenza" del potere politico, il quale è esistito per la maggior parte della sua storia - e probabilmente esisterà di nuovo, e in parte esiste di già - non come monopolio, ma come parte, e nemmeno preponderante, nella spartizione del potere complessivo disponibile in una situazione sociale. Sai, credo che la nostra disputa non sia facile da dirimere... :) le questioni di dottrina politica non sono molto dibattute qui, di certo non ci farà male se a dibattere saremo noi. A presto! -- Frog 19:18, ott 29, 2005 (CEST)

Domanda sulla definizione di politica secondo Max Weber:
"la politica non è che aspirazione al potere e monopolio legittimo dell'uso della forza"
In quale opera ha affermato questo, è stato desunto da qualche ricercatore dopo un'analisi comparata di diverse opere... Io non son riuscito a trovarla quell'affermazione, ma non ritenendomi esperto chiedo qui, a chi ne sa più di me l'onere di modificare o istruirmi.
In ogni caso non sarebbe necessaria la citazione di una fonte?

Scusate pongo qui una domanda a cui sperò possa rispondere qualche responsabile di tale pagina ben scritta:

Di chi è tale frase o definizione? : "..la politica si fa globale e nella coscienza di molti si delinea come stato in costante divenire delle relazioni sociali ed economiche".

grazie --Dab (msg) 16:38, 24 apr 2008 (CEST)[rispondi]

visione della politica[modifica wikitesto]

Dare una definizione alla parola “politica” non è sempre una questione semplice da affrontare, sia perché nella vita di tutti i giorni niente è mai bianco o nero e sia perché i pensieri e le convinzioni umane non sempre sono specchio degli ideali altrui. La mia età non mi permette di avere una visione ben definita della situazione del mondo che mi circonda e che vedo cambiare tutti i giorni davanti ai miei occhi, sicuramente quella che è la mia prospettiva delle cose non è ancora precisa e inoltre manca la giusta maturità per affrontare determinati argomenti. La parola politica viene citata ogni giorno e in ogni situazione e per quanto possa apparirci scontato il suo significato, tutti noi ci accorgiamo che essa assume caratteristiche differenti in ogni contesto. Se apriamo un comune dizionario o se meglio consultiamo un sito internet, questa parola viene indicata con la seguente definizione: “Arte di governare, applicata a coloro, che tramite una votazione popolare o per altre ragioni, si trovano a governare su un determinato territorio e di conseguenza a un popolo”. Ciò ci pone dinanzi a innumerevoli altre parole strettamente correlate a questa visione che vanno a estendere il concetto, come per esempio potere o democrazie, solo per citarne alcune. Comunque lo scopo della politica, che in definitiva è fatta da coloro che esercitano il potere per volontà del popolo (nella maggior parte dei casi!), è quello di tutelare il pensiero, la vita, la serenità e soprattutto la libertà dei propri cittadini, che basano il loro potere sulla democrazia. Si sente frequentemente dare la colpa della crisi economica e sociale, alla cattiva politica del paese e soprattutto alle persone che vengono poste a governare, ma in fondo tutto questo è provocato da determinate scelte fatte dalla gente, troppe volte disinteressata a questo argomento e incapace di prendere decisioni con razionalità. E’ sempre facile parlare, ma non lo altrettanto agire. La politica in realtà è formata da ogni cittadino che con il suo voto e con il sudore versato per il proprio lavoro contribuisce a essere la forza o la debolezza del proprio paese, perché le voci, gli ideali e i pensieri della gente sono, e si spera continuino a esserlo, l’ossatura della democrazia, della vita e della società. Il mondo ormai da molto tempo sta attraversando uno dei periodi più difficili della storia, anche se non possiamo dire che il passato ci abbia riservato cose più semplice, ma come si dice forte non è chi non cade mai ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi; la voglia di dare una svolta a una politica estremamente superficiale e corrotta dall’avidità di chi la compone, c’è, ma manca qualcuno che sia specchio della gente, e che soprattutto abbia il sogno di poter essere, non un comandante, ma un ambasciatore di tutti. Sicuramente non troveremo mai una persona che possa rappresentare tutti i vari pensieri, anche perché il mondo e soprattutto gli uomini vivono di istinti irrefrenabili, passioni e visioni sempre nuove e diverse, ma individuare un punto d’incontro e di dialogo tra le varie strade che ci si prospettano, per quanto difficile possa sembrarci non è assolutamente impossibile. Io guardo il mondo con gli occhi di una persona che deve ancora maturare e crescere, per questo le mie parole non sono influenzate da nessuna corrente politica (o almeno credo), ma sono soltanto indotte da ciò che vedo e che mi fa rendere conto che coloro che più soffrono di tutto questo sono le persone che vivono del loro lavoro, della voglia di trovare un equilibrio e grazie a un fuoco che brucia in loro e che gli sprona a vivere per agguantare un sogno. Io vedo questo e altro con una sorta di neutralità che forse in alcuni casi servirebbe a tutti coloro che decidono d’ intraprendere una carriera politica spinti dal desiderio di cambiare le cose e non da quell’avidità che contraddistingue l’uomo moderno; perché affrontare la vita anche da un punto di vista fanciullesco aiuta a liberarsi dalla malizia, dai secondi fini e dalle ansie che ci assalgono e anche perché mantenere una parte di ciò che, tutti, siamo stati ci permette di capire chi siamo adesso e ciò che realmente vogliamo. Si potrebbe continuare a parlare delle varie definizioni che la camaleontica parola “politica” assume, ma sicuramente tutti sappiamo che essa cambierà passando dalle labbra di tutti e soprattutto si rinnoverà con lo scorrere del tempo. Il mondo si evolve proprio come la società e la politica non è altro che lo specchio di quest’ultima.

Martina, prato 23/10/2008

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