Discussione:Pacifismo

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L'articolo mi sembra interessante, scherzo. Non penso.il simbolo della pace è il fiore, la margherita. Forse andrebbe rivisto per mantere il contenuto informativo eliminando le opinioni di chi lo ha scritto.
Mac, 15 Maggio 2004 la data di nascita di un grande pacifista Thomas V.

all'interno della trattazione legata al pacifismo vi siete dimenticati da che cosa è nato il movimento

a mio avviso questo testo, oltre a non essere documentato, è anche futile; wikipedia inglese non ha niente del genere. E non credo che l'etologia c'entri con il pacifismo, restiamo con i piedi per terra... --Riccardo(?) 15:07, 23 mag 2006 (CEST)[rispondi]

Le più recenti ricerche etologiche hanno inoltre sgomberato il campo da un secondo stereotipo, quello cioè che riconduce il conflitto bellico alle metafore romantiche della “Legge della Giungla”, dell'“Istinto Animale”, etc. Proprio guardando al mondo animale, si trae in realtà un quadro piuttosto differente:
  1. Pur essendo l'aggressività insita in molte specie animali, incluso l'homo sapiens, quest'ultimo, e altre specie, hanno scoperto molto presto che le possibilità di sopravvivenza aumentano con la cooperazione e con la risoluzione più o meno pacifica dei conflitti. I concetti di società e di trasmissione delle informazioni hanno avuto origine proprio da questa scoperta;
  2. In tutte le specie animali, l'uso della violenza è un evento molto più raro della risoluzione più o meno pacifica dei conflitti. È vero che alla base di molte società animali (incentrate sulle figure cosiddette Alpha) c'è un'iniziale messa in chiaro delle gerarchie, ma è anche vero che molto spesso questa decisione è conseguenza soprattutto del linguaggio del corpo, delle minacce e dei momenti di tensione, che non di uno scontro fisico vero e proprio;
  3. Il tipo di violenza che più ricorda le guerre umane, negli altri animali, è il perenne conflitto interspecifico tra specie che - ad esempio - hanno lo stesso target predatorio, come iene e leoni. Si tratta comunque di una forma molto più blanda di violenza;
  4. Molte specie animali hanno ritualizzato i conflitti, ovvero sostituiscono il combattimento fisico con forme di competizione più astratte. Il canto, finalizzato alla contesa del/la partner, è un esempio tipico di queste forme (si veda alla voce "zoomusicologia"). Dal punto di vista della continuità Natura-Cultura, queste manifestazioni sono in diretta relazione con tutte quelle manifestazioni ludico-competitive - dalle Olimpiadi al Risiko - che usano l'aggressività e la tendenza al conflitto come risorse culturali, sportive ed estetiche.


Solo una piccola cosa. Basta saper cercare. http://en.wikipedia.org/wiki/Pacifism e vedrai che c'e' molto materiale in inglese su wikipedia sul pacifismo. Non reputo quindi futile l'articolo, semmai con qualche difetto di POV da correggere.--Ittos 21:34, 27 ott 2006 (CEST)[rispondi]

ANIMALIA 2 (la vendetta!)[modifica wikitesto]

Vorrei parzialmente correggere il commentatore di cui sopra in quanto quella da lui espressa si basa su osservazioni etologiche vecchiotte, oggi si sà che gli animali sociali fanno vere e proprie guerre, come ad esempio succede a grandi tribù di scimpanzè che combattono (anche con rami e frasche usati a mo di armi) tutti insieme contro altre, con il risultato di morti, feriti, gli sconfitti in diaspora e i vincitori che si apporpiano del territorio conteso, inoltre gli scimpanzè sono particolarmene "sadici" in quanto tendono a "demolire" l'identità avversaria il più possibili praticando evirazione, divorando il muso e altre parti identificative, grandi guerre fanno poi gli insetti sociali come api e formiche, sono simili a quelle umane, la cosa stupefacente è che (forse essendovi qualche imparentamento o altro) si formano "leghe" di centinaia di formicai ch attaccano le armate nemiche, ricordo che negli anni novanta gli entomologi avevano scoperto che armate mirmeconidi liguri erano in continuo avanzamento e conquista della costa azzurra, e ormai le formiche francesi del sud erano in rotta! Oltre alle formiche e api chissà se e quanti animali sociali, in special modo quelli piccoli e meno visibili, si fanno guerre a nostra insaputa! e poi è naturale, animali solitari, come ad esempio agli eremitali oranghi, può capitare solo scontri rari e uno contro uno, ma per quelli che si muovono e vivono in branchi ed hanno caratteristiche come l'astuzia e capacità mnemoniche superiori (scimpanzè), o "menti collettive" e capacità di produrre e ricevere gran varietà di messaggi per mezzo di feromoni (formiche) la guerra permette l'accesso a risorse ritenute necessarie: quando un gruppo cresce troppo e ha vicino tribù consimili che dominano territori invece ricchi è logico che si possano scatenare guerre; comunque l'esistenza e la relativa frequenza nel mondo animale di un fenomeno che credevamo eslclusivo della specie Homo è di osservazione relativamente recente. Castruccio Castracani

Filosofi pacifisti[modifica wikitesto]

Sto notando che manca ogni riferimento ai filosofi pacifisti, tra cui Erasmo da Rotterdam, Immanuel Kant e tanti altri. Bisognerà aggiungerli.

--Vitalij zad (msg) 02:10, 29 dic 2013 (CET)[rispondi]

Punto di vista neutrale[modifica wikitesto]

Riporto qui quanto mi ha scritto Cantina Rivolta:

Ciao, posso certamente motivarti a grandi linee cosa rende quella voce non proprio neutrale. Preciso però che non-neutrale non significa in questo caso fazioso, ma soltanto che bisogna par parlare anche "l'altra campana" quando si tratta di ideologie. Non posso qui fare una critica punto per punto ai problemi della pagina, perché equivarrebbe a sistemarla io stesso ed è una attività che, in questo momento, non ho tempo e voglia di fare. Mi limito perciò a prendere qualche punto esemplare che, invece di informare il lettore, lo spinge verso la "causa" pacifista.

  1. "Il pacifismo è il rifiuto della guerra e l'impegno a favore della pace". Va bene che c'è una fonte, ma qui si sta associando indebitamente il rifiuto della guerra e l'impegno a favore della pace, spingendo il lettore a credere che se vuoi la pace devi essere pacifista. E' una tesi di parte che rifiutare la guerra equivalga a favorire la pace, ma vi sono ben più numerose teorie di autori enciclopedici senza ombra di dubbio che sostengono il contrario, cioè che ci sono guerre che servono per evitare guerre ancora più disastrose, dunque a sacrificare una "piccola" pace per ottenerne una più duratura. Lo stesso detto "Si vis pacem, para bellum", ben più antico e diffuso del pacifismo, la dice lunga su quanto queste teorie non siano marginali. Si potrebbe correggere questa parte citando un dizionario meno ambiguo su questa cosa, come [1] [2] [3] [4]. Tanto per prendere i primi 4 che trovo su google, ma che mostrano tutti una convergenza.
  2. Sun Tzu non è in nessun modo associabile al pacifismo, nemmeno con le interpretazioni più ardite. Per Sun Tzu la guerra è quella che Clausewitz chiamerà "continuazione della politica con altri mezzi", dunque senza nessun confine netto tra i due. Sun Tzu era un militare e per lui la violenza era il suo mestiere: l'unica cosa che lo separa da un volgare mercenario macellaio è la consapevolezza che ogni situazione richiede il mezzo più profittevole per risolverla, e lo scontro aperto tra armate era conveniente solo quando non sarebbe stato possibile imporre la propria violenza in altro modo: "il miglior generale è quello che vince senza dar battaglia" è una massima che non ha niente a che fare con il pacifismo o con la risoluzione non violenta delle controversie. Per Sun Tzu è assolutamente ammissibile e indispensabile l'intelligence e lo spionaggio, anche con atti di uccisioni mirate e qualsiasi altro mezzo necessario per risolvere il problema nel modo più efficace possibile con le minori spese possibili.
  3. Non si riportano le critiche al pacifismo, nella sezione ideologia, E ce ne sono incredibilmente tante, ma basterebbe anche solo dire brevemente che qualsiasi teoria delle relazioni internazionali o sociali basate sulla forza di stati o classi è una critica al pacifismo, e dunque citarne in estrema sintesi qualcuna.
  4. La sezione sulla Strategia è ovviamente la più "a rischio", perché se la sezione "Ideologia" non ha bisogno di dimostrazioni oggettive, la strategia e i soprattutto la sua analisi è oggettiva. Non viene descritta nessuna strategia, ma solo riportati alcuni aneddoti senza fonti e alcuni di essi sono oltretutto contraddittori: per esempio, il 3 non mostra alcuna strategia pacifista, ma solo la constatazione (assai ovvia) che ci sono interessi dietro le guerre; il 6 poi cita il Kosovo, la cui vita è dovuta paradossalmente al contrasto violento (anche se non sempre armato) tra USA e Russia-Cina, nel quale gli uni appoggiano i nemici degli altri. E così via, per esempio sui "successi dimenticati del pacifismo", come le guerre evitate da presunte concertazioni, in realtà molto più spesso evitate dalla deterrenza di armi nucleari o convenzionali.

Se la strategia del pacifismo è quella di mettere a disposizione delle armi dei nemici masse sempre crescenti di uomini a fare resistenza passiva, lo si esponga chiaramente. Francamente credo non vi sia la necessità di specificare le posizioni contrarie, perché è evidente che è contrario chi crede che alle armi si debba rispondere con le armi.

Ciao --Cantina Rivolta (msg) 11:24, 30 gen 2014 (CET)[rispondi]

Ho fatto un po' una riogranizzazione della voce e c'è ancora parecchio da fare.Penso che a questa voce vada aggiunto tra i sostenitori Norberto Bobbio [5] e Aldo Capitini e tra i detrattori Gabriella Mecucci, «Le ambiguità del pacifismo» [6] una critica molto argomentata del pacifismo si trova qui [7] un bilancio autorevole del pacifismo contemporaneo si trova qui [8]. Insomma, il buon materiale per le penne volenterise non manca. --Vitalij zad (msg) 19:51, 21 giu 2014 (CEST)[rispondi]

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