Discussione:Emozione

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Nella mia ignoranza pongo una domanda: se l'emozione implica una reazione cognitiva, come fa ad essere presente in tutti gli esseri viventi? Le piante hanno reazioni cognitive? Questo commento senza la firma utente è stato inserito da DaVid83 (discussioni · contributi).

Sono state apportate sostanziali modifiche alla voce, che tuttavia rimane da completare e da riformulare. Tra le altre cose la frase "in tutti gli esseri viventi" è stata eliminata e si è precisato che si tratta di animali --Christian (msg) 02:27, 10 mar 2009 (CET).[rispondi]
Ho eliminato il POV perché i dati contenuti in questo abbozzo della voce rispondono ai principali studi sull'emozione (LeDoux, Damasio...) i sui testi sono citati in bibliografia. Per eventuali dubbi, consultare le linee guida. Riguardo all'annotazione riguardante un principio immateriale dell'attività emotiva, se esistono degli studi specifici ed autorevoli sull'argomento è necessario citarli in modo preciso. Il sito privato che era stato aggiunto ai link non risulta soddisfare i requisiti della fonte autorevole ed attendibile. Penso sia più proficuo intavolare un eventuale confronto sull'argomento qui, se ci sono perplessità, prima di modificare la voce. --Christian (msg) 20:49, 28 apr 2009 (CEST)[rispondi]
è una frase che non ha senso... si auto-contraddice: se qualcosa è immateriale, non si può osservare, ma dato che la scienza si basa sull'osservazione, se qualcuno ha detto quella frase non è uno scienziato... Secondo me è da cancellare...--DD (msg) 02:41, 30 apr 2009 (CEST)[rispondi]

immaterialità della psiche e scientificità[modifica wikitesto]

Sono d'accordo con Doctor Dodge, sarebbe bene cancellarla, ma per un motivo diverso: non credo che qui sia il luogo adatto per discutere sulla componente immateriale dell'esistenza umana. L'emozione, come costrutto psicologico, è una specifica reazione ad uno stimolo che provoca una specifica modificazione psicofisiologica (sarebbe meglio dire: le emozioni sono diverse modificazioni: come scrive Joseph LeDoux, non esiste un circuito dell'emozione ma tanti quante sono le emozioni stesse). Va quindi distinta dal sentimento. Quanto al fatto che affermare qualcosa che non si può osservare o di immateriale non sia scientifico, la scienza in generale e la psicologia in particolare applicano il metodo scientifico anche su costrutti, cioè su entità non direttamente osservabili (ad esempio: il pensiero, la coscienza, l'antimateria...) inferendo queste entità da indicatori stabiliti e poi sottoponendo queste inferenze a verifica. Questo distingue il metodo scientifico dalla pseudoscienza. Il blog utilizzato dall'utente anonimo contiene ipotesi non formalizzate in costrutti (non operazionalizzate). Ciò significa che non possono essere verificate empiricamente e i cui risultati non possono essere condivisi con la comunità scientifica, come prevede il metodo scientifico. --Christian (msg) 03:30, 30 apr 2009 (CEST)[rispondi]

Certo, d'accordo sui costrutti non osservabili... ma qui si parla di entità immateriale.... io non definirei il pensiero un'entità.... la stessa antimateria non è mai stata osservata ma è materiale! E' fatta di protoni ed elettroni esattamente come la materia... solo con cariche elettriche inverse... Comunque, visto che siamo d'accordo... cancello. --DD (msg) 12:11, 30 apr 2009 (CEST)[rispondi]
Ho anche modificato leggermente la definizione iniziale... Le emozioni sono certamente modificazioni psicofisiologiche, ma non solo... L'ideale sarebbe trovare una buona definizione di qualche teorico delle emozioni e citarla....

Definizione di emozione[modifica wikitesto]

Ho riletto i diversi autori, ma raramente viene data una definizione accurata di cosa sia un'emozione. Propongo qui alcune considerazioni che, in base alle correzioni e alle critiche che spero seguiranno, penso possano essere incluse nella voce per una migliore esposizione dell'emozione.

--Elementi costitutivi dell'emozione--

  • L'emozione include tre dimensioni. Tutti gli studi sull'emozione, anche se spesso non hanno precisione terminologica, si riferiscono ad una reazione fisiologica, ad una retroazione sensoriale (sensazione fisica) e ad una reazione comportamentale. Per usare il famoso esempio di William James, abbiamo uno stimolo (orso), che provoca una risposta comportamentale (fuga) e delle modificazioni fisiologiche (aumento della pressione, accelerazione del battito cardiaco, sudore, contrazione muscolare...) che poi vengono "sentite" dalla coscienza ed etichettate come paura.
    stimolo - reazione fisiologica (dal SNC al corpo) - retroazione (dal corpo al SNC) - sentimento
    Lo schema di James non spiega perché si prova quella reazione fisiologica. I cognitivisti (Magda Arnold, Lazarus...) hanno colmato il divario tra stimolo e reazione fisiologica introducendo la teoria della valutazione:
    stimolo - valutazione - reazione - sentimento
    . La valutazione (appraisal), ammettono i cognitivisti, può non essere immediatamente cosciente. Ma può essere esplorata tramite autoesplorazione (ad esempio chiedendo ai soggetti perché hanno provato quel sentimento). In realtà, come dimostrano gli esperimenti sul "mero effetto espositivo" di Zajonc, la valutazione è innanzitutto inconscia. Questa valutazione inconscia (via breve, più veloce) predispone alla reazione comportamentale, parallelamente è elaborata dalla cognizione (via lunga, più lenta) che inibisce, eventualmente, il comportamento predisposto dall'amigdala. (a questo punto andrebbe inserita la discussione sulla neurofisiologia delle emozioni e le diverse teorie sulla "localizzazione" del circuito emotivo: Cannon e Bard, papez, McLean...).
  • L'emozione è un prodotto del corpo. L'emozione consiste nell'attivazione del sistema nervoso da parte di uno stimolo. Ciò che distingue un'emozione da altre attivazioni del SN è la componente somatica. Ciò che contraddistingue il tipo di reazione è l'immediatezza e il carattere avversivo o attrattivo (evitamento o allontanamento) rispetto allo stimolo. Dal punto di vista evolutivo, faceva già notare Charles Darwin nello studio sull'espressione delle emozioni, le emozioni si sono formate proprio per facilitare la sopravvivenza facendoci allontanare da ciò che è nocivo e avvicinare a ciò che è salutotropo, il tutto in modo immediato, cioè anticipando il filtro cognitivo (via lunga). Damasio ipotizza che tale compito influsica in modo inconscio anche nella valutazione cognitiva attraverso il meccanismo del marcatore somatico.

--Distinzioni: emozioni e sentimenti--

  • Emozione e sentimento vanno distinti. Dal punto di vista concettuale, l'emozione riguarda la reazione ad uno stimolo, mentre il sentimento è la consapevolezza di tale reazione. Studi sperimentali (Joseph LeDoux, Il cervello emotivo) dimostrano che l'emozione può avvenire senza consapevolezza della modificazione, cioè senza sentimento (inconscio emotivo). Antonio Damasio (L'errore di Cartesio) afferma che esistono dei sentimenti che non sono collegati alle modificazioni somatiche (i sentimenti "come se").
  • Emozione e sentimenti di fondo vanno distinti. L'emozione quindi va distinta, anche se comunemente le si confonde spesso, dai sentimenti di fondo (Damasio) che hanno un carattere più duraturo. Anche i sentimenti di fondo rappresentano la registrazione degli stati corporei, ma hanno una gamma più ristretta rispetto alle emozioni e sono percepiti in modo meno consapevole. Queste differenze andrebbero aggiunte alla voce sentimento.
  • L'emozione è legata alla fisiologia. Nel caso di uno stimolo rilevante, la reazione emotiva genera una reazione comportamentale (nelle condizioni psicopatologiche la reazione di allarme può avere una soglia piuttosto bassa e allertare il sistema anche in presenza di stimoli neutri o deboli, come nel caso del PTSD). Un sentimento può essere innescato anche dalla sola modificazione dello stato corporeo. Esperimenti di Paul Ekman dimostrano che ci si può sentire felici anche semplicemente sorridendo, o sentirsi disgustati contraendo i muscoli facciali. Le registrazioni elettrofisiologiche, tuttavia, dimostrano che le onde cerebrali prodotte sono differenti da quelle prodotte da una emozione autentica. Ciò conferma la teoria dell'inconscio emotivo di LeDoux secondo il quale le ragioni coscienti (e accessibili all'introspezione) che portiamo per giustificare un'emozione non sempre sono le vere ragioni di quell'emozione.

--Funzioni dell'emozione-- Andrebbe approfondita anche la sezione riguardante la funzione dell'emozione, indicando perché si è costituito questo circuito comportamentale nella specie umana, quale compito assolveva per la sopravvivenza, quale compito assolve oggi. E anche indicare i vantaggi e i limiti di questo sistema. Si potrebbe riportare quanto scrive Daniel Goleman in Intelligenza emotiva, citando l'esempio del padre che spara alla figlia nascosta nell'armadio.
Da quanto detto, i sentimenti hanno una funzione informativa circa lo stato fisiologico dell'organismo, ci informano cioè delle modificazioni che avvengono nel nostro corpo. Le emozioni invece ci attraggono o ci allontanano da ciò che percepiamo come rilevante per la nostra sopravvivenza. Di fatto gli autori hanno studiato quasi esclusivamente l'emozione della paura. Poco si sa ancora del funzionamento delle altre emozioni (gioia, disgusto, ira...). Come ipotizza LeDoux, se le emozioni sono mediate da moduli cerebrali distinti, non è detto che quanto scoperto finora in campo neuroscientifico sulla paura sia valido anche per le altre emozioni. Che paura e disgusto, ad esempio, servano come reazione immediata ad un pericolo (minaccia o intossicazione), a cosa serve una emozione come la gioia? (Dylan Evans, Emozioni. La scienza del sentimento).
Va comunque sottolineato che già Darwin affermava che le espressioni emotive hanno una fondamentale funzione comunicativa, le hanno infatti anche gli animali e servono per segnalare l'emozione. Ciò andrebbe collegato con la scoperta dei neuroni specchio. Da sviluppare.

--Le regole di esibizione-- Sarebbe importante anche soffermarsi sulla seconda (o terza) dimensione dell'emozione, cioè la modificazione somatica. In particolare, oltre a precise modificazioni nei livelli ormonali e neurotrasmettitoriali, si producono delle modificazioni muscolari, la più studiata delle quali è la modificazione dei muscoli facciali. Ma anche l'irrigidimento (tipico di molte specie animali nella paura e nella sorpresa). Va spiegato come questa esibizione delle emozioni è in parte universale (ricerche di Darwin e di Ekmann) in parte determinata dalle regole di esibizione tipiche della propria cultura (esperimenti di Matsumoto e di Ekmann e Freisen). Ad esempio, i giapponesi manifestano il disgusto in modo diverso dagli statunitensi. Va anche riportata la speriemntazione che dimostra come alcuni movimenti facciali non siano controllabili (il muscolo sopraorbitale non può essere mosso volontariamente, ha dimostrato non ricordo quale scienziato di inizio '900, e il alcuni casi di apoplessia Damasio ha riscontrato che i soggetti non possono muovere volontariamente metà della bocca, ma riescono tranquillamente a sorridere). Le moderne macchine della verità si basano anche su queste impercettibili modificazioni muscolofacciali.

--Una definizione di emozione-- James faceva coincidere la definizione di emozione con quella di sentimento: "la mia tesi è che i cambiamenti fisici seguano direttamente la percezione del fatto eccitante e che il nostro sentimento di questi cambiamenti che si producono sia l'emozione" (What is an emotion). Utilizzando la terminologia contemporanea, diremmo che le emozioni (cambiamenti fisici che seguono lo stimolo) precedono i sentimenti (sentimento di questi cambiamenti).
Damasio scrive che "nella sua essenza, per me, l'emozione è l'insieme dei cambiamenti dello stato corporeo che sono indotti in miriadi di organi dai terminali delle cellule nervose, sotto il controllo di un apposito sistema del cervello che risponde al contenuto dei pensieri relativi a una particolare entità, o evento". Riassumendo, afferma che l'emozione è "un insieme di cambiamenti dello stato corporeo connessi a particolari immagini mentali che hanno attivato uno specifico sistema cerebrale (L'errore di Cartesio, 209-210).
La definizione comune di emozione, invece, include anche il sentimento, per cui l'emozione sarebbe lo stato mentale prodotto dalla modificazione corporea. Una definizione sintetica di emozione, quindi, potrebbe essere questa: l'emozione è una reazione immediata ad uno stimolo ritenuto rilevante per la sopravvivenza che determina un insieme di cambiamenti somatici e una rappresentazione mentale di tali cambiamenti (sentimento). I cambiamenti somatici riguardano sia le espressioni corporee (espressioni facciali, tendenza all'azione), sia le modificazioni fisiologiche (frequenza del battito cardiaco, sudorazione, irrigidimento muscolare...), entrambe caratteristiche di quell'emozione e in certa misura universali.

Bene. Per ora penso di aver esaurito le idee in proposito. Prima di adattarlo alla voce, scrivete cosa ne pensate e come potrebbero essere integrati gli altri argomenti.--Christian (msg) 05:59, 5 mag 2009 (CEST)[rispondi]


Ottimo lavoro... un paio di cose:
  • ho messo il termine originale appraisal tra parentesi perchè ha un significato un po' più ampio dell'italiano valutazione, anche se sono per usare i termini italiani quando si può
  • La parte sulle teorie cognitiviste è un po' sintetica... in realtà Lazarus (e Nico Frijda) sostengono che la valutazione cognitiva è necessaria perchè vi sia l'emozione, e la reazione corporea è conseguenza della valutazione cognitiva (conscia o inconscia). In questo sono in disaccordo con le teorie somatiche (Zajonc, James, anche Damasio, anche se è più recente).
  • Ridurre l'emozione allo stato corporeo e definire il vissuto emotivo come sentimento mi sembra un po' riduzionista... non sono sicuro che sarebbero tutti d'accordo... Non dico di togliere la distinzione, ma di lasciarla come ipotesi interpretativa.
  • Per il resto va approfondita, come hai detto, la funzione comunicativa delle emozioni, e descritta un po' meglio la funzione dell'amigdala e i circuiti neurali delle emozioni... Il resto mi sembra ottimo... --DD (msg) 10:57, 5 mag 2009 (CEST)[rispondi]
La parte sulla teoria cognitivista infatti va ampliata e precisata (si potrebbe distinguere tra il primo Lazarus degli esperimenti sull'innesco subliminale rispetto quello della valutazione).
  • Il punto principale di divergenza con le teorie somatiche, mi sembra, non è tanto che ci sia una valutazione ma se questa è accessibile introspettivamente. Da quel che ho letto io, anche le teorie somatiche affermano che è necessaria una valutazione, e anche i cognitivisti ammettono che la valutazione è quasi sempre inconscia. Solo che le prime si focalizzano sulle modificazioni fisiologiche e ritengono inintellegibili i dati grezzi emotivi (McLean, teoria della tastiera emotiva; LeDoux, i dati grezzi ipotalamo-amigdala) mentre i secondi ritengono che i sentimenti coincidano con le emozioni, e quindi si possano studiare a partire dai resoconti dei soggetti.
  • Non conosco lo stato attuale delle posizioni cognitiviste. Conosco meglio le teorie neurobiologiche. Ma a quel che so, ai tempi del dibattito il cognitivismo non aveva ancora parlato di "inconscio cognitivo" per timore di contaminazione con la psicoanalisi. Oggi credo ci sia una concergenza. Comunque, se sei a conoscenza delle attuali definizioni del cognitivismo si possono inserire e presentare entrambe le posizioni. Se si sono anche altre prospettive, si possono integrare anche quelle. Ad esempio, penso che butterò giù due righe sul significato dell'emozione nella prospettiva della Gestalt (io conosco l'interpretazione di Arnheim, poi vedo se c'è qualcosa di più recente).
  • Riguardo alla riduzione dell'emozione a stato corporeo, la posizione neurobiologica non fa coincidere l'emozione con uno stato corporeo ma con una specifica reazione ad uno stimolo la cui valutazione immediata produce uno specifico stato somatico. Si può anche citare la posizione di chi, come in certa misura William James, oggi fa coincidere emozione e sentimento (non so se ci sia ancora chi lo sostiene, ma se c'è va inserito). In tal caso o si fonde la voce emozione con quella di sentimento o si inserisce un rimando tipo "L'autore X ritiene che l'emozione coincida con il sentimento...".
  • In ogni caso, se dici che la definizione somatica è una "riduzione", implichi che esiste una definizione di emozione più vasta. Puoi inserirla, così si presentano entrambe le posizioni. Se invece ti riferisci alla definizione popolare di emozione (che coincide col sentimento) penso sia utile spiegare fin dall'inizio che Comunemente si intende per emozione uno stato d'animo... dal punto di vista scientifico però.....
  • Attualmente l'emozione come reazione psicofisiologica (con questo termine si intende tanto la dimensione somatica che psicologica, ad esempio la valutazione, l'inibizione o l'attrazione etc) mi sembra sia suffragata da una vasta mole di dati sperimentali e di evidenze cliniche (penso ai casi di anagnosici di Oliver Sacks, di Ramachandran, di Damasio etc), e non una semplice ipotesi interpretativa. Per usare la terminologia più precisa del metodo scientifico, è un modello e non una ipotesi. La coincidenza tra sentimento (cosciente) ed emozione (prevalentemente inconscia) è invece, a quel che ne so, una ipotesi. O perlomeno io non conosco prove sperimentali che ad oggi suffragano questa posizione.--Christian (msg) 17:08, 5 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Calma... non discuto affatto il modello della reazione psicofisiologica e non ne conosco altri... Trovo un po' arbitraria, la tua dicotomia tra emozione e sentimento: per quanto ne so io con sentimenti di solito si identificano stati emotivi più complessi e di lunga durata (amore, odio, nostalgia, anche felicità, ma non gioia, paura, rabbia, sorpresa...) tu gli dai un significato ben preciso, (e anche la pagina sentimento di wikipedia) di "vissuto consapevole e soggettivo dell'emozione". Poi però in quella pagina si dice che le emozioni fondamentali sono... ecc. ecc. Nessuno dice che i sentimenti fondamentali sono rabbia, paura, gioia, sorpresa, ma tutti parlano di emozioni fondamentali. Le stesse definizioni che citi di Damasio e di William James non mi pare che contengano questa distinzione: "un insieme di cambiamenti dello stato corporeo connessi a particolari immagini mentali che hanno attivato uno specifico sistema cerebrale". Stato corporeo + immagine mentale associata ad esso = emozione. Poi può darsi che qualcuno definisca i sentimenti come li intendi tu, ma non mi sembra l'uso prevalente del termine. --DD (msg) 19:56, 5 mag 2009 (CEST)[rispondi]
La distinzione tra emozione e sentimento non è arbitraria. E' quella che propongono James, LeDoux e Damasio. Se leggiamo l'intera definizione di Damasio, più avanti precisa che non si parla di coscienza di questa immagine mentale. Per immagine mentale intende non il sentimento (lui è il principale teorico del sentimento come coscienza dell'emozione) ma l'elaborazione della percezione. Se il Sistema Nervoso non formasse un'immagine mentale della percezione che ha (ad esempio: sono cieco e non vedo il serpente) non può avere una reazione emotiva (ad esempio paura). Ramachandran afferma che nella "visione cieca" ciò accade, il che conferma che in ogni caso deve esserci una rappresentazione mentale del percepito perché si abbia una reazione. Riguardo alla voce sentimento, penso sia errato che riporti le emozioni fondamentali. Andrebbero tolte ed inserite solo qui. L' uso prevalente del termine nei testi di neuroscienze è: emozione (e-motus) = reazione somatica ad uno stimolo rilevante; sentimento (sentire) = vissuto consapevole dell'emozione. Damasio propone altre distinzioni (ma finora le ho trovate solo in lui, quindi si potrebbero inserire come opinione di Damasio e non come definizione condivisa di emozione e sentimento): sentimenti di fondo ed emozioni di fondo (più durature), e li distingue dall'umore.
L'invito alla calma penso sia dovuto al fatto che interpreti le mie osservazioni come una critica alle tue opinioni. Non è così. Sto cercando di confrontarmi (e spero che altri contribuiscano) per formulare al meglio e in modo più completo possibile la voce emozione e poi anche quella di sentimento. Poiché tu hai scritto che la distinzione tra sentimento ed emozione è riduttiva e ora hai aggiunto che "non è l'uso prevalente del termine", avevo dato per scontato che tu conoscessi una definizione più esaustiva e quella prevalente, tutto qui (non sono un tuttologo, non conosco tutte le definizioni di emozione e di sentimento di tutti gli autori). Se invece ti riferisci all' uso popolare del termine, come ti ho detto, che confonde emozione, sentimento, umore e stati d'animo, ti do ragione. Se è il caso si può specificare che, nonostante l'uso popolare non faccia distinzioni tra emozioni, sentimenti, umore e stati d'animo, dal punto di vista scientifico l'emozione è.... Pensi possa essere utile questa precisazione o è superflua?--Christian (msg) 21:57, 5 mag 2009 (CEST)[rispondi]
L'invito alla calma è perchè secondo me scrivi troppo!!! Continuo a essere perplesso sulla definizione di sentimento come coscienza dell'emozione, ma devo ammettere che è da un po' che non leggo niente sull'argomento... Fino all'anno scorso mi capitava, soprattutto su Psychophisiology e mi sembra che si parlasse sempre di emotions e raramente di feelings... Comunque ripeto che hai fatto un ottimo lavoro, secondo me puoi trasferire il tutto sulla pagina... Se poi c'è qualche frase che proprio non mi convince, cercherò fonti adeguate a sostegno delle mie opinioni, sperando anche che qualcun altro dia il suo contributo...--DD (msg) 18:48, 6 mag 2009 (CEST)[rispondi]

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