Discussione:Biscione (araldica)

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ho riordinato alfabeticamente per provincia e per comune l'elenco dei comuni e ho aggiunto alcuni comuni mancanti

Città di troppo[modifica wikitesto]

Ho visto la voce Asti ma nello stemma non ho visto nessun biscione. Rimuovo quella città dall'elenco. --IlSignoreDeiPC (msg) 13:48, 23 gen 2012 (CET)[rispondi]

Il profeta Giona viene ingoiato da una balena e non da un serpente marino.

Ulteriori spunti di riflessione[modifica wikitesto]

Similitudine con il dragone blu dei Taifali http://it.wikipedia.org/wiki/Taifali

il Biscione: potrebbe essere un drago[modifica wikitesto]

Buongiorno e complimenti per l'ottimo lavoro! Studio la storia locale da sempre...e naturalmente i suoi simboli e tradizioni. Quanto al Biscione Visconteo, c'è tutta una ridda di interpretazioni circa le sue origini. Ma oggigiorno ce ne sono alcune che trovano più credito, presso gli esperti, di altre:

1- Secondo alcuni (Gilberto Oneto, Giuseppe Leoni fra gli altri) il Biscione è in realtà un drago, di colore originariamente blu o verde e così infatti lo si trova rappresentato nelle armi viscontee più antiche, del X-XI secolo (a proposito, i Visconti appaiono sulla scena misteriosamente nel XII secolo, ma hanno origini molto più antiche: il capostipite era addirittura un ufficiale della cavalleria burgunda giunta in Lombardia con Carlomagno nel 9° secolo, che aveva ottenuto in feudo delle terre a Massino Visconti, su cui avrebbe poi costruito un castello: ma i documenti sono frammentari al riguardo). Lo prova anche la rappresentazione dell'animale che in effetti non ha nulla del serpente: le scaglie sul dorso, gli aculei sulla testa e, in alcune raffigurazioni, addirittura degli artigli. Nelle raffigurazioni più antiche, il saraceno (non un fanciullo) non figura nelle fauci del drago. E' stato aggiunto successivamente dopo che alcuni esponenti della casata hanno partecipato alle Crociate, tant'è vero che nel XII-XIV secolo il drago era regolarmente rappresentato con un uomo di colore rosso, che reggeva una arco e frecce in una mano e una mezzaluna nell'altra: tutti elementi che lo identificano senza equivoco come un saraceno. Anche Bonaventura Castiglioni, nel '500, nel suo interessantissimo Gallorum Insubriae Antiquae Sedes, parla di un drago come emblema dei Visconti. Come mai proprio un drago? Secondo la leggenda, perchè proprio il capostipite della famiglia Visconti, nella notte dei tempi, avrebbe come ogni cavaliere che si rispetti, ucciso il terribile drago Tarantasio, che infestava il lago Gerundo, una palude che nell'alto medioevo copriva le province di Crema, Cremona e parte di quella di Bergamo, e ne aveva appesa la pelle in una chiesa. Ma la realtà è molto meno leggendaria: il drago era il simbolo di Milano pressochè da sempre e gli astuti Visconti lo adottarono come arme nobiliare per accreditarsi il titolo di signori della città.

2 - secondo altri (Venceslas Kruta ad es.) il drago risale fino ai tempi dell'antico regno celtico di Insubria. Il drago era uno degli animali totemici più popolari fra i Celti, simbolo di forza magica e invincibilità e figurava senza dubbio fra le molte insegne da guerra che i Celti, e in particolare gli Insubri, inalberavano in battaglia. Polibio cita espressamente come prima della battaglia di Clastidium del 222 aC, gli Insubri si fossero recati al Nemeton (santuario) di Belisama nella loro capitale Meulaan (Milano) per prendere le cosiddette "insegne inamovibili", simboli materiali del potere delle divinità celtiche, e che non potevano essere rimosse se non in caso di grave pericolo nazionale: fra queste c'era un grande drago di argento, insegna massima degli Insubri e difesa sino all'estremo. Portarono con sè quei sacri simboli in battaglia a Pizzighettone, contro i Romani, che in effetti respinsero: ma poi, per soccorrere Clastidium assediata dai Romani, lasciarono le insegne dietro di sè e si dice che fu per questo che furono pesantemente battuti da Claudio Marcello, che uccise anche il loro re, Virdumar. Di certo vi è che il drago (e non biscione, quindi) è il simbolo nazionale dell'Insubria da tempo immemorabile, ed è del tutto plausibile che i Visconti, che bramavano la signoria dello stato di Milano, lo avessero adottato a emblema della propria casata per ribadire esteriormente, a chiunque, che si consideravano eredi della signoria della città e dei suoi territori, coincidenti, guarda caso, con quelli dell'antica, gloriosa Insubria.

"...e chi ha nelle vene il nobilissimo sangue degli Insubri ha per emblema il drago..." (Bonvesin della Riva).

Spero di aver modestamente contribuito all'alone di leggenda che giustamente circonda il nostro biscione, oops, drago, che certamente è antico, glorioso, e ha un posto fisso nel cuori di tutti i milanesi.

Polibio (Historiae 2.32) scrive solo del "santuario di Atena" (a cui Belisama viene assimilata) e delle "insegne inamovibili". Non trovo menzione del drago di argento. --Steko (msg) 12:20, 5 giu 2014 (CEST)[rispondi]

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