DTS-HD Master Audio

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DTS-HD Master Audio

Il Digital Theater System High-Definition Master Audio (abbreviato in DTS-HD Master Audio) è un sistema di codifica audio multicanale, nata come evoluzione del Digital Theater System e pensata per l'impiego opzionale negli HD DVD e nei Blu-ray e in prospettiva per l'utilizzo in studio.[1][2]

Funzionamento[modifica | modifica wikitesto]

Oltre a offrire fino a otto canali discreti e permettere di estendere la frequenza di campionamento fino a 192 kHz su due canali (quindi la risposta in frequenza fino a circa 96 kHz) o 96 kHz su 8 canali (con risposta in frequenza fino a 48 kHz), permette la codifica trasparente/lossless (compressione dati lossless), ovvero senza perdita di informazioni e con perfetta ricostruzione del segnale PCM non compresso originale. Il DTS-HD Master Audio rimarrà compatibile con i decoder DTS tradizionali che ne leggeranno la parte 5.1 compressa, mentre i nuovi decoder DTS-HD, direttamente integrati nei lettori HD DVD o Blu-ray oppure in un amplificatore AV di nuova generazione, potranno decodificare l'intero flusso offrendo una superiore qualità audio.

Il DTS-HD esiste anche in una versione intermedia, sotto il profilo della qualità, fra il DTS classico e il Master Audio, che prende il nome di DTS-HD High Resolution Audio. Come per il Master Audio, anche il DTS-HD High Resolution Audio gestisce fino a 7.1 canali a 96 kHz/24 bit ma, in questo caso, la codifica avviene mediante compressione distruttiva (lossy) anziché trasparente. Il bitrate può essere molto più elevato rispetto al DTS tradizionale e raggiunge i 6 Mbps nel Blu-Ray Disc e 3 Mbps nell'HD-DVD.

Oltre alla codifica trasparente, la superiore risoluzione e il maggior numero di canali, una nuova interessante funzionalità offerta dal DTS-HD è il channel re-mapping. Il DTS-HD, infatti, permette di utilizzare gli otto canali da posizionare secondo diverse configurazioni. Oltre ai 5.1 canali classici (centrale, frontali destro/sinistro, effetti surround destro/sinistro e subwoofer) i canali in più possono essere utilizzati in modo più flessibile. Normalmente, nell'ottica dell'impiego con i nuovi impianti home-theather 7.1, i due nuovi canali serviranno a gestire una coppia di diffusori posteriori aggiuntiva, per portare a quattro il numero di canali surround secondo una configurazione piuttosto classica con surround destro/sinistro, surround back destro/sinistro). Questa è la configurazione standard. Le alternative, però, possono ad esempio prevedere l'uso di un canale centrale posteriore e un canale di "altezza", per pilotare un diffusore posizionato sul soffitto, sopra gli spettatori. O ancora due canali frontali superiori, da posizionare sopra i canali frontali. O ancora un canale centrale posteriore e un secondo canale centrale anteriore, da riprodurre anche questo con un diffusore posto più in alto rispetto a quello standard. E così via. Poiché i programmi codificati in DTS-HD 7.1 potrebbero prevedere una configurazione di diffusori diversa da quella dell'impianto home-theater in cui avviene la riproduzione, il Channel Re-Mapping si occupa, mediante speciali elaborazioni digitali, di adattare la riproduzione dei 7.1 canali fra la configurazione di canali prevista in fase di registrazione e quella dell'impianto in cui avviene l'ascolto.

Il flusso dati DTS-HD Master Audio può essere trasferito fra lettore Blu-Ray e HD-DVD e decoder/amplificatore AV solo mediante l'interfaccia HDMI 1.3. Il flusso dati DTS-HD High Resolution Audio può invece essere trasferito anche mediante interfaccia HDMI 1.1 o 1.2. Dal canto suo Dolby ha realizzato il Dolby TrueHD come sistema di codifica lossless, con caratteristiche piuttosto simili al DTS-HD Master Audio.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Brian Mitchell, DTD Unveils DTS-HD Brand For High Definition Media Formats, su Ecoustics.com, 1º dicembre 2004. URL consultato il 2 ottobre 2019.
  2. ^ (EN) DTS-HD Master Audio Becoming the Blu-ray Standard, su Blu-raystats.com, 15 gennaio 2010. URL consultato il 2 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2016).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]