Chiesa di San Martino a Pagiano

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Chiesa di San Martino a Pagiano
Chiesa di San Martino a Pagiano, Facciata.
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàPelago
Coordinate43°44′53.88″N 11°30′41.08″E / 43.7483°N 11.51141°E43.7483; 11.51141
Religionecattolica
TitolareMartino
DiocesiFiesole
Inizio costruzioneXI secolo?
CompletamentoXX secolo

La chiesa di San Martino a Pagiano si trova presso la frazione omonima, nel Comune di Pelago, appartenente alla Città Metropolitana di Firenze.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Niccolò di Pietro Gerini, Trittico con Madonna col Bambino tra i Santi Antonio Abate e Michele Arcangelo

La chiesa, probabilmente di origine romanica, secondo un documento che la menziona nel 1104, è stata un possesso dei Conti Guidi, dipendente dalla Pieve di Pitiana, per poi essere ceduta dalla Contessa Imilia alla vicina e potente Abbazia di Vallombrosa. Nel 1531 fu unita alla chiesa di San Niccolò a Magnale e nel 1635 fu elevata a Prioria. Probabilmente all'inizio del XX secolo è stata completamente ricostruita e allungata verso l'attuale facciata. Oggi si presenta all'esterno con una semplice facciata intonacata aperta al centro da una bifora moderna e ornata da moderni rilievi di terracotta. All'interno l'aula unica coperta con travature lignee, è conclusa da un breve transetto formato da due piccole cappelle laterali, ed è stata decorata nello stesso periodo con tenui decorazioni medievaleggianti.

L'opera più importante che vi si conserva all'interno è il trittico di Niccolò di Pietro Gerini, pittore di cultura orcagnesca, raffigurante la Madonna col Bambino tra i Santi Antonio Abate e Michele Arcangelo, di committenza vallombrosana e probabilmente del 1390-95 circa[1]. Proveniente da San Niccolò a Magnale, è stato recentemente restaurato, ricomposto e qui ricollocato dopo essere stato per alcuni anni nel Museo d'arte sacra di San Clemente a Pelago.

Sull'altare maggiore era una tavola con la Natività e i Santi Girolamo e Francesco di Sebastiano Mainardi, forse commissionata dalla famiglia Doni proprietari della vicina villa di Melosa e databile al 1504-1505 circa, rimossa dopo il 1973[2] ed oggi nel suddetto Museo.

Anche un dipinto settecentesco con il Transito di San Giuseppe che era sull'altare di destra[3], dove è ora un Crocifisso forse coevo, non si trova più in chiesa. Proveniva molto probabilmente, come un paliotto in scagliola del 1724 ancora presente, dalla chiesa di Magnale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ M. Bietti, Pelago..., 1994, p. 19.
  2. ^ M. Bietti, Pelago..., 1994, p. 27.
  3. ^ E. Colivicchi, La Chiesa di San Martino..., in Pelago..., 1985, pp. 163-164.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Emanuela Colivicchi, Lucia Meoni, Riccardo Spinelli, Pelago. Storia, monumenti, opere d'arte, Firenze 1985.
  • Monica Bietti, Pelago. Arte Sacra in San Clemente, Rufina 1994. pagg. 9-10.
  • Monica Bietti, Pelago, in Il Mugello, la Valdisieve e la Romagna fiorentina. La storia, l'architettura, l'arte delle città e del territorio. Itinerari nel patrimonio storico-religioso, Firenze 1999, pagg. 169-178.

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