Chiesa di San Giuseppe Sposo di Maria Vergine

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Chiesa di San Giuseppe Sposo di Maria Vergine
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàGandino
IndirizzoVia Giovanni XXIII
Coordinate45°48′37.8″N 9°54′03.95″E / 45.810499°N 9.901096°E45.810499; 9.901096
Religionecattolica
TitolareSan Giuseppe
Diocesi Bergamo
Completamento1604

La chiesa di San Giuseppe Sposo di Maria Vergine è un luogo di culto cattolico di Gandino, sussidiaria della parrocchiale di Santa Maria Assunta della diocesi di Bergamo.[1][2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio fu edificato tra il 1521 e il 1523 originariamente dedicato anche a san Rocco, passando poi alla gestione della confraternita di San Giuseppe eretta il 22 giugno 1596.[3]

Furono poi eseguiti lavori di mantenimento e ammodernamento nel Seicento mentre l'organo a canne fu posto solo nel 1836.[1] La chiesa era posta in prossimità del convento dei frati francescani, e l'istituto Giovanelli retto dalle suore terziarie. L'edificio fu decorato a opera di Paolo Micheli nel 1602. La chiesa fu ampliata nel 1604 con la creazione del porticato con il sopraelevato oratorio che fa parte dell'aula.[3]

Nel 1679 furono eseguiti i lavori per la formazione della cantoria mentre la torre campanaria fu elevata su disegno di Lorenzo Bettera nel 1689.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio è posto ungo la via centrale Papa Giovanni XXIII, anticipato dal un pronao composto da quattro colonne in marmo di Zandobbio complete di basamento e capitelli ionici che reggono l'architrave con fregio e quelli che erano i locali della congregazione che aveva la gestione della chiesa. Questa parte ospita tre aperture rettangolari complete di contorni in pietra, atte a illuminare l'aula divise da lesene con capitelli che reggono il fregio e la gronda del tetto.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno a navata unica aveva originariamente due altari oltre a quello maggiore dedicati a sant'Anna e san Rustico e Fermo. La navata con volta a botte, si compone di quattro campate divise da lesene complete di capitelli che reggono il cornicione non praticabile ed è illuminata dalle finestre poste sulla facciata e altre finestre poste sopra il cornicione. La prima campata ospita due colonne in pietra che reggono tre archetti nella cui parte superiore vi sono i locali della congregazione di san Giuseppe, locali che si protraggono verso l'aula.

Fu poi edificato nel Seicento l'altare presente nella seconda campata titolato a san Carlo Borromeo, per essere poi intitolato a san Francesco da Paola, in armo bianco e verde che ospita l'ancona in stucco e la statua vestita del santo titolare con la scritta del 1847 “Fantoni fecit e Forzenigus restaravit”, indicando la realizzazione dai Fantoni di Rovetta.[4] La parte è completa di una piccola cupola ellittica con tamburo e quattro piccole finestre che danno luce all'altare. La cantoria e l'organo sono poste nella terza campata sul lato sinistro, mentre corrispondente sul lato destro vi è il pulpito ligneo. La zona presbiteriale è posta nella quarta campata più elevata rispetto al resto dell'aula e anticipata dall'arco trionfale con le entrate laterali.

L'altare maggiore è in legno dipinto dorato opera della bottega Manni la cui ancona risulta eseguita nel 1754 e conserva il gruppo scultoreo della Crocifissione con la Madonna e san Giuseppe, anche se questa è una presentazione differente dall'usuale che vorrebbe san Giovanni a fianco della Madre perché per tradizione, san Giuseppe era già morto al tempo della crocifissione.[4] La zona del presbiterio termina con il coro ligneo in radica completo di lesene divisorie in noce realizzato nel 1630 da Paolo Micheli.[1]

L'interno conserva le statue del compianto in terracotta documentata nei registri della confraternita di san Giuseppe nel 1707, e le tele del Seicento di autori ignoti: Episodi della vita di san Francesco da Paola, la Purificazione di Maria Vergine, Madonna col Bambino e san Carlo Borromeo e un dipinto a fresco raffigurante l'incontro di Tobia e Sara risalente al Cinquecento.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Chiesa di San Giuseppe Sposo di Maria Vergine, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  2. ^ Chiesa di San Giuseppe Sposo di Maria Vergine, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia. Modifica su Wikidata
  3. ^ a b Guida p.85.
  4. ^ a b Guida p.86.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Savoldelli, Antonio - Picinali, Gustavo - Zanoli, Emilio, Basilica di Santa Maria Assunta in Gandino, Bergamo, Ufficio per i beni culturali ecclesiastici della Diocesi di Bergamo : Centro culturale Nicolò Rezzara, 2003.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]