Bertuccio Valier

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Bertuccio Valiero, o Bertucci Valier (Venezia, 1 luglio 1596Venezia, 29 marzo 1658), fu il centoduesimo doge della Repubblica di Venezia dal 15 giugno 1656 alla morte.

Vita

Nato da Silvestro e Bianca Priuli, non pare che avesse fratelli o sorelle. Si sposò con Benedetta Pisani dal cui matrimonio ebbe molti figli, tutti premorti salvo Silvestro (1630 - 1700); anch'egli sarà doge, dal 1694 alla morte. Era molto ricco e ciò gli consentì incarichi diplomatici e politici prestigiosi. Non si sa con certezza che studi seguì, però era considerato molto colto, elegante e di notevole raffinatezza, tanto da esser ammirato dalle persone che gli erano vicine. Unico neo alla sua splendida vita fu una salute abbastanza malferma, che non gli diede mai vera tregua.

Dogato

Nel 1644 era iniziata la ultraventennale guerra di Candia contro i turchi, e la situazione geopolitica s'aggravava ogni giorno di più per Venezia. Candidatosi al dogato nel maggio 1656, alla morte del Doge Carlo Contarini, venne sconfitto da Francesco Cornaro (Corner) che, però, morì dopo appena diciannove giorni di regno, lasciando così "strada libera" al suo avversario. Bertuccio Valiero, infatti, il 15 giugno diventava Doge al primo scrutinio ed all'unanimità. In quegli anni le difficoltà ed il potere consumavano i dogi (ne morirono, compreso il Valier, ben cinque in quattro anni), ed il Valier, già prostrato dalla sua malferma salute, non regnò a lungo.

Durante il suo dogato giunsero offerte di pace da parte dei turchi, ma queste furono respinte e la guerra proseguì. Durante questo periodo ci fu l'ennesimo tentativo da parte dei capitani della flotta veneziana di penetrare attraverso lo stretto dei Dardanelli per distruggere Costantinopoli (o, perlomeno, ridurre la pressione su Creta, sempre assediata) ma, nonostante alcune vittorie, non si raggiunse l'effetto sperato (seconda spedizione veneziana dei Dardanelli).

In cambio di denaro, vitale per il prosieguo della guerra, si giunse persino a riammettere i Gesuiti, cacciati sotto il dogato di Leonardo Donato. Nonostante gli enormi sacrifici (e lo stesso doge offrì 10.000 ducati di tasca propria), il bilancio della Repubblica raggiunse a malapena il pareggio. Molto legato al figlio Silvestro, futuro doge, lo designò erede universale. Morì il 29 marzo 1658, a neppure sessantadue anni.


Predecessore Doge di Venezia Successore
Francesco Cornaro 1656-1658 Giovanni Pesaro
  Portale Venezia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Venezia