Accumulazione

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L'accumulazione (dal latino tardo accumulatǐo, -ōnis) è una figura retorica che consiste nel mettere insieme una serie di membri o di termini linguistici accostati in modo più o meno ordinato o anche in modo caotico e senza un percorso strutturale o logico predefinito. L'accumulazione può comportare anche una rottura degli schemi e dei generi, mescolando per esempio elementi lirici o tragici in un contesto narrativo, per ottenere effetti particolari[1]. L'accumulazione è una forma di enumerazione.

Un esempio di accumulazione caotica si trova nel romanzo Il cavaliere inesistente di Italo Calvino[2]:

«Dovete compatire: si è ragazze di campagna... fuor che funzioni religiose, tridui, novene, lavori dei campi, trebbiature, vendemmie, fustigazioni di servi, incesti, incendi, impiccagioni, invasioni d'eserciti, saccheggi, stupri, pestilenze, noi non s'è visto niente.»

Un altro esempio di accumulazione si trova nel romanzo Il nome della rosa di Umberto Eco[3][4]:

«Dal racconto che mi fece me lo vidi associato a quelle bande di vaganti che poi, negli anni che seguirono, sempre più vidi aggirarsi per l’Europa: falsi monaci, ciarlatani, giuntatori, arcatori, pezzenti e straccioni, lebbrosi e storpiati, ambulanti, girovaghi, cantastorie, chierici senza patria, studenti itineranti, bari, giocolieri, mercenari invalidi, giudei erranti, scampati dagli infedeli con lo spirito distrutto, folli, fuggitivi colpiti da bando, malfattori con le orecchie mozzate, sodomiti, e tra loro artigiani ambulanti, tessitori, calderai, seggiolai, arrotini, impagliatori, muratori, e ancora manigoldi di ogni risma, bari, birboni, baroni, bricconi, gaglioffi, guidoni, trucconi, calcanti, protobianti, paltonieri, e canonici e preti simoniaci e barattieri, e gente che viveva ormai sulla credulità altrui, falsari di bolle e sigilli papali, venditori di indulgenze, falsi paralitici che si sdraiavano alle porte delle chiese, vaganti in fuga dai conventi, venditori di reliquie, perdonatori, indovini e chiromanti, negromanti, guaritori, falsi questuanti, e fornicatori di ogni risma, corruttori di monache e di fanciulle con inganni e violenze, simulatori di idropisia, epilessia, emorroidi, gotta e piaghe, nonché follia melanconica.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Angelo Marchese, Dizionario di retorica e di stilistica, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1991, ISBN 88-04-14664-8, p. 15.
  2. ^ Martin Svoboda, Italo Calvino frase #1237056, su Le-citazioni.it. URL consultato il 7 gennaio 2021.
  3. ^ Umberto Eco, Il nome della rosa, Bompiani, p. 222-223.
  4. ^ Il nome della rosa - səhifə 17, su atelim.com. URL consultato il 7 gennaio 2021.

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