Wikipedia:Vaglio/Crisi di salinità del Messiniano

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Inizialmente tradotta dalla corrispondente voce sulla versione inglese di Wikipedia. Questa voce è stata poi incrementata sulla base di testi e articoli sia accademici che divulgativi. Sono stati redatti sulle stesse basi schemi che speriamo sufficientemente didattici --Antonov 23:28, 3 apr 2007 (CEST)[rispondi]

  1. Eliminato link rosso laghi effimeri mediante riferimento alla voce lago (in questa voce ho inserito un paragrafo sui laghi effimeri, che mancava).

Suggerimenti

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  1. In realta' dovrei mettermi nei revisori, tuttavia ho un dubbio sulla pertinenza riguardante la sezione La crisi di salinità nell' immaginario, dovuto anche al fatto che in essa si parla di Pliocene. --Bramfab Parlami 00:04, 19 apr 2007 (CEST)[rispondi]

Il capitolo era nella versione anglosassone. Mi pare d'altronde che ci possa essere anche spazio per la fantasia e la letteratura nel modo di vedere un evento stratigrafico: non siamo troppo bacchettoni :-)

...quanto alla saga dell'"esilio nel Pliocene" di Julian May, è un nome che è stato appioppato al ciclo dalla critica del settore: nell'opera i riferimenti sono corretti. Si parla in sostanza di una distorsione spazio-temporale entro la quale disadattati o criminali, in un'epoca situata nel prossimo futuro, vengono costretti ad inoltrarsi per liberarne la società. Costoro si ritrovano nel passato, nell'area mediterranea alla fine del Messiniano. Un gruppo di questi malcapitati scopre che il mondo di quel periodo è abitato da due razze aliene nemiche tra loro, con una cultura di tipo medioevale (ma con una tecnologia avanzatissima che si basa sull'uso di facoltà paranormali), che usa gli umani esiliati come schiavi. Le vicende che nascono dall'integrazione e dallo scontro del gruppo di umani con queste culture, portano ad una guerra di proporzioni apocalittiche il cui punto culminante è (per mano di un'umana psicopatica con enormi poteri psichici) la distruzione della soglia di Gibilterra e uno sterminio di massa di umani e alieni. Quindi, se vogliamo, la vicenda è collocata in gran parte nel periodo corretto (poi, non stiamo a sottilizzare troppo...). La cosa importante è che la descrizione d'ambiente del Mediterraneo disseccato e della flora e fauna messiniana è scientificamente corretto (prova a dare una letta al tutto).

Il romanzo di Turtledove non l'ho letto, ma si parla di un presente alternativo in cui la soglia di Gibilterra NON si è mai riaperta e il Mediterraneo è sempre rimasto secco dal Messiniano ad oggi, conservando quel tipo peculiare di ambiente e condizionando pesantemente l'evoluzione della civiltà umana. Mi pare che la cosa comunque ci stia, se non altro come premessa dell'azione. --Antonov 22:36, 19 apr 2007 (CEST)[rispondi]

Ci credo sulla parola, non avendoletto niente, vi era solo il richiamo al Pliocene che non mi tornava.--Bramfab Parlami 23:27, 19 apr 2007 (CEST)[rispondi]
Mi sembra che manchino parecchie note esplicative sulle frasi che più possono essere criticate. --Remulazz... azz... azz... 12:36, 15 mag 2007 (CEST)[rispondi]

2. Mi sembra che tutto l'articolo sia impostato su lavori vecchi e pertanto alle conoscenze attuali risulta piuttosto ambiguo e fantasioso. Di recente è uscito un rapporto del CIESM dove sono contenute le prove scientifiche più recenti. In particolare vi si trova un quadro stratigrafico che è attualmente quello accettato dalla comunità scientifica. Suggerirei di rifarsi a quel testo.

Il capitolo delle evidenze (prove) sperimentali in realtà contiene delle ipotesi, molte delle quali si stanno rivelando fale o male interpretate. E' molto generico è impedisce di capire veramente lo stato dell'arte. La parte di questo capitolo che inizia con "Una carota era costituita da sedimenti contenenti gusci calcarei di..." è totalmente priva di senso, queste non sono prove, sono illazioni spericolate di seconda mano. I fatti che si riferiscono al canyon del Nilo sono privi di attendibilità perché si rifanno ad un'errata citazione di un lavoro russo. Le età dei sedimenti contenuti nel canyon non sono note. Così come non è conosciuta l'età dei canyon stessi.