Venezuela (canzone)

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Venezuela
Artista
Autore/iPablo Herrero Ibarz e José Luis Armenteros Sánchez
GenereCanzone popolare
Data1980
Sistema de orquestas y coros juveniles e infantiles del Zulia interpretando Venezuela

Venezuela è una canzone popolare venezuelana, con testi e musica creata dagli spagnoli Pablo Herrero Ibarz e José Luis Armenteros Sánchez, ex membri fondatori del gruppo musicale dei Los Relámpagos. La popolarità e il sentimento evocato dalla canzone viene considerata il terzo inno del Venezuela[1], dopo Gloria al Bravo Pueblo, l'inno nazionale ufficiale e Alma llanera.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Scritta originariamente per essere interpretata da José Luis Rodríguez nell'album Atrévete (Venezuela, 1980) e Me vas a echar de menos (Spagna, 1981), in cui però non venne inclusa. Quindi, è stato svelata per la prima volta dal cantante venezuelano Balbino.[2]

Testo[modifica | modifica wikitesto]

(ES)

«Llevo tu luz y tu aroma en mi piel
y el cuatro en el corazón
llevo en mi sangre la espuma del mar
y tu horizonte en mis ojos

No envidio el vuelo ni el nido al turpial
soy como el viento en la mies
siento el Caribe como a una mujer
soy así, que voy hacer

Soy desierto, selva, nieve y volcán
y al andar
dejo mi estela
el rumor del llano en una canción
que me desvela
la mujer que quiero tiene que ser
corazón, fuego y espuelas
con la piel tostada como una flor
de Venezuela

Con tu paisaje y mis sueños me iré
por esos mundos de Dios
y tus recuerdos al atardecer
me hará más corto el camino

Entre tus playas quedó mi niñez
tendida al viento y al sol
y esa nostalgia que sube a mi voz
sin querer se hizo canción

De los montes quiero la inmensidad
y del río la acuarela
y de ti los hijos que sembrarán
nuevas estrellas
y si un día tengo que naufragar
y el tifón rompe mis velas
enterrad mi cuerpo cerca del mar
en Venezuela»

(IT)

«Porto la tua luce e il tuo aroma sulla mia pelle
e il cuatro nel cuore
porto nel mio sangue la schiuma del mare
e il tuo orizzonte nei miei occhi

Non invidio il volo o il nido per trupiale
sono come il vento nel raccolto
sento il Mar dei Caraibi come una donna
sono così, cosa farò?

Sono deserto, giungla, neve e vulcano
e quando si cammina
lascio la mia scia
la voce della pianura in una canzone
che mi rivela
la donna che voglio deve essere
cuore, fuoco e speroni
con la pelle tostata come un fiore
del Venezuela

Con il tuo paesaggio e i miei sogni me ne andrò
per quei mondi di Dio
e i tuoi ricordi al tramonto
renderà la strada più breve per me

Tra le tue spiagge c'era la mia infanzia
teso al vento e al sole
e quella nostalgia che sorge nella mia voce
involontariamente è diventato una canzone

Dalle montagne voglio l'immensità
e dal fiume l'acquerello
e da te i figli che semineranno
nuove stelle
e se un giorno dovrò naufragare
e il tifone spezza le mie vele
seppellire il mio corpo vicino al mare
in Venezuela»

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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