Valerio di Alvito

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San Valerio di Alvito
Immagine di San Valerio che si venera ad Alvito
 

Martire

 
Venerato daChiesa cattolica
Santuario principaleChiesa San Simeone Profeta di Alvito
Ricorrenzamartedì dopo la domenica di Pentecoste
Patrono diAlvito

San Valerio di Alvito, venerato come santo e martire dalla Chiesa cattolica, fu un soldato romano. Si festeggia il martedì dopo la Pentecoste ma per permettere a tutti gli alvitani di partecipare si posticipa al venerdì e sabato successivi.

Martirizzato, le sue spoglie furono traslate il 6 giugno 1656 dalle Catacombe di Santa Ciriaca a Roma ad Alvito, di cui è patrono, nella chiesa di San Simeone Profeta. Venne invocata la sua protezione dalla grave pestilenza che occorreva in quell'anno. Nella storia della traslazione del corpo furono coinvolti vari personaggi: il primo in assoluto fu Mons. Marcello Anania, vescovo di Nepi e Sutri, in qualità di vice-gerente del Cardinal Vicario per la città di Roma.

L'atto notarile con il quale le reliquie del corpo di San Valerio e le ossa di altri due martiri, Ippolito e Gennaro, sono fatte oggetto di dono all'Abate don Francesco Narducci per essere poste in venerazione nella chiesa di San Simeone Profeta, fu redatto il 4 gennaio 1656, sotto il primo pontificato di Papa Alessandro VII e fu erogato dal notaio D. Lauro Pino "de Genuis" nell'abitazione del Vice-Gerente Mons. Marco Antonio Oddi, Vescovo di Gerapoli.[1]

La cassa lignea contenente le reliquie dei tre corpi fu traslata il martedì dopo la solennità di Pentecoste e fu posta sotto l'altare maggiore; tuttavia, per esporre le sacre reliquie al culto dei fedeli, bisognò attendere più di un secolo (22 marzo 1797), quando la Sacra Congregazione dei Riti con apposito decreto ne consentì la venerazione. Invece le spoglie di San Valerio Martire vennero subito riconosciute autentiche ed esposte al culto e all'amore del popolo alvitano. [2]

Secondo una leggenda devozionale alvitana, san Valerio martire avrebbe protetto la città di Alvito dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, essendo stato l'unico centro della Valle di Comino, assieme a San Donato Val di Comino, a non aver riportato gravi danni e a non aver avuto sfollati. Fu considerato anche protettore di alcuni soldati alvitani che, avendo chiesto la sua intercessione, si salvarono durante le battaglie.

  1. ^ Don Antonio Martini e Vincenzo Tavernese, In preparazione del CCCL della traslazione del corpo di San Valerio ad Alvito (maggio 2006), in "Pro Manuscripto", n. 5, pp. 5-6.
  2. ^ Don Antonio Martini e Mons. D. Dionigi Antonelli, In preparazione del CCCL della traslazione del corpo di San Valerio ad Alvito (dicembre, 2005), in "Pro Manuscripto", n. 3, p. 12.